5000 Conferenze su “di lei” e “per lei” ROMA - La Professoressa Emanuela Marinelli: la Sacra Sindone, tanti studi, analisi scientifiche, confronto con i Vangeli..."È LEI"

Intervista di Paola Pacifici

Le interviste sono pubblicate integralmente come inviate dall’intervistato

La Professoressa Emanuela Marinelli e il suo nuovo libro

Professoressa, laureata in Scienze Naturali e Scienze Geologiche con la sua tesi “Uraninite, Pechblenda e Gummite: studio termico e diffrattometrico in relazione al rilascio del Radon”. Tutto questo è—?

Direi che l’argomento della tesi della mia prima laurea, quella in Scienze Naturali, è provvidenziale: infatti ho dovuto studiare il fenomeno della radioattività, che poi ho ritrovato nella datazione radiocarbonica. Per la tesi ho potuto affrontare un tema che successivamente mi è tornato molto utile.

Nel suo importante CV ci sono anche tanti altri studi ed importanti esperienze? Quali quelle che sono per lei le più significative?

Dopo la prima laurea, ho lavorato per due anni con contratto presso l’Istituto di Mineralogia dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Successivamente ho conseguito tre abilitazioni all’insegnamento: Matematica, osservazioni ed elementi di Scienze Naturali; Geografia; Scienze Naturali, Chimica e Geografia. Ho seguito corsi di perfezionamento post laurea in Geografia, materia che ho insegnato per tutta la mia carriera lavorativa. Ho partecipato a molti corsi di aggiornamento e di specializzazione, a congressi e seminari. La Geografia è sempre stata una delle mie passioni ed ho anche viaggiato molto. Sono stata in oltre quaranta Paesi, oltre ad aver visitato tutte le regioni d’Italia.

Poi arriva la “Sacra Sindone” Quando e perché entra nella sua vita?

Ho sentito parlare per la prima volta della Sindone nel 1975, l’anno santo di cinquant’anni fa. Nella vetrina di una libreria a Via della Conciliazione, vicino al Vaticano, vidi un volto in negativo dell’Uomo della Sindone. Fui colpita dalla bellezza di quel volto, che pensavo fosse un’opera d’arte. Entrai nella libreria per chiedere informazioni e una suora mi disse che a Torino esisteva ancora il vero lenzuolo funebre di Gesù, sul quale lui stesso aveva impresso la sua immagine. La notizia mi apparve incredibile e sinceramente non gli ho dato molto peso.  Due anni dopo ho sentito parlare di nuovo della Sindone, ma stavolta la mia attenzione fu diversa, perché si trattava di notizie scientifiche. Il Dott. Max Frei Sulzer, botanico, fondatore e direttore del servizio scientifico della polizia di Zurigo, ha identificato sulla Sindone i pollini di 58 diversi tipi di piante: 38 di esse crescono a Gerusalemme ma non esistono in Europa e fra queste 13 sono tipiche ed esclusive del deserto vicino a Gerusalemme. Questa scoperta provava che la Sindone viene da Gerusalemme, dato molto importante per la sua autenticità.

Professoressa 5000 conferenze in Italia e nel mondo su quali temi principali?

Sempre e solo sulla Sindone. È la mia specializzazione. Nelle conferenze descrivo tutti gli studi compiuti sia nel campo scientifico che in quello storico. Tratto anche del confronto con i Vangeli, che descrivono le torture subite da Gesù, di cui abbiamo un riscontro puntuale in quello che si osserva sulla Sindone.

I “misteri della Sacra Sindone” come sono nati e da chi?

