Andrea Martini: Tutti con lui ROMA - "ANIMUNDI": Quel mondo e che mondo!!

Intervista di Paola Pacifici

Andrea Martini – ANIMUNDI

Architetto, con attestato professionale in “GRAFICA DI ANIMAZIONE”, cioè?

Architetto non praticante, dico io… anzi, in realtà “Dottore in architettura” perché non ho mai fatto l’esame di stato! Il conseguimento della laurea in tarda età è stato un moto di orgoglio nel momento in cui mi sono reso conto che, dopo ormai tanti anni che avevo abbandonato e con ancora un solo ultimo esame da sostenere, stavo per perdere tutti gli esami sostenuti – e non erano pochi – e vanificare i tanti sforzi fatti (… e comunque sono uscito con 110). Questo per dire che in effetti non ho mai veramente voluto svolgere la professione di architetto. Dopo il militare e con già metà degli esami al mio attivo, ma con un’insoddisfazione interna latente, ho deciso che dovevo provare a fare altro, pur continuando a studiare. Mi piaceva il mondo della pubblicità e Angelo, un mio amico e collega di studi, aveva appena terminato un corso intensivo alla Regione Lazio in “Grafica pubblicitaria”. Volevo farlo anche io, ma quell’anno alla Regione avevano organizzato un corso di “Grafica d’animazione”. Non sapevo bene cosa fosse, ma ho deciso di provare… ed è diventata la mia droga e la mia vita! Posso dire comunque che gli sudi di architettura mi hanno aiutato parecchio nella mia attuale professione, sia come capacità organizzative, sia come gusto estetico e potenzialità immaginifica (senza contare che conoscere il corretto uso della prospettiva si è rivelato fondamentale). Ironicamente dico ai miei vecchi amici, attuali architetti, che sicuramente ho progettato molto più io di loro… e senza la rogna di dover fare i calcoli statici del cemento armato per essere sicuri che questo o quell’edifico rimangano in piedi. Ancora oggi quando dobbiamo affrontare un nuovo progetto in animazione e inventare un mondo nuovo fatto anche di opere architettoniche, la fase che mi appassiona di più, oltre alla scrittura, è proprio la fase di progettazione degli ambienti dove si svolge la storia. 

Nasce “Animundi” quando e perchè?

Animundi nasce nel 2002 dal sodalizio umano, prima che professionale tra Raffaele Bortone e Andrea Martini… recita un passaggio della nostra Company Profile. Ed è vero! Con Raffaele ci conosciamo dal 1988 ed è sicuramente la persona con la quale ho passato in contatto il maggior tempo della mia vita. Sicuramente non siamo amici del cuore, ma ci lega un profondo affetto, oltre che stima reciproca. Noi funzioniamo (e quindi Animundi funziona) perché siamo complementari paralleli, ossia ognuno di noi ha competenze specifiche, ma entrambi conosciamo le tante fasi del cartone animato e sappiamo gestirle: siamo entrambi ugualmente autori, scrittori, registi e altro ancora. Possiamo sopperire alle eventuali mancanze uno dell’altro e procedere tranquillamente tra le varie difficoltà di una produzione. Animundi nasce semplicemente perché non volevamo lavorare per gli altri. Non siamo mai stati un “service” nel mondo dell’animazione, ma abbiamo sempre e fin dall’inizio lavorato su idee e progetti nostri. Cosa questa ovviamente più complicata da impostare, ma molto più gratificante e che permette di crescere in modo sano, perché si può e si deve fare affidamento solo sulle proprie forze.

Che cos’e un “videoclip”

Un videoclip musicale è un racconto per immagini di un brano musicale. Oggigiorno per un musicista è assolutamente impensabile non accompagnare un proprio brano con un video, anche perché i sistemi di produzione si sono molto semplificati e la realizzazione dei videoclip è diventata molto più facile (si possono fare anche con un semplice telefonino). Ma mai come ora credo che la cifra tecnica non sia importante, almeno non per questa forma di espressione. Ciò che è fondamentale e avere un’idea (paradossalmente anche brutta… ma un’idea!). Quello che mi dispiace molto è che spesso si vedono opere musicali, anche di artisti famosi, accompagnate da video totalmente privi di idee e che sembrano realizzati esclusivamente perché si devono fare. Questo è molto triste.  

“I Saurini” ed i viaggi del meteorite nero come supervisore editing, cosi come per la serie “Lampadina e Caramella nel MagiRegno degli zampa”. Chi è un “supervisore editing”?

È più o meno l’equivalente del produttore esecutivo di un film dal vero. Colui che tiene sotto controllo tutte le fasi della produzione e fa sì che non si riscontri mai nessun intoppo. Per sintetizzare basti pensare che molti anni fa il mio soprannome nel settore era “Paraflu”, in onore all’olio motore che permetteva alla macchina di circolare sempre e non bloccarsi mai, neanche a temperature impossibili! Occorre anche specificare che il nostro è un lavoro molto artigianale e che per svolgerlo al meglio è necessario avere varie competenze diverse (scrittura, disegno, regia…)

Hai collaborato come scrittore, disegnatore e musicista. Quali fra queste attività ti piace di più e perché?

