GIUSEPPE MELI, PRESIDENTE DELLA CASA DEGLI ITALIANI A BARCELLONA

Nasce nel 1865 come Società di Beneficienza e Mutuo Soccorso. In quasi un secolo e mezzo di storia le nostre finalità non sono mai cambiate. Negli ultimi anni abbiamo molto potenziato il settore delle attività pubbliche e degli eventi. La nostra è un’Associazione aperta e plurale alla quale chiunque, italiano e non, può iscriversi. La Casa si finanzia principalmente con le quote sociali ed il contributo d’uso per l’utilizzo delle nostre strutture. La Casa continua ad essere un punto di riferimento fondamentale. Nella vita quotidiana di un connazionale che vive qui a Barcellona si parla molto più italiano rispetto a prima. La Casa non si sostituisce ad altre istituzioni che hanno come scopo le relazioni commerciali con ditte italiane. Riceviamo periodicamente visite ufficiali sia dalla Generalitat che dall’Ajuntament e a nostra volta siamo spesso invitati ai loro eventi ufficiali.

Giuseppe MeliChe cosa è la Casa degli Italiani e perché nasce?
La Casa degli Italiani di Barcellona è un’associazione benefico-culturale che nasce nel 1865 come Società di Beneficienza e Mutuo Soccorso. Come dice bene il nome, nacque con lo scopo di fornire assistenza di vario tipo agli italiani che vivevano a Barcellona, oltre che con il fine di conservare, promuovere e diffondere la lingua e la cultura italiane nella capitale catalana. Nel 1881 la Società fondò le Scuole Italiane, che poi furono cedute allo Stato Italiano, che ancora oggi le gestisce. Con il trasferimento nello storico palazzo di Pasaje Méndez Vigo, dove ancora oggi abbiamo la nostra sede, la Società di Beneficenza e Mutuo Soccorso diventa Casa degli Italiani di Barcellona nel 1911. Proprio il 15 Giugno di due anni fa abbiamo infatti festeggiato il centenario della nostra sede, che come dice il nome stesso è stata, è e vuole continuare a essere la casa di tutti gli italiani di Barcellona. Anzi, le dirò di più, non solo degli italiani ma anche di tutti coloro che a prescindere dalla loro nazionalità sono appassionati alla storia e alla cultura del nostro Paese.

Oggi a differenza di quando è stata istituita, come sono cambiate, se lo sono, le sue attività e le sue finalità?
In quasi un secolo e mezzo di storia le nostre finalità non sono mai cambiate: da un lato la beneficenza, dall’altro la cultura sono le direttrici che guidano la nostra azione quotidiana. Negli ultimi anni abbiamo molto potenziato il settore delle attività pubbliche e degli eventi, che per la grandissima maggioranza  sono gratuiti e aperti a tutti. Questo perché la nostra missione è, tra le altre cose, quella di essere il più possibile inclusivi rispetto a chiunque mostri interesse per le nostre attività. Le nostre attività si autosostentano dal punto di vista economico: e spesso, e questo lo dico con grande orgoglio, le personalità che si rendono protagoniste dei nostri eventi e che magari per farlo vengono appositamente dall’Italia, lo fanno a titolo assolutamente gratuito e volontario, in linea con i principi della Casa. Voglio comunque sottolineare che, nonostante il settore degli eventi e delle iniziative pubbliche sia quello più visibile all’esterno, il nucleo fondamentale della nostra attività è quello di fare beneficenza e di sostenere le Scuole Italiane a Barcellona. Le iniziative pubbliche servono per generare interesse verso la Casa degli Italiani: ma la Casa senza la sua vocazione benefica non esisterebbe.

