Pietro Mariani, un italiano, un sardo a Madrid Da sempre con e per gli italiani che lavorano e vivono in Spagna

Intervista di Paola Pacifici

Intervista di Paola Pacifici

Pietro perché arrivi in Spagna?

Già da giovane  credevo fortemente nell’Europa, nella forza dei Paesi uniti e delle grandi possibilità che l’Europa cominciava ad offrire ai giovani italiani. Decido quindi di venire in Spagna e lascio Cagliari. Ero giovane e mi domandavo ogni mattina “se il mondo era da vendere”, quale migliore attitudine di sicurezza per andare in una “giovane nazione europea”, la Spagna, che era pronta ad accogliere ed ad aprire  le porte allo sviluppo ed ad una integrazione costruttiva.

In Italia tante esperienze  nel mondo dello spettacolo e delle telecomunicazioni vincendo anche il famoso “ TELEGATTO”?

Sono state, in effetti molto importanti e stimolanti che mi hanno messo in contatto  con un mondo dove la cultura è sempre importante. Consolidare e promuovere le tradizioni  sarde  erano per me momenti di orgoglio. Il premio “TELEGATTO” datomi dalla famosa rivista “Sorrisi e Canzoni” è stato un riconoscimento come regista televisivo per il primo e nuovo programma rivolto alle famiglie della televisione degli anni 80. L’innovazione era in me.

Quali sono gli importanti momenti lavorativi che hanno influito sulla tua vita?

Dopo aver imparato bene lo spagnolo, conosciuto gli usi e costumi di questo bel paese, cercai lavoro. Il primo lavoro fu per un editore spagnolo della TV cavo, una esperienza personale esaltante e altamente formativa. Intere città, come Malaga, Cordova, Valencia o Siviglia, le ho percorse strada per strada per seguire le installazioni. Una grande scuola di vita. Il secondo lavoro forse ancora più emozionante è stato quello di contribuire alla nascita in Spagna, tra il 1999 e il 2000, della rete della TDT (televisione digitale terrestre n.d.r.) pionera nel mondo. Ogni montagna della Spagna, dove esiste una antenna di trasmissione tv, è stata una tappa del mio lavoro.

In Spagna, a Madrid diventi l’Italiano “ che  aiuta i tuoi concittadini emigrati con le loro problematiche?

Si quando nel 1987 vengo in Spagna, a Madrid,  capisco e mi rendo conto di quanto sia importante l’appoggio e la solidarietà fra connazionali affinché le  forze si uniscano per affrontare  i  problemi di inserimento.

Hai combattuto per ottenere il permesso di “residenza” con contratti per il lavoro definitivo”?

Si, è stata una grande e lunga lotta con l’amministrazione spagnola e con le aziende, ma nel 1992 arriva il risultato però quando la condizione di cittadino europeo dava questa eguaglianza. Ero già sposato con un spagnola ed aspettavo la mia prima figlia.

Come dirigente hai rappresentato la Tiscali in Spagna?

Ê stata davvero una tappa importante a livello professionale e umano. Siamo nel 2000 e la liberalizzazione delle telecomunicazioni e internet, cominciano ad avere  un ruolo significativo nella nostra vita quotidiana sia per gli  sviluppi del lavoro  e sia  per la nostra vita sociale. Ho ricoperto nelle società del gruppo diverse funzioni tra cui quella di direttore operazioni e di customer service. Inoltre ero orgoglioso di rappresentare  in Spagna una società sarda, italiana, la Tiscali.  Sono stati sei anni di intenso lavoro dalla posa del primo mattone e del primo cavo, alla gestione di centinania di migliaia di clienti. Internet era agli inizi anche in Spagna e bisognava inventare tutto.

Pietro, fondi il Circolo Sardo “ICNUSA” a Madrid?

