ROMA – La Numismatica Max Manna: "Parla degli uomini, delle nazioni e della storia del mondo in tutte le epoche"

Intervista di Paola Pacifici

Max Manna, Numismatico

Max Manna, esperto in Numismatica? Questo lavoro perché?
Un esperto di numismatica non sceglie il suo lavoro: realizza una passione e mette a frutto anni di studio. Se si vuole approfondire una materia che, come può immaginare, è estremamente vasta sia dal punto di vista geografico sia da quello storico, bisogna innanzitutto avere voglia di studiare. Quando ho cominciato io, non si poteva usare Google e digitare qualsiasi domanda per una risposta prêt-à-porter, bisognava avere la forza di volontà per studiare, la costanza di andare a cercare libri anche introvabili e le risorse economiche per poterli acquistare. Da qui nasce la mia seconda passione: la mia biblioteca conta migliaia di volumi di numismatica, alcuni sono vere rarità che mi vanto di avere scovato in case nobiliari o in mercatini.

Che cos’è la Numismatica e cosa comprende?
Potrei risponderle in modo accademico: la numismatica è una scienza storica che supporta e completa le conoscenze che, nel tempo, abbiamo acquisito sul passato. Tanto basterebbe a spiegare questa materia che, come ho detto, è vastissima e comprende, per completare la risposta alla domanda che mi ha posto, prevalentemente monete, medaglie e banconote. Ma questo non è tutto, perché quelli che le ho elencato non sono soltanto oggetti: sono, sono stati e sempre saranno il veicolo della linfa vitale di uno Stato. Le monete sono l’oggetto su cui viaggia l’economia di un Paese, ma sono anche veicolo di propaganda.
Pensi all’antica Roma: ogni imperatore decideva con attenzione i messaggi da imprimere sugli oggetti che le persone avevano quotidianamente fra le mani; da un lato c’erano le immagini simboliche, dall’altro il volto, che in questo modo veniva conosciuto anche nelle province più remote. Per non andare tanto lontano: sui dollari campeggia l’aquila con un ramoscello d’ulivo in una zampa e frecce nell’altra, per comunicare al mondo che gli Stati Uniti desiderano la pace ma non si tirano indietro di fronte alla guerra.
Su tutto campeggia la scritta E pluribus unum: non si può dire che gli Americani, pur nella vastità del proprio Paese, non si sentano uniti.

Come si valuta una moneta, un francobollo, una medaglia ecc.?
Ci si avvale di cataloghi, aste, dell’andamento commerciale vivo e dinamico nei numerosi convegni numismatici. Il parametro di valutazione, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è oggettivo: una moneta vale, innanzitutto, quando è rara, e poi sulla base dello stato di conservazione. Può essere classificata come BB, MB, SPL, a seconda che la conservazione sia buona, molto buona o splendida fino ad arrivare al FDC, il tanto agognato “fior di conio”. Anche in questo caso le ho dato una risposta accademica, ma aggiungo che l’elemento imprescindibile è l’occhio del numismatico, perché i parametri che le ho brevemente elencato per valutare una moneta sono sempre e comunque subordinati a un requisito fondamentale: che la moneta sia autentica. Stabilire l’autenticità è cruciale, soprattutto in alcuni casi molto particolari. Ci sono situazioni in cui il falso è palese, altre in cui è estremamente difficile da individuare — e non le nego che la ricerca della verità, in quei casi, diventa intellettualmente stimolante. Un’ultima osservazione che vorrei sottoporle: abbiamo avuto incisori in grado di realizzare bassorilievi di grande pregio per illustrare monete e medaglie, ma — purtroppo — non sempre la raffinatezza estetica di un oggetto corrisponde al suo valore economico.

Che tipo di monete, medaglie e altro si trovano ancora oggi? E che valore hanno?
Si trova di tutto. La grande differenza è nel valore di ciò che si trova.

