Generale Angelo Arena – Presidente Ascip-Dante Alighieri

Intervista al Presidente della Associazione Socio Culturale Italiana del Portogallo Dante Alighieri.

Paola Pacifici – OPORTO – Intervista al Presidente della Associazione Socio Culturale Italiana del Portogallo Dante Alighieri

P1180405, Esposizione Il Mondo in italiano, Il Gen.Arena assiema alla pittrice Craça Morais, giugno 2014

Presidente parliamo della Associazione Socio Culturale Italiana del Portogallo che da ottobre è stata riconosciuta e nominata rappresentante della Società Dante Alighieri a Porto e quindi adesso si chiama Associazione Socio Culturale Italiana del Portogallo Dante Alighieri? La ringrazio per la sua domanda e mi piace ricordare che tra le iniziative che realizzai da Console Onorario d’Italia a Oporto ci fu quella di introdurre la celebrazione della Festa della Repubblica a Oporto, al fine di creare dei legami maggiori con la Comunitá Italiana e creare anche un’occasione di incontro per i tanti italiani che vivevano nell’area di giurisdizione del Consolato. Inoltre, volevo che il Consolato divenisse un punto di riferimento della stessa Comunità. La celebrazione della Festa d’Italia dava al Consolato anche l’opportunitá di invitare le autorità, le istituzioni e le personalità dell’area di Oporto. Era anche un’occasione per ricordare la storia del nostro Paese, aumentare i legami e fare anche del Consolato un punto di riferimento della stessa Comunità. Così, nel mese di Giugno del 2005, la Comunità italiana di Oporto si riunì idealmente attorno al tricolore per celebrare il 57º anniversario della Festa della Repubblica Italiana, nello storico Palazzo del Freixo, del famoso architetto italiano Nicolò Nasoni. Fu un momento importante per la Comunità italiana del Centro Nord del Portogallo che si ritrovò a celebrare un momento importante della Storia del proprio Paese e si sentì unita da un forte senso d’ identità. Successivamente, a bordo dell’ “Amerigo Vespucci”, un gruppo di compatrioti manifestò il desiderio di potersi incontrare con maggior frequenza per conoscersi meglio e coltivare le proprie radici culturali, mantenendo cosi, anche per i propri figli, un più profondo legame con l’Italia. Interpretando, dunque, questo desiderio, al fine di facilitare questi incontri, permettere lo scambio d’idee ed esperienze, così come lo sviluppo di attività in comune in uno spazio proprio, per il convivio degli associati, il 14 maggio del 2007 fu fondata l’ASCIP (Associação Socio-Culturale Italiana del Portogallo), con l’obiettivo, quindi, di consolidare e rafforzare i rapporti tra gli Italiani che hanno scelto il Portogallo per esercitare la propria professione o per vivere; di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana e ravvivare i legami spirituali con la madre Patria, dare impulso ai rapporti tra gli italiani e coloro che sentono un legame spirituale/culturale con l’Italia. Con l’aiuto del Consolato Onorario d’Italia, l’ASCIP si consolida e stabilisce la propria residenza nei locali dello stesso, dove successivamente nel febbraio del 2012 riesce a creare la propria sede. La creazione della sede da un forte impulso alle attivitá culturali e permette, tra l’altro, di organizzare dei corsi di lingua italiana per adulti, in aggiunta al corso di lingua e cultura italiana che continua a tenersi ogni Sabato mattina per i figli degli italiani e degli amici portoghesi e non, che vogliono fornire la conoscenza della nostra bella lingua ai loro figli. Questa nuova realtà mi fa pensare di inserire l’ASCIP nel mondo della Dante Alighieri, ancora non presente in Portogallo. Nel febbario del 2013 mi incontro a Roma con il Segretario Generale della Dante, il Dr. Alessandro Masi, che accoglie con entusiamo la mia proposta di far assumere all’ASCIP il ruolo di Comitato Dante Alighieri a Oporto. Nell’ottobre l’Assemblea Generale approva la proposta e l’assocazione assume la denominazione di “Associazione Socio-Culturale Italiana del Portogallo Dante Alighieri”. Il 21 marzo del 2014 viene rattificata la sua costituzione dalla sede madre in Roma. L’8 di giurno, in occasione della celebrazione della Festa della Repubblica a Oporto è stata presentata l’esposizione “Il Mondo in Italiano” che la ASCIP DANTE ALIGHIERI ha organizzato per informare gli amici italiani, portoghesi e di alre nazionalità della presenza a Porto della Dante Alighieri. L’esposizione successivamente trasferita, fino all’8 di agosto, nella “Galleria Italiana” nella sede dell’Associazione rappresenta un omaggio da parte del mondo culturale e artistico  portoghese all’Italia. Più di 60 opere d’arte e 30 testi letterari (manoscritti e dattiloscritti) delle più rappresentative personalità del mondo artistico e culturale portoghese. Fra i tanti: José Rodrigues, Júlio Pomar, Nikias Scapinakis, Francisco Laranjo, Siza Viera, Souto Moura, Alcino Soutinho, José Saramago, Vasco Graça Moura, David Mourão Ferreira, Ana Luisa Ana Luisa Amaral, Rosa Alice Branco, António Lobo Antunes, Miguel Sousa Tavares…..e molti altri ancora.

