Le mie passioni si sono mostrate a me grazie a delle situazioni, che anni fa avrei definito casuali, ma che oggi posso affermare con certezza che casuali non sono assolutamente. Un ruolo determinante l’ha svolto il mio istinto al quale ho imparato a dare ascolto grazie a un grande lavoro svolto su me stessa e il mio desiderio di mettermi in gioco. La persona che devo ringraziare per avermi per prima parlato dello shiatsu è il papà di un’amica di mia figlia, che incontrai casualmente un’estate; non ci vedevamo ormai da anni, eppure quel giorno ci incontrammo in un centro commerciale e ci intrattenemmo a parlare delle figlie ormai diventate grandi, di noi e dei nostri progetti. Così mi raccontò del corso di shiatsu e del diploma di operatore shiatsu che aveva conseguito; mi spiegò del benessere che dà in maniera del tutto naturale solo attraverso la digitopressione. Devo dire che subito, dentro di me, è scattata una molla che mi spinse a partecipare all’incontro introduttivo al corso, che si sarebbe tenuto di lì a poco. E’ come se avessi trovato qualcosa che metteva insieme tanti aspetti di me: l’istinto di prendermi cura degli altri, il dono di saper trasmettere serenità, la convinzione che il benessere del corpo e della mente viaggiano paralleli, i benefici del contatto fisico, la mia innata ammirazione e rispetto per la perfezione dell’essere umano così come è stato creato. Fu così che mi iscrissi. Ero entusiasta. Il corso si svolgeva nel fine settimana, giornate intense di anatomia, di teoria della tecnica e di pratica, che proseguivo nelle sere durante la settimana andando, dopo il lavoro, a fare trattamenti ad amici e parenti. E non ho più smesso: la serenità dei volti delle persone appena finito il trattamento, le loro sensazioni di benessere espresse e la conferma il giorno successivo, sono per me un nutrimento per l’anima. Per quanto riguarda il flamenco devo dire che veramente è stato solo il mio istinto che mi ha guidato a soffermarmi a leggere una locandina attaccata alla porta di un bar, che pubblicizzava uno spettacolo di danze mediterranee. Andai e rimasi affascinata dalla carica emotiva che mi arrivò dal Flamenco, travolgendo mi in pieno con effetti energetici enormi! La determinatezza del ritmo, i colpi del tacco e delle punte, determinati dalla forza di gambe sicure di conoscere la strada, uniti alle espressività dei movimenti dei fianchi, delle braccia, del collo con il viso mi lasciarono incantata. Durante lo spettacolo pieno di colori, attirarono la mia attenzione in particolare una ballerina di flamenco, che poi seppi essere l’insegnante, e il percussionista. Mi soffermai a guardare più volte le sue mani che battevano il tempo su quello strumento, il cajon, fino ad allora a me completamente sconosciuto. A fine spettacolo ero così entusiasta che mi fermai timidamente ad aspettare gli artisti per complimentarmi e chiedere informazioni per come continuare a seguire i loro spettacoli. Mi diedero indicazioni della pagina Facebook e scambiai due parole con quella che poi è diventata la mia bravissima insegnante di Flamenco. Il mio amore per il flamenco si mostrò così prepotente che quell’anno andai a tutti gli spettacoli che si svolsero a Roma, a fine giugno andai a vedere il saggio spettacolo di fine corso. Fu bellissimo. Sempre più entusiasta parlai con la maestra, mi incoraggiò ad iscrivermi al corso, nonostante la mia esperienza di ballo fosse limitata alle feste a casa con amici quando ero adolescente. “Il Flamenco si può iniziare a ballare a qualsiasi età” mi disse. Ho frequentato 3 anni i corsi di Flamenco, ho partecipato ai saggi spettacolo e sono ovviamente ancora come un frutto acerbo; la complessità del Flamenco per una persona digiuna come me di qualsiasi tipo di espressione artistica è enorme, ma ho imparato ad apprezzare i piccolissimi frutti di qualsiasi semino che riesco a piantare nel fertilissimo terreno che ho dentro di me e tutto questo mi rende molto felice.
Due culture completamente diverse, che però entrambe parlano con e per il corpo?
Quello che mi ha attirato in un primo momento inconsapevolmente è stato il profondo valore di entrambe; lo shiatsu si prende cura della salute del corpo, è un’antichissima tradizione le cui radici vanno ricercate nella cultura e nella medicina cinese e negli influssi che questa ebbe sulla medicina giapponese, grazie anche all’influenza del buddismo. Shiatsu deriva dalle parole giapponesi SHI dito, ATSU pressione, infatti l’operatore, attraverso una precisa postura, esercita una pressione costante e orientata su gran parte della muscolatura, dando benessere a tutto il corpo. Anche il flamenco parla con il corpo di un’arte che nasce dall’intreccio delle tradizioni culturali e musicali dei diversi popoli che si sono stabiliti in Andalusia e, in maniera astratta, per il corpo psicologico di chi, come spettatore, recepisce gli stimoli di vivacità, di gioia, ma anche di forza, di rabbia e di tristezza, cioè di tutto ciò che rende la mia vita un percorso intenso e unico. Per me niente di più meraviglioso.
Parliamo dello Shiatsu
Lo Shiatsu che pratico io si chiama Namikoshi, lo ideò Tokujiro Namikoshi e non posso fare a meno di raccontare in due parole la storia piena di dolcezza e di amore. Tokujiro abitava con la famiglia nell’isola di Shikoku, dove il clima era caldo, ma dovettero emigrare in un’isola fredda. La mamma non si adattò al cambiamento e cominciò ad avere forti ripercussioni a livello fisico, arrivando ad avere il reumatismo articolare in tutto il corpo. Purtroppo nel villaggio in cui vivevano non c’era un medico, né si trovavano medicine. Tokujiro, che aveva solo 7 anni, e i fratelli, non sopportando di vedere la mamma soffrire, a turno cominciarono a massaggiarle le parti dolenti e i dolori cominciarono ad attenuarsi. Quando toccava a Tokujiro, praticarle il massaggio, la mamma sentiva maggior beneficio, così lui cominciò a porre più attenzione nelle zone più rigide e ad adeguare la pressione alle variazioni che percepiva sotto le dita. La mamma migliorò e lui, con il passare degli anni e studiando, mise a punto la terapia completa e questo processo gli rivelò la capacità dell’organismo di curarsi da sé.
I tuoi clienti sono più uomini o più donne?
Sicuramente più donne, sono più soggette ad avere dolori per vari motivi, sono sicuramente più sensibili alla cura di loro stesse, all’ascolto dei segnali che il corpo manda, ma anche più aperte verso le terapie non convenzionali.
Che cosa si cura con questa tecnica?
Con questa tecnica si contribuisce a riequilibrare il corpo infatti la continua tensione e la continua attività muscolare provocano stanchezza e indurimento dei muscoli, i quali perdono l’elasticità e la capacità di contrarsi. In questo caso la velocità della circolazione del sangue e della linfa diminuisce e gli organi interni e il sistema endocrino si squilibriano. Percorrendo gran parte della muscolatura con la digitopressione e mettendomi in ascolto dell’altro attraverso la pelle, principale organo sensoriale, riesco a donare benessere.
Le mani hanno in entrambe i casi “Shiatsu e flamenco” una grande importanza. Nel primo caso danno benessere, nel secondo mandano messaggi e tramandano cultura popolare. Quale ti piacciono di più?
Le mani, per me, hanno sempre avuto una grande importanza; mandano segnali, esprimono messaggi, a volte meglio delle parole, che molto spesso partono dal cuore. Nel caso dello Shiatsu diventano strumento meraviglioso che mi permette di percepire tutti i segnali che il corpo del ricevente mi manda, instaurando questo contatto prezioso, che percepisco come un dono e me ne prendo cura. Nel flamenco, il ricco e vario movimento delle mani, è molto caratteristico, accompagna e costruisce, come in un puzzle dai colori forti, una danza unica, un’espressione artistica schietta degli strati più umili e marginali della popolazione andalusa. Mi rispecchio in entrambe e il beneficio che ne ricevo è immenso, sono due parti di me che si esprimono.
Sonia che cosa ti hanno portato, cambiato e migliorata nella tua vita lo Shiatsu ed il flamenco?
Dare spazio a queste mie passioni mi ha dato modo di mettermi in gioco, superare difficoltà e blocchi, mi ha dato modo di confrontarmi e scoprire aspetti di me sconosciuti. Ho capito quanto fosse importante superare la paura del giudizio degli altri, ho avuto lo stimolo ad accrescere la mia cultura, ho avuto modo di conoscere ed incontrare nuove persone con cui condividere momenti di gioia ma anche di fatica e di impegno. Ho imparato a mettere a tacere quel desiderio di perfezionismo che avevo, ho imparato a credere di più in me stessa e nelle mie capacità e questo mi ha portato grande beneficio anche nella postura. Ho imparato a credere nel fatto che ognuno di noi ha innumerevoli capacità, ma nel corso della vita ci si impigrisce limitandosi a svolgere pochissime attività che piano piano ci spengono e ci rendono tristi e avviliti. Non ho mai sopportato la monotonia e penso che è nelle nostre passioni che si trovano le soddisfazioni e gli stimoli per una vita sana.
Parliamo del Flamenco
Il Flamenco è un’espressione di “sensualità”. Il corpo della donna che parla attraverso il suo vestito di “lunares” attillato, il garofano rosso fra i capelli, le movenze che seducono attirando il suo compagno di ballo. Tutto questo parla di una Spagna sensuale e caliente soprattutto durante le Ferie. Sonia di tutto questo ed in tutto questo dov’è? L’amore per il flamenco è stato come un innamoramento adolescenziale, mi sono sentita attratta e non c’è stato posto per la razionalità, nonostante spesso mi sono sentita piccola piccola in questo mondo di musica e arte che purtroppo per tanti anni ho frequentato marginalmente. Ciò che amo del flamenco è il coinvolgimento emotivo, l’artista ballando interpreta emozioni forti come la malinconia, la tristezza, la gioia e l’allegria, la rabbia. Per fare questo usa tutto il corpo, anche le espressioni del viso, è così diretto il messaggio che arriva, che mi fa pensare ad una persona sincera, prima di tutto con se stessa, schietta, disposta a mettere in mostra la sua parte più intima e più vera, e sicuramente più bella. Mi arriva un segnale di una persona sicura di sé, che non ha paura delle sue emozioni, anzi le rispetta e le ama. In tutto questo c’è qualcosa che fa parte di me, le emozioni per me sono il sale della vita. Ho visto un solo spettacolo di flamenco con un uomo e una donna in cui si esprimeva questo gioco di sensualità e seduzione e mi è piaciuto molto. Ma la maggior parte di volte, ho visto esibizioni di artisti singoli o gruppi e la sensualità dei vestiti e dei gesti l’ho interpretata come una sicurezza e fierezza di essere individuo libero e amato per quello che è, corpo e anima. Io sono qui, un po’ in tutto questo ma molto lontana da riuscire ad interpretarlo attraverso il flamenco, la tecnica è molto complessa e richiede anni di studio. Per il momento continuo a studiare e a godere quando vado a vedere uno spettacolo, rimanendo estasiata ogni volta, grazie alla carica di energia che il Cante, i musicisti e il bailaor mandano attraverso le vibrazioni alte della loro arte.
Ma la Sonia senza Shiatsu e Flamenco chi è?
Sono una donna e mamma, amo immensamente le mie tre ragazze. Sono sensibile, estroversa e ottimista, romantica e sognatrice. Se dovessi identificarmi con due parole sicuramente direi amore e libertà. Sono istintiva ed impulsiva, leale e sincera, non amo la ricchezza. A volte ho bisogno di silenzio, ho imparato ad apprezzare molto il suo potere e vivo momenti molto intensi quando c’è qualcuno che lo condivide con me. Mi piace contemplare la bellezza e unicità della natura; gli animali, soprattutto i gatti, hanno un posto importante nella mia vita. Mi piace leggere. Non mi piacciono le regole se non condivido l’utilità. Sono intensa e passionale, a volte le bufere emotive che vivo mi travolgono, vivo l’intera gamma delle emozioni, da quelle più dolci e delicate a quelle più esasperate e rabbiose, le emozioni intense sono il mio pane quotidiano. Questo mi ha spinto ad iscrivermi 4 anni fa ad un corso di teatro, che mi ha aiutato molto a conoscere e gestire meglio le mie emozioni. Ho imparato così a giocarci, divertendomi e questo ha fatto in modo tale che non ho più smesso di frequentare i corsi di teatro. Tra le mie passioni ci sono i bambini, con cui cerco sempre di trascorrere un po’ di tempo, mi danno gioia e spensieratezza. Mi piace trascorrere del tempo con le persone anziane e ascoltare le loro storie. Appena posso vado a vedere spettacoli di danza, teatro, ad ascoltare concerti di tutti i generi e a vedere mostre di pittura, insomma l’arte in generale colora la mia vita con colori sgargianti. Ovviamente quando sono in disequilibrio e si accentuano alcuni aspetti, vengono fuori prepotenti i miei difetti, che sono facilmente deducibili. Ma ho imparato ad amare la vita, ho imparato a perdonare, a rispettare di più il percorso di ognuno senza giudicare, a non giudicare me stessa e a seguire il mio cuore. Sto coltivando il mio lato spirituale che a volte si è mostrato a me nel corso degli anni, ma a cui non ero pronta a dare spazio. Credo che oltre a un corpo materiale, abbiamo un anatomia energetica. Nel meraviglioso passaggio della vita, il viaggio continua. Ho sempre pensato che ringraziare sia uno scambio bellissimo di energia, quindi ringrazio la bellissima persona di Paola Pacifici e auguro una buona vita a tutti.