LUIGI FARINA: PRESIDENTE “ASSOCIAZIONE SPAGHETTITALIANI”

“Nel ‘200 c’erano gli spaghetti, la prima pasta, è per questo che ho chiamato così la mia associazione. Uno dei nostri scopi è quello di divulgare ma mantenere anche le nostre tradizioni e, quando è possibile, unirle con quelle di altre regioni italiane”. Il circuito “il Cornicione d’Oro”, come si chiama il bordo della pizza a Napoli, è un percorso fra le varie pizzerie. Vogliamo una “pizza spaghetti italiani” con i colori della nostra bandiera per poterla esportare in tutto il mondo”.

Intervista di Paola Pacifici

Come nasce l’Associazione degli Spaghetti, che è unica?

Nasce da un sito che ho creato 11 anni fa che si chiama “spaghettitaliani. com” da cui è nato tutto. All’inizio quasi per gioco, poi per una mia scommessa con l’amore che ho per la gastronomia e per tutto quello che è italiano. Sei anni fa mi sono unito con alcuni amici e abbiamo deciso di sviluppare questa idea e di portare fuori da internet questa iniziativa che aveva già un grande successo e quindi abbiamo creato l’associazione. Cerchiamo i veri prodotti di una ricetta per rimanere fedeli alle migliori tradizioni italiane. Per esempio oggi sono andato a cercare la cipolla ramata di Montoro per fare lo “sfincione palermitano”, un classico piatto unico. Mi piace unire i prodotti delle varie regioni fermo restando che gli usi vanno rispettati ma si può anche abbinare. Sono un siciliano trapiantato a Napoli ma sempre in giro per l’Italia.

Quali sono le finalità dell’Associazione?

Diffondere la gastronomia italiana abbinandola anche con altre forme d’arte. Incontri con concerti, teatro, interviste ad artisti parlando di musica e dei loro cibi preferiti, delle loro cucine, come quello avvenuto con Lucio Dalla, De Piscopo per esempio ha spiegato come è nata la canzone “Pummarola Blues”, in un programma musicale in cui si parlava della pizza. Abbiamo altre rubriche come il “Menu di Note”, presentazione di cd e l’artista li abbina al mondo gastronomico. Carmen Consoli ha unito il suo menu alla “bossanova”. “A teatro con gusto e musica” con la partecipazione di personaggi come Carlo Vanzina, Rocco Papaleo, Caparezza che oltre che ha parlarci dei loro progetti ci hanno confessato i loro gusti in cucina. Paola Turci ci ha svelato il suo amore per le insalate di riso. La cosa principale è la ricerca della vera gastronomia nei vari punti dell’Italia, anche in quelli più sperduti, meno conosciuti che sono però tutt’ora ricchi di tradizioni. Portare le varie specialità nelle regioni, come quello che abbiamo organizzato “I Fritti del Regno delle Due Sicilie”, una gara in cui si sono messe a confronto le due tipiche tradizioni culinarie, quella palermitana e quella napoletana.

Chi sono i vostri soci?

Sono diversi tipologie, dagli chef, ai ristoranti, agli alberghi. Il socio onorario Bruno Gambacorta, alcuni storici come Gaetano Basile, Bellei dell’aceto balsamico di Modena, che ci ha parlato della famosa cucina modenese. Allacciamo e ci allarghiamo a tutta la cucina tipica regionale italiana. Come siciliano sono affezionato alle tradizioni ma vivendo a Napoli sono anche molto interessato alla cucina napoletana. Sto organizzando il circuito “Cornicione d’oro”, il bordo della pizza a Napoli si chiama così, tutte le manifestazioni sono all’interno della “Biennale del Gusto”, un contenitore dove abbiniamo varie iniziative. Ho lanciato anche l’idea di una “pizza spaghetti italiani”, non perché ci siano gli spaghetti ma con filetti di zucchine (verde), pomodoro e mozzarella per i nostri colori italiani. Ogni pizzeria presenterà la sua versione fino al 31 dicembre. Ogni volta organizzeremo un evento nelle varie pizzeria che partecipano. Ancora una volta per diffondere la nostra cucina. Quello che faremo per i ristoranti si chiamerà il “Cuochino d’oro”, questi sono i due circuiti principali. Abbiniamo altri eventi collegandoci anche momenti di beneficenza.

Parliamo di spaghetti, da noi sono uno dei piatti fondamentale nelle sue innumerevoli versioni, per la nostra tradizione. Non ti sembra che all’estero si parli solo di spaghetti quando la nostra cucina è molto e tanto di più?

Ultimamente ho visto però, che gli chef, stanno portando anche altri piatti italiani, viaggiano molto di più del passato con i loro prodotti regionali e che sono quindi un legame con la propria terra. Queste iniziative si stanno rafforzando moltissimo. Quindi se un napoletano va a New york non porterà gli spaghetti ma i paccheri o qualche altro tipo di pasta che rappresenta di più la suo luogo di provenienza. Comunque gli spaghetti sono la prima pasta che è nata, un importante documento storico ce ne parla già nel ‘200 collocandone l’origine a Trabia, nei pressi di Palermo. Si conferma quindi che la prima pasta sono stati gli spaghetti, ed è anche per questo che ho scelto questo nome per la mia associazione. Oggi le forme di pasta si sono diversificate parecchio.

L’immagine di Alberto Sordi che mangia gli spaghetti e quella di Totò che se li mette in tasca, pensi che sia la forma migliore di promuovere l’Associazione Spaghetti?

Si. Quella che mi piace di più è la scena di “Miseria e nobiltà”, con Totò. C’è infatti un ritorno, perché la pasta in origine si mangiava con le mani, non con la forchetta, soprattutto nel napoletano, e quella immagine è veramente significativa.