Si, fu nel 2002, insieme ad altri amici sardi di Madrid, insieme a quello di Barcellona rappresentiamo 600 iscritti e collaborando otteniamo un rappresentante nel Consiglio Direttivo della Consulta per l’Emigrazione presso l’Assessorato al Lavoro della Regione  Sarda. Continua cosi ed in forma concreta  il mio  appoggio alla collettività sarda che lavora  e vive in Spagna.  La convivenza con i proprio compaesani è fondamentale  per avere sempre maggiore e migliore inserimento in un paese straniero

Pietro Mariani, diventi poi Consigliere del Com.It.Es. di Madrid ed attualmente ne sei il Presidente . Che cosa è  il Com.It.Es. per te, quale scopo ha e deve avere?

La prima elezione come consigliere Com.It.es nel 2004, avviene grazie al voto dei sardi a Madrid e in Spagna.  Era per me un ente sconosciuto fino a quel momento ma appena eletto, capii le potenzialità e mi impegnai a fondo. La legge istitutiva è molto chiara e la corretta interpretazione del ruolo di rappresentanza è basilare per raggiungere gli scopi. Il comitato è una antenna delle esigenze e inquietudini dei residenti in una circoscrizione consolare. Serve da punto di riferimento per le istituzioni per fare meglio sempre. Il ruolo dei consiglieri è quello di portare alla luce le istanze dei cittadini. Quello del Presidente di sintetizzare e attirare la attenzione su quelle istanze piú urgenti con la massima trasparenza e in collaborazione con le autorità diplomatiche e consolari. Senza però mai essere subalterni ma di stimolo. Nel mio programma di lavoro propongo di potenziarlo anche attraverso la remunerazione tramite gettoni dei consiglieri esecutivi e del presidente. Basare tutta la azione di un ente cosi importante sulla solidarietà non è sufficiente per garantire una azione continuativa. Questo è quello che chiedono i cittadini. Impegno e serietà, ma non è giusto far pagare il costo vivo di questo impegno alle famiglie dei consiglieri più attivi.

Chi sono gli italiani che lavorano e vivono in Spagna?

La comunità italiana in Spagna negli ultimi 15 anni si è quintuplicata o anche di più. Nel 2004 eravamo circa 40.000 oggi superiamo le 250.000 persone. Gli iscritti AIRE sono l’80% circa. Di questi circa il 40% sono italiani di ritorno da altri paesi , quindi non nati in Italia o in Spagna, soprattutto di origine del centro e sud america che per ragioni politiche, economiche e sociali hanno scelto la Spagna per stabilirsi, magari per comodità linguistiche, alla ricerca di un nuovo futuro.

Attualmente qual è il tuo lavoro a Madrid?

Da oltre tre anni ho assunto un incarico presso una multinazionale spagnola del settore ottico, CECOP. Non sono un tecnico del settore, ma la mia funzione è quella di gestire tutta la logistica e le forniture agli oltre 3000 ottici indipendenti associati, in Spagna, in Europa, Italia compresa e nel continente americano. Un lavoro per me appassionante. La salute oculare è una delle cose più importanti del nostro benestare, che però molti trascurano. La società attraverso i propri associati in Spagna, grazie a una convenzione con il Com.It.Es,  applica sconti agli italiani residenti, solo per la loro nazionalità.

 

Quando nasce il Partito Democratico tu ne diventi rappresentante per la Spagna. Oggi sei il loro candidato per il Senato per la Ripartizione Europa . Quali sono i punti cardini  del  tuo programma?