Il disegno è stato il primissimo amore, tradito in quanto ora rilegato ai margini del mio tempo (conservo ancora gelosamente disegni di periodi diversi, alcuni anche impresentabili). Poi è arrivata la musica! Non è stata mai una vera e propria professione (se non altro, non la professione principale) ma continua a riempire la mia vita dispensandomi gioie e qualche bella soddisfazione. La scrittura è arrivata per ultima e posso dire che attualmente è la cosa che mi appassiona di più, soprattutto ora che con il nostro ultimo lavoro stiamo affrontando un nuovo paradigma di racconto, che prevede da un punto di vista narrativo, un approccio totalmente inclusivo e quindi necessariamente più complesso da gestire. 

Le nostre produzioni sono europee?

Non so cosa si intenda per “nostre”. Se si riferisce a quelle italiane e se per produzioni si considerino solo quelle a cartoni animati o audiovisive in generale, Animundi produce serie TV in animazione. Generalmente il cartone animato ha, come tutti i prodotti audiovisivi (in particolare i film), la possibilità di essere esportato in tutti i paesi del mondo solo ridoppiando le voci dei personaggi nelle varie lingue. Inoltre ha, più di altre forme di intrattenimento, la predisposizione ad una lunga vita e quindi può essere fruito da molte generazioni di spettatori. Non esiste, secondo la mia esperienza, una ricetta sicura per realizzare un prodotto che abbia successo in patria e all’estero. I parametri e le variabili sono tante: dalla ovvia capacità di chi lo realizza, alla distribuzione che spesso non dipende dall’autore. Certamente l’originalità e la creatività sono due caratteristiche indispensabili perché un prodotto diventi un “cult”. Ci vuole coraggio, e intuito. Non bisogna accontentarsi di arrivare secondi (o terzi) se si può arrivare primi. Questo è ciò che sta succedendo a noi con la nostra ultima creazione: “Lampadino e Caramella nel MagiRegno degli Zampa”, il primo (e unico) cartone animato al mondo inclusivo e senza barriere, perché accessibile anche (ma non solo) a bambini con difficoltà sensoriali (ciechi, sordi, autistici). Torna il discorso fatto in precedenza per i vdeoclip… ci vogliono le idee (e – spesso – la lucida follia di metterle in pratica).

Che cosa piace ai giovani e ai non giovani e il mercato cosa vuole oggi?

Questa è la classica domanda da un milione di dollari. Più che chiederci cosa voglia oggi il mercato (o i giovani, o i non giovani…) credo ci si debba concentrare su cosa possiamo e dobbiamo fare oggi noi. E per cosa lo facciamo. Insomma, capire per cosa vale la pena di lottare, impegnarci, esporci. In questo so di poter parlare a nome anche di Raffaele: a noi interessa lasciare un segno, un esempio, un attestato di presenza. Se siamo riusciti a fare noi qualcosa di nuovo, di buono, di utile per gli altri, possono riuscirci in tanti. Basta avere il coraggio (ecco che torna) di sognarlo e la voglia di impegnarsi. 

I “cartoni” rispecchiano, sono anche autobiografici, il carattere, i desideri i sogni dell’autore?

I cartoni animati sono un meraviglioso strumento di comunicazione. Sono un linguaggio capace di parlare a tutti, dai 0 ai 99 anni, proprio come certi giochi. Per rendersene conto basta guardare (e non una sola volta) “Il ragazzo e l’airone”, l’ultimo bellissimo film del Maestro Hayao Miyazaki. Ma occorre fare attenzione a cosa si dice! Occorre capire che sono uno strumento potente e vanno quindi usati in modo avveduto, soprattutto quando sono destinati agli spettatori più piccoli. Il percorso di collaborazione con la Rai negli ultimi quindici anni ci ha molto aiutati in questo. Abbiamo imparato a dosare e gestire i contenuti e il modo di esporli.

Andrea, e dopo tutto questo suoni anche come chitarrista nella Rock Band romana “Camomilla isterica”?

Come ho detto in precedenza, la musica è una passione che mi porto dietro da tanto e che fortunatamente ancora riesce a darmi tanto. Il progetto Camomilla Isterica è una piccola, grande benedizione! Quella di potersi esprimere liberamente e artisticamente insieme a persone alle quali vuoi bene e con le quali vorresti passare il maggior tempo possibile. Nasce tantissimi anni fa dalla visione di tre (poi diventati quattro con me) amici e continua ancora oggi mutando forma, stile, genere musicale e sfruttando contaminazioni con altre arti (ballo, poesia, pittura…) nel solco di un’unica regola: la libera espressione, appunto!  

E quindi alla fine chi è ANDREA MARTINI?

Paolo, un carissimo amico fraterno, una volta mi ha fatto notare come nei miei discorsi ricorra spesso l’espressione “immaginare”. Non so se è trapelato da questa intervista, ma sicuramente posso dire che il tempo migliore per me è quello che passiamo ad immaginare il futuro. Ecco, io credo di essere anzitutto un sognatore, perché per realizzare qualunque cosa devi prima avere la capacità di sognarla!

Raffaele Bortone - ANIMUNDI