Chi sono i soci, quale tipologia? Come si finanzia?
Non esiste una tipologia standard di Socio della Casa. La nostra è un’Associazione aperta e plurale alla quale chiunque, italiano e non, può iscriversi. Per questo motivo chiunque, a prescindere dalla sua occupazione e dalla sua collocazione sociale e politica, è ben accolto tra i nostri iscritti. La Casa si finanzia principalmente con le quote sociali ed il contributo d’uso per l’utilizzo delle nostre strutture. Voglio ricordare inoltre che, come in molte Associazioni senza scopo di lucro, l’impegno di tutti è assolutamente volontario: i fondi che raccogliamo sono quindi reinvestiti per le attività benefiche e culturali che portiamo avanti con grande sforzo e impegno.

Per i giovani che sono nati in Spagna, a Barcellona, è ancora valida la presenza e le attività della Casa?
Certamente sì perché in primo luogo la Casa è in stretta collaborazione e dà supporto alle Scuole Italiane: le aiuta sia con la logistica che con borse di studio e finanziando alcune attività degli e per gli alunni. In secondo luogo, è un importante punto di contatto con l’Italia in quanto le nostre manifestazioni spaziano dal gastronomico al culturale però sempre guardando alle nostre origini e la nostra patria ed in questo modo i giovani, anche se nati in Spagna, possono capire meglio le nostri tradizioni e la nostra cultura. Per molti di questi giovani, per molti di questi ragazzi, è importantissimo il tema dell’identità: sentono di essere italiani, sono stati educati a esserlo, ma hanno sempre vissuto in Spagna: è importante quindi che anche la Casa, come la scuola, come le famiglie, offrano loro gli strumenti perché questa identità sia il più possibile vissuta anche nella quotidianità.

Quale punto di riferimento è oggi?
La Casa continua ad essere un punto di riferimento fondamentale e importante per chi voglia respirare i valori dell’italianità qui a Barcellona ed il pubblico al quale ci rivolgiamo è molto vario iniziando dai giovani per finire ai più anziani e nostalgici della patria. Ma non solo in quanto la Casa è punto di riferimento per gli spagnoli che trovano nella nostra associazione un calore ed uno spirito che difficilmente possono incontrare in altri gruppi ed è per questo che alle nostre cene ed in tutte le nostre manifestazioni troviamo tanti amici anche se con passaporto non italiano. Come già ho spiegato prima, la nostra è infatti un’idea inclusiva e non esclusiva dell’italianità, un’idea culturale e non etnica o biologica: chi si riconosce nello spirito del nostro Paese, nei suoi valori, nel suo vivere quotidiano alla Casa degli Italiani di Barcellona avrà sempre le porte aperte, a prescindere da chi sia e da dove venga.

Il ritrovarsi, parlare italiano è molto sentito anche oggi o soprattutto oggi?
Non si può negare che rispetto a qualche anno fa le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno un po’ messo da parte l’esigenza “fisica” di parlarsi e vedersi tra italiani qui a Barcellona. Tramite Internet chiunque può informarsi sulla vita italiana e può parlare con i propri cari e i propri amici a costi irrisori. Nella vita quotidiana di un connazionale che vive qui a Barcellona si parla dunque molto più italiano rispetto a prima, anche senza bisogno di frequentare fisicamente altri italiani. Tuttavia, noi crediamo che Internet non è sufficiente e non possa e non debba sostituire i rapporti diretti tra le persone. Per questo crediamo che ancora oggi sia importante la presenza di una Casa degli Italiani qui a Barcellona. Voglio fare un esempio: il boom che abbiamo avuto lo scorso anno per le partite della nostra nazionale di calcio all’Europeo di Polonia-Ucraina, con la partecipazione di centinaia di persone dai quarti in poi. Si trattava di partite che chiunque poteva vedere sulla tv, al bar o sul proprio pc: ma l’idea di vederle tutti insieme con altri italiani, con commento in italiano, di sentirsi parte di una stessa comunità anche fuori dai confini nazionali ed in un contesto comunque “ufficiale” è stata la carta vincente.

Quanto e come sono tutelate e promosse le nostre marche italiane dalla Casa? E dalle nostre istituzioni?
La Casa non si sostituisce ad altre istituzioni che hanno come scopo le relazioni commerciali con ditte italiane, nonostante ciò cerca di aiutare la promozione di alcuni prodotti ed imprese normalmente a seguito di delegazioni ufficiali di regioni che cercano alcune volte un marco più istituzionale che solo la Casa con i rapporti stretti che mantiene con il Consolato può dare. Inoltre la Casa ha una serie di accordi di collaborazione con varie marche e imprese italiane che operano qui a Barcellona. Attraverso questi accordi forniamo sconti e vantaggi ai nostri Soci e cerchiamo così di generare un circolo virtuoso.

I rapporti della Casa con le istituzioni catalane?
Assolutamente cordiali e proficui. Riceviamo periodicamente visite ufficiali sia dalla Generalitat che dall’Ajuntament e a nostra volta siamo spesso invitati a eventi ufficiali che queste istituzioni organizzano o dove queste istituzioni sono coinvolte. Inoltre, e anche questo è molto importante, collaboriamo spesso anche con altre entità che rappresentano comunità nazionali qui a Barcellona. Siamo infatti convinti che il motivo della longevità della comunità italiana qui sia anche da ricercare nel fatto che ci siamo sempre integrati a pieno titolo sia con i catalani sia con i tanti stranieri che da sempre popolano questa città. È importante ricordare che durante i festeggiamenti per i 150 anni dell’inità d’Italia l’evento più importante a Barcellona fu organizzato propio dalla Casa con la partecipazione di molte personalità del mondo spagnolo e catalano prime tra tutte del Signor Duran y Lleida in rappresentazione del Congreso.

E con omologhe straniere?
Purtroppo i contatti con associazioni italiane in altri paesi sono quasi inesistenti, recentemente durante un viaggio di lavoro in Brasile ho visitato il Circolo Italiano di San Paolo con la promessa di stringere legami e rapporti e stiamo iniziando a lavorarci. Ci piacerebbe tuttavia avere contatto ancor più intenso con le tante associazioni degli italiani sparse per il mondo e proprio per questo vorrei lanciare un appello a chi leggesse quest’intervista perchè sappia che nella nostra associazione troverà sempre il massimo interesse per scambi e collaborazioni!

Che cosa, seconde te, presidente, oggi lega di più gli italiani all’estero?
Come tutti sappiamo gli italiani sono per loro natura individualisti e poco propensi a essere uniti, in patria come fuori. Tuttavia, questo è vero fino ad un certo punto. Ricordo ancora come fosse oggi l’emozione provata quando durante il grande evento per i 150 anni dell’Unità d’Italia (17 Marzo 2011) l’orgoglio che ho potuto leggere negli occhi dei tantissimi italiani presenti e la sensazione forte di sentirsi parte di una comunità e di un comune sentire. Credo che a prescindere da tutto, ciò che lega gli italiani all’estero sia un comune modo di vedere la vita e di godere delle cose belle che proprio la vita ci offre: non dico che siamo migliori o peggiori degli altri ma certamente la nostra identità è ancora fortemente riconoscibile, e io credo sia anche giusto così. Inoltre noi italiani all’estero vediamo come tante volte chi vive in patria sia capace, per interessi personali, di far molto male all’immagine di tutti noi dentro e fuori costringendoci poi a una difesa talvolta dura della nostra italianità.

Tante attività durante l’anno ci vede uniti e ci fa sentire uniti, a quasi metà  di questo anno quali manifestazioni avete fatto? E quali hanno avuto maggior successo?
È passata la primissima parte del 2013 ma abbiamo già organizzato molte manifestazioni con una grande partecipazione. Voglio ricordare ad esempio il recital piano Pleyel con la pianista giapponese Aya Okuyama che si è esibita su strumenti originali dell’epoca di Chopin, a cui il concerto era dedicato, grazie anche all’impegno di Olivier Fadini, discendente diretto di Amerigo Fadini, il nostro primo Presidente. È stata una serata molto emozionante e suggestiva, anche per lo speciale allestimento del nostro Salone. Molto bella è stata poi la serata dello scorso 25 Gennaio quando abbiamo avuto un concerto di arie d’opera con il basso Stefano Palatchi e la soprano María Gallego. Voglio ricordare inoltre la rassegna “Nuovocine MéndezVigo”, con film scelti da ragazzi e ragazze del Liceo Scientifico “Amaldi” di Barcellona, la mostra fotografica “Viaggiando per il Belpaese” con opere dall’archivio dei Fratelli Alinari, la collaborazione sempre proficua con il Teatro Stabile di Barcellona, la presentazione dell’edizione spagnola del libro “Cefalonia” del poeta e scrittore Luigi Ballerini. Rapida ma non meno importante la visita ricevuta dal Sindaco di Torino, Piero Fassino, in occasione di un viaggio ufficiale per l’inaugurazione dei voli diretti da e per quella città con Barcellona. Una menzione speciale poi per la Santa Messa in italiano: ogni seconda domenica del mese fino a giugno è officiata da Don Silvio Torregrossa, un sacerdote italiano che vive in Catalogna. Dalle notizie in mio possesso, la Santa Messa in italiano alla Casa è l’unica che si officia a Barcellona. A questo proposito, voglio ricordare la grandissima emozione provata nell’incontrare il Papa Emerito, Sua Santità Benedetto XVI, nel corso di un viaggio a Roma dello scorso autunno. Lo incontrai come Presidente della Casa degli Italiani di Barcellona, così come fui ricevuto, insieme al resto della nostra delegazione, in Campidoglio e alla Farnesina: un ulteriore grande riconoscimento alla storia e al prestigio della nostra Associazione anche in Italia.

La crisi economica si è fatta e si fa sentire anche nella Casa?
Come tutti sanno, la situazione in Spagna è molto difficile e complicata e la crisi economica purtroppo è ancora molto lontana dal terminare. La sentiamo forte anche qui alla Casa per un semplice motivo: ogni anno aumentano le richieste di assistenza dei nostri connazionali in difficoltà e ogni anno destiniamo a questo scopo sempre più fondi rispetto all’anno precedente; d’altronde e non potrebbe essere altrimenti, come già spiegato molto diffusamente nel corso di questa intervista la beneficenza è una direttrice fondamentale e irrinunciabile della nostra attività. D’altra parte è sempre più difficile trovare soci o aziende disposte a sponsorizzare le nostre manifestazioni per cui come per tutti la crisi ci sta offrendo una situazione difficile ma grazie alla oculatezza e buona gestione che stiamo realizzando riusciamo a portare a termine tutti gli obiettivi che abbiamo in agenda.

I programmi per i prossimi mesi?
Saranno mesi ricchissimi e molto pieni. Posso citare solo alcune manifestazioni, perché citarle tutte sarebbe impossibile. Per cominciare, il 22 e 23 Aprile ospiteremo e promuoveremo una serie di attività ed eventi per festeggiare Sant Jordi, la festa catalana chiamata “del libro e la rosa”, insieme anche a “Leggere Tutti”, che organizza La Nave dei Libri per Barcellona. Successivamente una nostra delegazione andrà a fine Aprile in Emilia e Lombardia per un viaggio “Sulle Ali della Musica e della Storia”, in occasione del bicentenario verdiano. Sempre ad aprile ospiteremo una mostra organizzata dagli alunni delle scuole medie , visiteremo il “Parlament” de Cataluña su invito di un partito catalano, e per finire il mese avremo nel nostro Salone un concerto organizzato dal Liceo Italiano “Amaldi”. A maggio ospiteremo un’opera teatrale con Sandro Dieli, un’esposizione di quadri con la collaborazione della Regione Calabria e una serata in omaggio al giornalista Fancelli, scomparso da poco, ma ex alunno delle scuole e molto legato agli italiani; continueremo con il patrocinio della Giornata Sportiva organizzata dal Circolo Calcio e, per concludere, l’ultimo venerdi ci sarà la classica cena sociale dove ormai, visto il successo, siamo costretti a limitare il numero dei partecipanti. A Giugno poi organizzeremo il consueto Cocktail d’Estate che vede sempre la partecipazione di centinaia di persone mentre a Luglio prepareremo la cena d’estate nel nostro giardino con musica dal vivo! A Settembre organizzeremo per il secondo anno consecutivo la Giornata di Porte Aperte che nel 2012 ha visto avvicendarsi 15 ore di mostre, concerti, teatro nella nostra storica sede di Pasaje Méndez Vigo.