Credo che un rappresentante eletto all’estero debba concentrarsi nelle cose che risolvano i piccoli e grandi problemi di chi vive fuori dal nostro paese. Il mio programma ha pochi punti ma concreti. Sono 6 mete. La prima è la rimodulazione, per renderla più attuale alle esigenze di mobilità, della legge A.I.R.E, che era pensata per la emigrazione contrattualizzata prima della partenza e per chi all’estero si recava in un luogo per rimanerci per anni. Oggi questo non avviene più. La seconda è la necessità che i titoli di studio e le abilitazioni alle professioni, conseguiti in Italia, siano riconosciuti all’estero senza tanta burocrazia da parte dei paesi scelti per lavorare. La terza è legata alla carta di identità elettronica e i servizi associati con la amministrazione pubblica italiana. Oggi nessun comune può rilasciarla agli italiani iscritti all’A.I.R.E, questo non mi sembra giusto. Bisogna fare di tutto perchè cio avvenga quanto prima. La quarta è legata alla necessità di avvicinare i servizi consolari di primo livello alle grandi comunità periferiche come è il caso della Isole Canarie dove risiedono oltre 35.000 italiani iscritti A.I.R.E. La distanza tra Madrid e le isole dell’arcipelago è la stessa tra Madrid e Roma. Mi sembra doveroso che uno stato giusto capisca questa esigenza di equità. La quinta proposta nasce dalla mia esperienza diretta di 15 anni nelle istituzioni di rappresentanza degli italiani residenti. Il volontariato è una bellissima cosa ma non deve essere confuso con la utilizzazione dei volontari per svolgere mansioni di assistenza e informazione civica e amministrativa che lo stato dovrebbe sostenere in proprio. Quindi se queste funzioni si mantenessero inalterate, i rappresentanti che svolgessero funzioni di questo tipo, per il loro tempo dedicato dovrebbero ricevere un gettone. Da non confondere con uno stipendio o similare. Semplicemente una emolumento che giustifichi il loro sforzo dimostrabile in pro della assistenza ai concittadini. L’ultima e 6ª meta è legata a ai patronati. Questi enti che svolgono un encomiabile lavoro di assistenza sociale agli italiani pensionandi o in pensione, da tempo sono richiesti anche per dare servizi complementari dai cittadini all’estero vista la cronica mancanza di personale nei consolati. Bene se si trasformassero in Agenzie Consolari potrebbero complementare con efficacia e professionalità la assistenza migliorando la qualità del sistema paese all’estero.   

Penso che ai  tuoi elettori  farebbe piacere conoscere, dopo aver letto , il tuo importante curriculum, anche il Pietro Mariani uomo, nella sua vita quotidiana, il marito di Mari Carmen ed il padre?

Conobbi mia moglie 28 anni fa e fu un fulmine a ciel sereno. Ci sposammo dopo poco più di un anno.  Abbiamo avuto due meravigliose figlie, nate a Madrid, che oggi oramai adulte seguono la loro strada. Come padre non ho mai interferito nelle loro scelte. Ho cercato con l’esempio in casa e parlando con loro di trasmettere il mio modo di vedere le cose sulle scelte di vita. Si sentono spagnole e italiane. Parlano la lingua italiana che hanno imparato viaggiando in Sardegna fin da piccole. Sono due donne oramai e sarei felice che trovassero un futuro migliore. Il mio impegno con loro è stato  sempre quello di aprire possibilità e far vedere il mondo. Poi ognuno fa le sue scelte, l’importante che sappia che la famiglia è una risorsa che sempre sarà li per qualsiasi evenienza.

Il Pietro uomo, cosa gli piace fare quando ha il  tempo libero, cosa gli piace leggere, ama cucinare, dove va in vacanza, che film vede e soprattutto che personaggio della storia  avrebbe voluto essere?

Se potessi dedicherei tutto il mio tempo libero agli amici, per stare insieme, bere un buon vino italiano o spagnolo e chiaccherare su tutto. Purtroppo non sempre ci riesco. Mi piace cucinare soprattutto con fuoco di legna. Qualsiasi piatto cucinato sul fuoco vivo diventa speciale. Credo che sono diventato, nel tempo e dopo tante prove, uno specialista in paella. Mi insegnò un amico valenciano molti anni fa, ma io ho apportato alcune correzioni e chi prova la mia paella alla brace, spagnolo o italiano che sia, mi fa i complimenti.  Il mio record è stato cucinare una paella valenciana tipica, per 80 persone… aiutato naturalmente, da solo sarebbe stato impossibile.

Il Pietro marito,  italiano e sardo sposato con la bella Mari Carmen, chi è?

Mari Carmen è di origini della Mancha…la terra del sole, del vento e di tanti artisti della Spagna. La conobbi a Madrid casualmente. Ê la madre che ha educato insieme a me le nostre due figlie. Lei prima di conoscermi amava gia l’Italia e la sua cultura. Per cui non fu difficile convincerla. Ê una fan della mia terra, la Sardegna, l’isola le piace moltissimo e le nostre vacanze le spendiamo li quando possiamo. Quello che più le piace della cucina sarda è il pane carasau, il mirto e il pesce del golfo di Cagliari.

