ROMA – Ci fidiamo di lei Il Comandante Francesca Longhi: tutti volano... e tutti oggi conoscono il mondo dell'aviazione

Intervista di Paola Pacifici

Le interviste sono pubblicate integralmente come inviate dall’intervistato

“Aereo Caudron-
Hall Dei Pionieri dell’ Aviazione – Museo dell’ Aviazione Le Bourget Parigi”

Comandante di aereo, quale, perchè lei diventa una delle poche donne Pilota di aereo?

Sono comandante di Airbus a320, uno dei modelli di aereo più diffusi al mondo, in servizio su tratte di medio raggio. Quando mi chiedono perché faccio il pilota mi piace dire che deriva tutto da un grande complesso edipico: mio papà era comandante ed io ho sempre voluto essere come lui. Inoltre, abitavamo vicino all’aeroporto e guardare gli aerei atterrare ha certamente alimentato il mio sogno!
Una volta diventata adulta a far realizzare questa ambizione ha contribuito moltissimo la sfida che mi è stata lanciata ogni volta che mi dicevano: “non puoi perché sei donna”… sono di natura testarda, e sono convinta che “volere sia potere”, volevo dimostrarlo al mondo…

Lei è anche Pilota commerciale?

I piloti si dividono in due grandi categorie: militari e commerciali. Per commerciale si intende dunque proprio il mio lavoro…

Tre “qualità” di un comandante?

Credo che un buon comandante, oltre ad avere un’approfondita conoscenza tecnica, dovrebbe possedere buona capacità comunicativa, per poter collaborare efficacemente con il suo equipaggio,  molta umiltà per saper accettare i propri errori e accettare i suggerimenti che arrivano dagli altri e grande spirito di adattamento per riuscire a gestire ogni situazione nel miglior modo possibile.

I passeggeri di oggi sono differenti da 30 anni fa in cosa? Hanno più paura di volare le donne o gli uomini?

La categoria passeggeri è molto cambiata negli anni, l’avvento delle lowcost ha aperto a tutti la possibilità di volare, mentre prima era un privilegio dei più abbienti. I passeggeri di oggi hanno qualunque età e qualunque estrazione sociale.. e conoscono molto di più il mondo dell’aviazione. Per fare un esempio, tanti anni fa quando si estraeva il carrello per atterrare veniva fatto un annuncio per tranquillizzare i passeggeri del forte rumore che avrebbero sentito…ora nessuno si stupisce più del rumore del carrello. In generale credo che il passeggero medio sia molto più pretenzioso sui servizi ricevuti e meno impaurito: cosa che sta creando anche spesso problemi a bordo specialmente nei confronti degli assistenti di volo che vengono attaccati in modo aggressivo. Uomini e donne non sono poi così diversi nelle loro paure, e non penso che ci sia un “genere più timoroso nei confronti dell’aria, mi sono capitate ragazze giovani così come militari in divisa terrorizzati dall’aeroplano. A volte la paura è gestibile a volte le persone decidono di non volare. Sono sempre sorpresa però di quanto una parola in più, un sorriso da parte mia possa cambiare la percezione della situazione e far decidere di partire per quel volo o no.

E fra i viaggiatori  stranieri chi ha bisogno di più di un “suo sorriso” per tranquillizzarsi?

Normalmente cerchiamo di essere tutti, intendo l’intero equipaggio, il più rasserenanti possibile. Capita solo di rado che qualcuno richieda una parola in più da parte mia. Non saprei dire tra le varie nazionalità se ce ne è una che chiede più rassicurazioni… in generale le persone più anziane cercano più contatto e più informazioni.

Che differenza, se c’è ed in che cosa, fra un Pilota donna e un Pilota uomo? Due persone diverse anche nel “pilotare”?

Uomo e Donna sono, a mio avviso, due esseri distinti e complementari, nella vita così come sul lavoro. Ho sempre creduto che gli uomini siano più bravi nei lavori manuali e le donne più capaci nei lavori intellettuali (ma ovviamente con le dovute eccezioni). Tempo addietro lessi un articolo che parlava proprio di uno studio sulla differenza maschio/femmina in cockpit e veniva evidenziata la forte componente “smanettona” dell’uomo rispetto alla capacità razionale della donna. L’articolo in sostanza sosteneva che il cockpit perfetto fosse composto da un uomo e una donna proprio per le capacità analitiche della componente femminile e delle qualità tecniche dell’uomo. Nell’arco degli anni mi è capitato di volare sia in equipaggio misto che in equipaggio tutto al femminile e devo dire che un cockpit al femminile lavora con grande serenità e complicità che forse la gente non immagina… ma ad oggi continuo a preferire un ambiente misto!

Nella vita privata “il Comandante Francesca Longhi” è un comandante ed in che cosa?

No assolutamente. In generale non amo essere io ad organizzare e decidere. Mi piace il lavoro di gruppo, collaborare, e anche nella vita quotidiana tendo a prendere decisioni condivise e a collaborare con gli altri. Certo, se lo chiedete alla mia famiglia probabilmente la risposta sarebbe diversa  🙂

Comandante lei è superstiziosa?
Anche a questa domanda devo rispondere di no ma, come tutti, ho i miei “portafortuna “ nella valigia. Non lascio mai a casa un piccolissimo peluche a forma di coniglio e una spilletta a forma di aeroplano: per me sarebbe come aver scordato la borsa di volo! Impossibile insomma! Tuttavia non ho riti scaramantici e non credo nella “sfortuna”. Ognuno è artefice della sua vita e le cose che succedono, accadono e basta. Sta a noi reagire nel modo più giusto, cercare di tirare fuori del buono da ogni situazione e risolvere gli inconvenienti 

Noi quando siamo in aereo siamo nelle vostre mani, certamente ne siete consapevoli e quindi le vostre priorità sono… ?

Siamo assolutamente consapevoli di avere a bordo persone e non oggetti.  Ogni scelta e decisione viene presa sempre e comunque privilegiando la sicurezza ed il confort degli ospiti a bordo, ma ovviamente la sicurezza dei passeggeri è anche la nostra, tutti noi vogliamo vivere sereni ed è abbastanza facile quindi “proteggervi” dai pericoli. Ammetto però che quando sono diventata comandante c’è stata un’ulteriore presa di coscienza riguardo alla presenza dei passeggeri a bordo, ma più riguardo alla possibilità di malori. Da pilota, il mio aereo finiva con la porta del cockpit e pensavo principalmente alla mia sicurezza, ora mi è più chiaro che comunque la mia è anche la vostra e viceversa…e che un buon volo non dipende solo dalla sicurezza ma anche dalle attenzioni più piccole rivolte ai passeggeri per farli sentire il più possibile a loro agio.

Un buon “Comandante è…”. Un messaggio “per noi da voi” che ci fate vivere in un altra realtà.

Un buon comandante è un comandante che rispetta il suo  equipaggio e che lo coinvolge al massimo, è una persona che lascia una traccia per i sorrisi che condivide senza mai dimenticare che un aereo è un mezzo che si muove nell’aria e che questo (che ai miei occhi è una magia incredibile) per qualcuno non è una cosa così bella e normale.

AEREO P51 MUSTANG Museo Le Bourget Parigi