Quanto è importante per noi che viviamo all’estero mantenere i legami culturali con la nostra Patria? Per qualunque persona che viva all’estero, i legami culturali con la patria sono uno strumento fondamentale per mantenere la propria identità. Ma oserei dire che lo è ancora di più per un Italiano. Essere nati nel paese che ha dato al mondo il Rinascimento, che ha sul suo territorio i due terzi del patrimonio artistico e culturale mondiale, è qualcosa che lascia il segno ovunque viviamo. Un motivo di orgoglio per gli Italiani che vivono all’estero, ma anche una grande responsabilità. È sicuramente questa una delle caratteristiche più interessanti anche dell’ASCIP-DANTE ALIGHIERI. Con la nostra attività culturale permettiamo non solo ai nostri connazionali di mantenere costantemente vivi i legami culturali con l’Italia ma offriamo loro anche l’opportunità di contribuire a rafforzare i legami fra i portoghesi e la cultura italiana, attraverso la proposta di iniziative culturali e la partecipazione alla loro realizzazione. Insomma, un modo attivo e dinamico di vivere i legami culturali con l’Italia.

Gli italiani in Portogallo, sono già alla seconda generazione e chi sono? Sì, direi proprio di sì. Una delle cosa che più danno soddisfazione alle nostra iniziative sociali e ricreative è vedere bambini e giovani nati in Portogallo da genitori italiani o da padre o madre italiana. Ciò è favorito anche dal fatto che molti italiani che arrivano in Portogallo per un motivo specifico, ad esempio fare Erasmus in un’università italiana, finiscono per stabilirsi qui. È un fatto indiscutibile che, salvo qualche ovvia eccezione, i nostri connazionali si trovano bene in Portogallo, mettono qui radici sia nel campo professionale che personale. E questo ovviamente favorisce la crescita di una seconda generazione di italiani in Portogallo. Molti degli “Erasmus” spesso e volentieri si fermano perchè hanno trovato l’anima gemella. Altri si fermano perchè affascinati dall’Atlantico, dalla qualitá della vita, dalla bellezza della natura, dall’accoglienza dei portoghesi. Abbiamo anche naturalmente una parte che è venuta per dare sbocco alle proprie attivitá di lavoro. Non sto ad alencare le professioni, ho constatato, però, che la nuova generazione di immigrati italiani è professsionalmente più qualificata dal punto di vista degli studi.

Quando si vive all’estero cosa manca di più? Vorrei evitare ogni retorica. Chiaro che l’Italia manca a ogni italiano che vive all’estero. Ma diciamoci la verità: lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, l’ampia possibilità di accedere a cose essenziali, come i giornali italiani su internet, ma anche solo importanti, come i prodotti italiani di largo consumo, fanno sì che la lontananza per un emigrato sia più uno stato d’animo che un sofferenza quotidiana. È qualcosa che ci portiamo dentro, che forse potrebbe essere definita con il bellissimo termine portoghese di “saudade”. Non è più una sofferenza quotidiana come quella che vivevano i nostri emigranti tanti anni fa, è qualcosa che ci portiamo dentro, un sentimento di nostalgia ma allo stesso tempo di serenità, non angosciante. Per quelli che vivono in Portogallo credo che, almeno nel mio caso, a volte possono avere nostalgia della bellezza delle nostre città, grandi o piccole, ricche, piene di capolavari architettonici, di storia, di ricordi dell’impero romano, del Rinascimento etc….