Il Pietro padre delle bellissime  Irene e Anna Paola, com’è ? Quale frase ripeti più spesso alle tue figlie e che cosa “non debbono mai dimenticare di essere……” ?

Sempre le dico che hanno un grande vantaggio ad avere due nazionalità, italiana e spagnola. Sono cittadine europee con diritti e doveri in due grandi nazioni. Loro sono felici di questa situazione. Oggi attraverso le reti sociali sono sempre in contatto con gli zii,  le cugine e cugjni. Oramai da anni viaggiano da sole da Madrid a Cagliari. Si sentono, quando arrivano, immediatamente a casa loro. Sarde, Italiane e evidentemente Spagnole.

Quando ti arrabbi lo fai in sardo o in spagnolo? E cosa ti fa arrabbiare?

Io sono del segno zodiacale del toro. Quindi molto paziente ma se mi arrabbio davvero è meglio stare lontano. In genere i brutti pensieri e le cattive parole quando sono deluso o arrabbiato mi vengono nella mia lingua madre che è l’italiano, I buoni pensieri in Sardo e in Spagnolo

Quanto è cambiata  la tua Sardegna, è una regione europea?

La Sardegna non è cambiata di molto negli ultimi 30 anni purtroppo. Parlo di infrastrutture, servizi e sistema di gestione dell’isola e le politiche realizzate dallo stato e da parte di tutte le amministrazioni che si sono susseguite di tutti i colori politici. Invece grazie a internet l’isola è diventata una delle regioni del mondo con più attività online dando lavoro a tanti giovani informatici o nei settori dei servizi relativi a questa industra. Mi piacerebbe un giorno poter dare il mio contributo da emigrato, che ha fatto tante cose e imparato tanto all’estero ai miei conterranei. Chi è isolano sa cosa vuol dire.  Sempre da fuori arrivano i conquistadores…ma io non lo sarei mai. Sarei il figliol prodigo che torna a casa per mettersi a disposizione.

Che cosa dei tuoi geni della cultura e della tradizione sarda non si cancelleranno mai?

La mia sardità è nella tradizione. Per esempio la madre in Sardegna ha un ruolo centrale. Mia moglie come madre lo ha a casa mia. Una cosa che non si cancellerà mai è l’orgoglio di essere nato in una delle più belle terre del mondo e con tradizioni forti e ancestrali che sopravvivono alla modernità, Internet in Italia è nato in Sardegna. Questo mi piace molto.

Nella tua vita spagnola quanto Sardegna c’è?

Vivo in campagna e ho cercato di ricreare una ambiente che mi ricordasse la mia terra, chiaro il mare è lontano ma il resto si assomiglia. I colori e gli odori del mio giardino sono la mia piccola Sardegna.

Che cosa ti sei portato e ti porterai sempre con te della tua bella Cagliari?

Cagliari città di mare, costruita su sette colli, vestigia di mille colonizzatori e popoli diversi del mediterraneo, che hanno accumulato cultura e costruito una città aperta al mare. Una cosa che sempre mi viene in mente quando penso alla mia città è il vento di maestrale. Umido, molesto ma salubre. Grazie al vento del nord-ovest, Il cielo a Cagliari ha un colore sempre diverso e abbaccinante.

Vuoi mandare un messaggio agli italiani che lavorano e vivono  in Spagna affinché possano trovare in te un “senatore” che li rappresenti nel nostro Parlamento.

Se verrò eletto continuerò il mio impegno con e per gli altri, non credo che ai miei quasi 60 anni possa cambiare il mio modo di essere. Certamente la impresa è difficile, ma il solo fatto che mi abbiano ammesso a una lista, cosi ristretta, di candidati al senato per l’Europa, è stato per me già un premio personale e un grande successo politico per tutti i mie amici che mi hanno sostenuto, da sempre, in tutti questi anni. Anche se non fossi eletto non sarebbe una sconfitta, anzi uno stimolo a continuare a fare quello che ho sempre fatto per gli altri. Si vive solo una volta e tentare non nuoce.