Presidente, ti ho visto impegnato, non solo per il tuo ruolo istituzionale, nelle varie serate organizzate , ma  sicuramente si nota e si sente  quel “tuo particolare coinvolgimento” che tutti avvertono come una speciale attenzione verso noi che viviamo all’estero. Assieme a tua moglie Ornella, che condivide con un particolare affetto di abnegazione e attenzione, rendete la Casa veramente degli Italiani, vi ringraziamo a nome di tutti e dei  miei lettori.

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GIUSEPPE MELI

Nato a Catania il 16 luglio del 1955 a soli pochi metri dal mare, mare che è rimasta la grande passione. All’età di 7 anni mio padre Pasquale trasferì la famaglia a Milano dove ho studiato, Liceo Scientifico e poi Ingegneria al Politecnico, quest’ultima non ultimata a causa del militare prima e del lavoro dopo. La famiglia di chiara fede cattolica mi avvicina alla Chiesa dove frequento l’Oratorio e dove conosco mia moglie Ornella con la quale abbiamo due figli Alessandra e Pasquale ed oggi uno splendido nipotino Gabriel. Dai 18 fino ai 27 anni, praticamente fino al trasferimento in Spagna, ho svolto del volontariato presso la Croce Rossa di Bresso (Mi), esperienza per me determinante nella formazione e nel carattere. Ho collaborato con mio padre sin dal principio della mia carriera professionale prima in Italia, poi in Spagna e temporalmente a Valencia nel 1976/77. Finalmente nel 1982 decidiamo con papà di creare un’azienda propia e quindi di trasferirci in Spagna a Barcellona, fondando nel 1983 la Sevasa che inizierà poi l’attività nel giugno dell’84. Oggi la nostra società, che si dedica alla trasformazione del vetro piano, è considerata una delle più prestigiose ed importanti del settore del vetro piano in continua evoluzione in quanto a tecnica e prodotti. Il progetto di sviluppo attuale prevede vetri trasformati di alta tecnologia per l’uso nel campo dell’elettronica. Nel 1986/87 frequento ed ottengo il Master in Direzione e Amministrazione d’Azienda presso Eada a Barcellona. Per qualche anno, dopo il trasferimento in Spagna, perdo il contatto con l’Italia, che riacquisto agli inizi degli anni ’90. Inizio così anche a frequentare “La Casa degli Italiani” di Barcellona e nel 1997 vengo eletto Consigliere occupando la carica di Amministratore, carica che ricopro per ben 4 mandati consecutivi e che vedono anche da parte di questa ultracentenaria associazione un grosso investimento con l’ampliamento dei locali dedicati alle Scuole Italiane di oltre 1000 mq per un importo di oltre 2 milioni di Euro. In questi anni faccio parte anche dell’IDI (imprenditori Dirigenti Italiani) e della Camera di Commercio Italiana a Barcellona. Nell’ottobre del 2003 sono invitato dal Ministro Tremaglia al 1º “Convegno Internazionale degli Imprenditori Italiani nel Mondo” a Roma. Nel 2009 vengo rieletto Consigliere della Casa degli Italiani di Barcellona occupando però la carica di Presidente, incarico che è stato riconfermato per un altro mandato.