La tipologia degli emigranti oggi quanto e come è diversa da 50 anni fa, e cosa cercano oggi? Comincerò a rispondere alla seconda parte della domanda. Chi emigra basicamente lo fa perché non può farne a meno o perché ha un’opportunità di carriera e di guadagno che non ha in Italia. Sono sicuro che la grande maggioranza di chi ha lasciato l’Italia ne avrebbe fatto volentieri a meno, se solo avesse potuto. Pertanto penso che quello che cercano gli emigranti oggi sia, fuori da ogni retorica, la stessa cosa cercavano 50 anni fa: cercano una vita migliore in termini materiali, per sé e per le loro famiglie. Relativamente alla tipologia degli emigranti di oggi rispetto a 50 anni fa, il discorso si farebbe molto lungo. In sintesi possiamo evidenziare tre cose. La prima è che i tipi di lavoro che i nostri emigranti fanno oggi all’estero sono molto più numerosi rispetto a cinquanta anni fa e si assiste in particolare a una forte crescita nel campo delle professioni, come è il caso del Portogallo, e dei quadri intermedi. In secondo luogo, la provenienza regionale non è più uno dei fattori caratterizzanti della nostra emigrazione. La terza cosa è che, obiettivamente, oggi è più facile vivere un’esperienza di emigrazione e di inserimento sociale e culturale nel nuovo paese. Chi emigra dall’Italia, nella grande maggioranza dei casi, non va più allo sbaraglio. È preparato, spesso conosce almeno basicamente la lingua del nuovo paese o l’inglese, ha un’assistenza molto maggiore garantita sia dalle normative europee che dall’attività delle nostre rappresentanze diplomatiche. Nella maggior parte dei casi, emigrare è ovviamente sempre doloroso in termini umani, ma è più facile in termini pratici.

I giovani e la cultura, qual’è il rapporto? Anche qui bisogna stare molto attenti ad evitare generalizzazioni e frasi retoriche. Quando sento parlare o leggo su questo tema, ho spesso l’impressione che chi parla o scrive esprima non tanto quello che “è” il rapporto reale fra giovani e cultura, bensì quello che a suo parere “dovrebbe essere” il rapporto fra giovani e cultura. Forse bisognerebbe prima dare una definizione di cultura. Se per cultura intendiamo la capacità di capire la realtà, dobbiamo ammettere che la società in generale non sta facendo un buon lavoro con i giovani, a partire dalla scuola e dalla famiglia. La prima cosa essenziale che bisognerebbe tramettere ai giovani, direi fin da bambini, è quella che definisco “fame di cultura”, una curiosità culturale che vada al di là di esigenze specifiche, come ad esempio quella di essere promossi o di arrivare a un diploma. Purtroppo, l’approccio di molti giovani alla cultura è, non per colpa loro ma fondamentalmente della scuola, della famiglia e dei media, di tipo utilitaristico: “Studio quello che mi può servire per trovare un lavoro”. La conseguenza è che si ha la sensazione che mentre cresce il livello di specializzazione dei nostri giovani in campi specifici, cala parallelamente il loro livello di cultura generale. E senza cultura generale non si può capire la realtà, di conseguenza la subiamo, non interagiamo in modo attivo con essa. Di ciò si sono accorte molte imprese, in particolare alcune multinazionali, che nella selezione dei loro quadri intermedi e dirigenti non si accontentano di elevati livelli di specializzazione ma chiedono anche elevati livelli di cultura generale. Per questo potremmo dire che il rapporto fra i giovani e la cultura è in qualche misura appannato. Dire che oggi esiste fra i giovani un elevato livello di “fame culturale”, rispetto ad esempio alla generazione precedente, sarebbe un’affermazione come minimo molto generosa. È anche per questo che la nostra associazione organizza iniziative culturali di vario tipo per cercare di creare curiosità fra i giovani, indurli ad allargare i loro interessi culturali. Felicemente, possiamo registrare qualche importante successo.

Uno degli orgogli italiano è la “nostra cultura”, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, importantissimi quindi i compiti delle nostre associazioni, ma cosa piace di più all’estero? Della cultura italiana piace tutto, ma se proprio vogliamo individuare una cosa che piace in particolare forse potremmo dire il cinema italiano. L’ASCIP-DANTE ALIGHIERI è molto attiva nella diffusione del cinema italiano, attraverso l’organizzazione di proiezioni e di corsi di storia del cinema. Possiamo anche vantarci di avere contribuito fortemente nel nord del Portogallo ad allargare le conoscenze dei portoghesi sul cinema italiano, che in generale sono ancorate solo ad alcuni film o ad alcuni generi, come il neorealismo.

IMG_7396, il Gen. Angelo Arena, viene decorato dall'Ambasciatore d'Italia Renato varriale, giungo 2013Il Portogallo e l’Italia, quali i punti in comune e cosa li lega? È difficile trovare un portoghese che parli male dell’Italia o un italiano che parli male del Portogallo, molto difficile. Ed è anche difficile spiegare ciò facendo riferimenti a punti specifici. È un fenomeno, come posso dire, un po’ “istintivo”. Lo si coglie perfettamente nella nostra associazione, dove sono presenti molti amici portoghesi che interagiscono e collaborano nel modo più naturale con i nostri soci italiani. Uno dei punti in comune fra i due popoli mi sembra essere un senso comune della vita che privilegia valori come quelli della tolleranza e dell’amicizia. Non esistono fenomeni di ostilità o preconcetto verso gli italiani che vengono qui a studiare o a lavorare. A dire il vero anche verso persone di altre nazionalità, i portoghesi sono persone molto tolleranti e rispettose, a condizione che ovviamente che il rispetto sia reciproco. Ma fra portoghesi e italiani direi che esiste una “simpatia” innata che forse è più difficile trovare in altri casi. Poi esistono ovviamente anche elementi specifici. Ad esempio, molti portoghesi non dimenticano che il ruolo dell’Italia fu decisivo al momento dell’ammissione del Portogallo nella Comunità Europea, quando altri paesi mostravano una certa diffidenza e non avrebbero certo disdegnato un rinvio. Inoltre, anche qui non si può dimenticare il peso della cultura. Girando per Porto, ad esempio, il legame con l’Italia si presenta in modo “fisico” data la grande impronta lasciata dai monumenti creati da Niccolò Nasoni, a partire dal simbolo della città, la Torre dei Clerici. Dal punto di vista storico, non si può dire che il Portogallo sia uno dei paesi con cui l’Italia abbia sviluppato più rapporti, anche se legami esistevano da tempi remoti con varie Entità/Stati precedenti alla creazione della Repubblica Italiana. È interesante, comunque, osservare che, anche qui, incontriamo un punto in comune dall’alto valore simbolico, una data: il 25 aprile. Il 25 aprile è festa nazionale sia in Italia che in Portogallo, una data carica di significato ed emozioni, che coincide con la riconquista della libertà degli italiani nel 1945 e dei portoghesi nel 1974.

Della tua importante vita da militare, Generale dell’Aeronautica Militare cosa porti nella Associazione e nella tua vita privata, è indubbiamente una scuola di vita? Certamente l’Accademia Aeronautica e tutto il periodo che ho trascorso in Aeronautica sono state per me una continua scuola di formazione basata sui grandi valori umani. Sono valori che mi erano stati inculcati anche dai miei genitori. Tra di essi spicca quello di servire il mio Paese e di aiutare il prossimo. Mi ricordo sempre un insegnamento di mio padre “fai il bene e dimenticalo”. Questo mi ha spinto ad accettare per esempio l’incarico di Console Onorario a Porto e anche a creare l’Associazione che presiedo. Tuttavia, non sempre si riesce a fare quello che si vorrebbe e nelle forme migliori.

I programmi della Associazione per quest’anno? Il programma dell’Associazione è stato concepito per la realizzazione di attività che abbraccino il settore culturale, quello socio-ricreativo e quello dei corsi. I corsi dell’insegnamento della lingua italiana e la divulgazione della cultura recentemente sono stati maggiormente sviluppati in linea con l’assunzione della funzione di Comitato Dante Alighieri. Si svolgono anche corsi di cucina italiana che sono molto richiesti e stanno avendo uno sviluppo interessante. Viene, inoltre, svolto anche un corso sul cinema italiana che ha trovato un pubblico affezionato. In annesso il programma previsto per quest’anno.