I “misteri della Sacra Sindone” sono nati dalla sua apparizione in Francia, a metà del XIV secolo, nelle mani di un crociato che non ha rivelato come l’aveva avuta. Da dove viene la Sindone? Chi è l’uomo che è stato avvolto in questo telo? Come ha fatto a lasciarci impressa la sua immagine? Questi “misteri” sono stati oggi svelati dagli studi condotti sulla Sindone stessa. Il DNA di contaminazione ha dimostrato la presenza soprattutto di persone dell’India e del Medio Oriente fra coloro che hanno toccato la reliquia. Sappiamo che al Tempio di Gerusalemme c’erano preziose stoffe di origine indiana a disposizione del Sommo Sacerdote. Giuseppe d’Arimatea può aver acquistato una di queste preziose stoffe per la sepoltura di Gesù. Oltre ai pollini, sulla Sindone c’è aragonite uguale a quella delle grotte di Gerusalemme. Quindi sappiamo da dove viene la Sindone.  L’uomo avvolto nel lenzuolo è certamente Gesù. C’è una coincidenza esatta con la narrazione della Passione fatta dagli evangelisti, anche con particolari personalizzati, come l’abbondante flagellazione, a cui doveva seguire la liberazione, e la corona di spine.  L’immagine si spiega solo con l’emissione di una luce ortogonale dal corpo verso il lenzuolo. Questo ci ricorda l’episodio della Trasfigurazione, nel quale Gesù divenne luminoso. Se un fenomeno analogo è avvenuto al momento della Resurrezione, allora abbiamo una spiegazione per l’immagine.

Tanti esami, tante ipotesi di tanti studiosi nel mondo, chi sono i più “appassionati”?

Certamente gli scienziati sono quelli che possono capire meglio la Sindone e quindi se ne interessano di più. Infatti l’hanno sottoposta a molte analisi, che hanno confermato la presenza di un cadavere insanguinato nel lenzuolo, per poche ore. I fisici e i chimici possono capire l’origine dell’immagine. I medici legali possono ricostruire le ultime ore di Gesù esaminando la sua immagine sul telo. La Sindone è un Vangelo scientifico.

E il Carbonio-14 ci dice? Quanto è attendibile?

Per un telo inquinato come la Sindone, il carbonio 14 non è attendibile. Questo era evidente da sempre, ma l’hanno voluto fare lo stesso, oltretutto scegliendo un angolo particolarmente manipolato e rammendato. Quindi è logico che la data ottenuta, 1260-1390 d.C., non è valida. La smentita ufficiale di quella data è stata pubblicata su Archaeometry nel 2019, in un articolo di Tristan Casabianca et al. a cui ho partecipato anche io. Praticamente nel pezzetto esaminato, lungo tre centimetri, da una parte all’altra la data cambia di 150 anni. E allora, quanto potrà cambiare in 4,41 metri, la lunghezza della Sindone? Non è possibile saperlo. Quello che è certo, è che quel campione non è rappresentativo dell’intero lenzuolo, quindi quella datazione non è valida.

Ci sono due versioni, una religiosa ed una scientifica. Ognuna con la sua importanza ed ognuna parla a due mondi diversi?

Non ci sono due versioni, non c’è contrasto fra le ricerche scientifiche e le realtà religiose. Le ricerche scientifiche dimostrano che quel lenzuolo ha avvolto per poche ore il cadavere di un crocifisso. Il confronto con i Vangeli permette di affermare che l’Uomo della Sindone è Gesù. Le ricerche scientifiche affermano che l’immagine si può spiegare solo con una radiazione ultravioletta. Il Vangelo ci parla di luce al momento della Trasfigurazione e un fenomeno simile può essere avvenuto al momento della Resurrezione. Tutto concorda per un discorso unico, concorde, che attesta l’autenticità della Sindone.

“La Sacra Sindone” sempre un patrimonio storico e religioso che parla e parlerà di un mondo cambiato?

Il mondo non è cambiato per l’annuncio cristiano, o meglio, non è cambiato per tutti. È cambiato solo per chi ha accolto questo messaggio. Lo stesso si può dire per le ricerche sulla Sindone: chi le conosce e le apprezza, vede come la Sindone confermi e avvalori quanto c’è scritto nei Vangeli. Ma ci sarà sempre chi rifiuta questa verità.

Professoressa la sua teoria, i suoi studi la portano a dichiarare che la “Sacra Sindone ” è…

Quello che affermo non è una teoria. Non è un’ipotesi, non è un’opinione. Si tratta di fatti concreti, di risultati di analisi scientifiche. In base a queste analisi scientifiche e al confronto con i Vangeli, si può affermare che la Sindone è autentica, è il vero lenzuolo che ha avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro.