Elisabetta Bagli: Serata culturale al Com.It.Es. di Madrid

Elisabetta Bagli, “Dietro lo sguardo”; Alberto Bonomo, “L’Eremita tra la folla”. I due autori si scambiano i libri.“Dietro lo sguardo” di Elisabetta Bagli si presenta come uno spaccato di momenti di vita vissuta, come un collage di istantanee scattate rubando l’attimo al tempo e messe insieme a formare un puzzle bicolore, senza sfumature né mezze tinte. La raccolta, per quanto omogenea nell’intensità del sentire, è divisa in due sezioni: Luce e Buio. Ognuno dei due, inevitabilmente, portatore dello stato d’animo legato al positivo e al negativo. Questa dualità, questa contrapposizione, si evince in ognuna delle composizioni: ogni scritto ha in sé l’assenza del suo opposto, ogni bianco ha dentro e attorno il nero e viceversa, ne è circondato e delimitato e nel contempo esaltato nel suo essere.

 

intervista di Paola Pacifici

Elisabetta Bagli, hai presentato presso il Comites di Madrid  il tuo ultimo libro “Dietro lo sguardo”, di che cosa tratta? Il mio libro è rivolto a tutti, ma principalmente alle donne e ai loro sogni d’amore. A volte, questi sogni si riescono a raggiungere, altre volte sono di difficile realizzazione e rimangono come tali nel loro animo. Dall’osservazione della realtà che mi circonda ho cercato di sviscerare i desideri d’amore più reconditi, descrivendo la rabbia per alcune situazioni nelle quali la sottomissione all’uomo rende le donne nude e, quindi, più vulnerabili. Ho cercato di comprendere le donne che soffrono, che vivono all’ennesima potenza e quelle che non si abbattono e continuano ad andare avanti per riuscire ad affermarsi e poter proseguire una vita nella quale la speranza e i sogni di un amore passionale e vero siano sempre il motore della loro esistenza. Mi sono immedesimata nelle donne che muoiono per amore e in quelle che rivendicano la loro condizione di donna, in quelle che amano in silenzio per l’impossibilità di gridare il loro amore per implicazioni troppo grandi nella vita e ho cercato di entrare nell’anima di coloro che hanno la forza di iniziare di nuovo, di quelle donne che hanno il coraggio di essere soprattutto donne, perché per esserlo bisogna essere molto coraggiose. Le immagini ricreate nei versi sono attuali e vive, immagini nelle quali ogni essere umano, non solo le donne, possono ritrovarsi: sono fragili e forti, delicate e violente, bianche e nere, proprio come la luce e il buio che è dietro lo sguardo di ognuno di noi.

Che cosa significa per te e cosa ti da scrivere un libro? I libri sono da sempre la mia passione. Sono accanita lettrice di classici e amo Pirandello e Oscar Wilde, due generi completamente diversi, ma che hanno in comune un’analisi approfondita della condizione umana di tutte le epoche: determinata dal voler essere e dalla paura di essere. Per questo poi nascondersi dietro le maschere risulta essere necessario per poter proseguire nella vita. Entrambi gli scrittori descrivono l’universalità dei sentimenti e dei comportamenti dell’uomo in modo talmente affascinante che è sorto in me il desiderio di leggere e rileggere i loro libri più volte e ancora lo faccio. Questo è ciò che mi deve dare un libro quando lo leggo: non solo evasione (anche se è una sua componente necessaria), ma anche e soprattutto mi deve fornire spunti per una sorta di riflessione introspettiva che mi aiuta a capire meglio chi sono.  L’esperienza della scrittura non è diversa da quella della lettura, secondo il mio modo di essere. Per me scrivere non è solo sfogo ed evasione, ma è anche comprendere meglio quello che si racchiude dentro di me e poter portarlo alla luce attraverso storie o versi che rappresentano il mio sentire.

È vero che i libri sono sempre anche un po’ autobiografici? Uno scrittore ha un filtro che, come dicevo prima, è il nostro modo di sentire e percepire le cose che ci sono intorno. Quindi, condivido il fatto che si dica che uno scritto sia autobiografico in quanto sempre si parla di qualcosa che è proprio dell’autore, anche se non tutto quel che viene scritto è stato vissuto in prima persona dallo stesso. In effetti, non concepisco il “disamore” descritto nella sezione BUIO della mia silloge. Non è il mio modo di vedere l’amore, mentre per alcuni, quella, evidentemente, è l’unica maniera che hanno per amare sebbene si tratti di un amore malato. E, fortunatamente, questa parte non l’ho vissuta in prima persona, ma ho agito come un’attrice immedesimandomi nelle donne che subiscono soprusi, per poter scrivere quei versi che leggete nella silloge.

Quanto è cambiato, se è cambiato, lo stile dello scrivere? È cambiato molto se non moltissimo. All’inizio avevo quasi il timore di mettermi a nudo e di gridare la mia “Voce” (il titolo della mia prima raccolta di poesie). La paura era quella di essere giudicata, criticata… Anche gli scritti erano un po’ frenati da questi sentimenti. Ma ora sono riuscita un po’ a superare questo mio limite essendo più consapevole di me stessa e dei miei propri limiti, dando pertanto più sfogo alla mia scrittura diretta nella quale mi sento IO.

Hai scritto un libro per bambini, cosa piace oggi ai giovani e quale secondo te bisogna trasferire attraverso la letteratura? Il libro per bambini s’intitola “Mina, la fatina del Lago di Cristallo”, Il Villaggio Ribelle Edizioni. È un libro per bimbi delle elementari nel quale si narra la storia d’amicizia di due bambine che un giorno vengono in contatto con Mina, la fatina che vive vicino al Lago di Cristallo che le aiuterà a riflettere sulla loro amicizia e sulle loro capacità. Il Parco in cui si svolge il racconto è un chiaro riferimento al Parque del Retiro, meraviglioso polmone verde al centro della splendida città che mi ospita. Il messaggio da trasmettere ai bimbi e ai ragazzi deve essere sempre positivo, per aiutarli a divagarsi senza perdere mai d’occhio la propria strada.

I tuoi prossimi libri cosa ci racconteranno? I miei prossimi libri racconteranno ancora di bambini, ma anche di ragazzi al loro primo amore, di adulti alle prese con la vita quotidiana, familiare e con i figli. Naturalmente ci sarà spazio per la poesia e anche per dei racconti a stampo diverso. Credo fermamente che la letteratura in genere e, soprattutto, la poesia sia “un arma cargada de futuro” (un’arma carica di futuro) esattamente come diceva Gabriel Celaya en su celebre poesia. Staremo a vedere.