Un messaggio ai nostri concittadini che vivono in Spagna? Ai nostri connazionali che vivono in Spagna, mi sento solo di dire che è molto importante conservare la nostra identità di cittadino italiano con tutto quello che significa di positivo e di negativo. Credo che per l’italiano, in genere, non sia difficile integrarsi perfettamente in una nazione come la Spagna od il Portogallo, ma poter portare il messaggio della storia del nostro Paese con tutti suoi chiari e scuri, la bellezza dei nostri paesaggi, delle nostre opere d’arte, della nostra cultura, della nostra lingua è molto apprezzato dai nostri amici spagnoli e portoghesi e ci da certamente una “valenza in più” nei rapporti con loro. Quando dico che sono italiano si instaura un clima di simpatia e spesso mi chiedono di parlare un poco in italiano; il suono della nostra lingua piace, per molti è come una musica.

Ricordiamocelo.

A tutti faccio gli auguri che possano vivere bene in terra spagnola qualunque sia il motivo per cui si trovano lì. Gli spagnoli sono gente allegra e amano gli italiani. Il mio primo incontro con la terra spagnola risale al lontano 1963 e conservo ancora bei ricordi.

 

C.V. del Generale di Squadra Aerea Angelo ARENA

Il Gen. S.A. Angelo ARENA, nella riserva, ha ultimato il proprio servizio nell’Aeronautica militare Italiana nel Luglio del 2001. Nel novembre del 2001 si è trasferito in Portogallo, a Braga, dove negli anni accademici 2001-2002, 2002-2003 ha frequentato il Corso di Lingua, Cultura e Letteratura Portoghese presso l’Istituto di lettere dell’Università del Minho (Braga). È laureato in Scienze Aeronautiche e Scienze Politiche. Nel settembre del 2004 è stato nominato Console onorario d’Italia a Porto (Portogallo), dove vive dal 2007. Provenienti dai corsi regolari dell’Accademia Aeronautica, dopo essere stato nominato pilota di aviogetti, nel 1964 viene assegnato al 155º gruppo cacciabombardieri del 6º Stormo (Base Aerea di Ghedi e poi Piacenza). Nella sua lunga carriera presta servizio in vari Reparti dell’Aeronautica Militare (156º Gruppo CB di Gioia del Colle-Bari, 201º della SVBAA di Amendola-Foggia, SVBIA di Galatina-Lecce) presso i quali svolge vari incarichi previsti per un pilota: Comandante di squadriglia; Comandante di Gruppo di volo; Capo ufficio addestramento ed operazioni; Comandante di Brigata Aerea. Nel 1976-77 frequenta il Corso Superiore presso la Scuola di Guerra Aerea, a Firenze per la promozione da Ten.Col. a Colonnello. Dal 1977 al 1987 ricopre diversi incarichi presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica (SMA), a Roma, tra i quali si distaccano quello di:

– Membro di un Gruppo di Lavoro Interforze incaricato di studiare la nuova struttura dei Vertici della Difesa (1980-1982);

– Capo del 1º Ufficio Ordinamento del 1º Reparto dello SMA (1982-83);

– Capo Ufficio Documentazione e attività Promozionale del V Reparto SMA, che comprendeva, tra le altre responsabilità, quella di Capo Ufficio Stampa e Addetto Stampa del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare (1984-1987).

Nel 1987 viene nominato Capo Ufficio Personale del Comando Generale delle Scuole, presso l’Aeroporto di Guidonia (Roma), (1987-1988), dove dal 1988 al 1991, in qualità di Capo di S.M. presso il Comando Generale delle Scuole dell’A.M., sovraintende, tra l’altro, alla definizione della “policy” per la selezione, il reclutamento, la formazione e l’addestramento del personale dell’A.M. Dal 1991 al 1994 ricopre l’incarico di Consigliere militare del Rappresentante Permanente Italiano presso la NATO a Bruxelles, nonchè quello di Capo Ufficio Addetti. Dal Luglio 1992 al Giugno 1993 svolge anche la funzione di Presidente dello “EUROGROUP STAFF GROUP”. Dal 1994 al 1997, sempre a Bruxelles presso la NATO, è Assistente del Direttore dello Stato Maggiore Internazionale per la Cooperazione Internazionale, la Partnership For Peace (PfP) ed il Controllo degli Armamenti. Nello stesso periodo è:

– Presidente del Military Cooperation Working Group (MCWG) che si riunisce in due configurazioni diverse: a 16 o a 43 nazioni;

– Membro del High Level Task Force (HLTF).