Come, cosa si valuta, e qual è la cosa più importante?
Come detto, la cosa più importante è la rarità. Per rarità possiamo intendere il numero di esemplari emessi, ovvero la tiratura indicata chiaramente dal catalogo. Ma c’è un altro tipo di rarità a cui va incontro il collezionista appassionato: il noto meccanismo di domanda offerta cui la moneta, una volta inserita nel mercato, si sottopone come qualunque altra merce. Detto in altri termini: che siano stati emessi tre o trecento esemplari, quell’oggetto sarà raro se a volerlo saranno quattro o trecento uno persone. L’altro requisito fondamentale per valutare una moneta è, come detto, lo stato di conservazione.
Prendiamo ad esempio le lire del 1946 e 1947: sono rare perché ne furono coniati pochi esemplari. Ma i nostri nonni le hanno usate per comprare pane e latte, quindi la maggior parte ha circolato a lungo.
Il valore resta elevato, certo, ma aumenta sensibilmente se si ha la fortuna di trovarne una in ottimo stato di conservazione, magari mai circolata.

Lei è anche un ” perito del tribunale numismatico”?
Non esiste un tribunale numismatico, se è questo che intende. Io ho studiato per diventare CTU del Tribunale di Roma, ovvero “consulente tecnico d’ufficio” per il settore numismatico in caso di controversie civili o penali. In altri termini: rappresento gli occhi del giudice chiamato a dirimere una questione legata all’autenticità, al valore o alla provenienza di una moneta.
Sono inoltre Perito Numismatico della Camera di Commercio di Roma.

L’Italia è un Paese Numismatico? E la regione più “ricca” è…. e di che cosa?
L’Italia è senza dubbio un paese di antica e solida tradizione numismatica. Abbiamo avuto il più grande collezionista della storia mondiale: Vittorio Emanuele III. Le regioni più ricche sotto questo profilo sono il Lazio, la Lombardia e Campania, Triveneto, rispettivamente concentrate su Roma, Milano, Napoli. Oserei dire che sono proprio quelle che, storicamente, hanno prodotto le monete più belle e affascinanti, per cui i collezionisti sono stati fortemente motivati. Ebbene sì: magari non lo ha mai sospettato, ma le monete esercitano un fascino tutto loro, irresistibile in certi casi.

Oggi qual è la moneta che vale di più e perché … fra le italiane , le europee, e le internazionali?
Dare una risposta univoca è impossibile: ogni epoca ha le sue regine. In Italia, una delle più celebri è la 5 Lire del 1901, coniata per il re numismatico Vittorio Emanuele III. Rarissima, avvolta da un’aura quasi leggendaria, può raggiungere cifre vertiginose, soprattutto se ben conservata: collezionisti disposti a tutto pur di averla in mano arrivano a offrire anche 100.000 euro. Ma il valore, nel collezionismo, non è mai solo economico. Alcune monete, in certi momenti storici e in contesti precisi, diventano simboli, trofei, fascinazioni riservate a pochi. E quando il desiderio incontra la rarità, il prezzo si fa questione di passione — più che di mercato.

Che moneta consiglierebbe, oggi, da comprare per “investire”?
Una moneta in oro. Attenzione: scegliere una moneta in oro significa fare non solo un investimento sicuro, garantito dal valore intrinseco di un metallo che – ce lo insegna anche la cronaca recente – continua a rappresentare il bene rifugio per eccellenza. Ma una moneta significativa dal punto di vista collezionistico offre anche un’ulteriore garanzia: un plusvalore indipendente dai mercati finanziari, che quindi non risente delle crisi di borsa.

Una moneta è storia, parla di noi, cosa dirà ai posteri l’EURO?
L’Euro racconta una grande ambizione: un progetto in cui Paesi storicamente in competizione fra loro si sono uniti in un’unica, complessa realtà, nata dalla visione audace di un continente unito. Una grande ambizione, appunto. Non esprimo mai giudizi fini a se stessi, ma credo che l’unione economica debba essere il risultato di un’alleanza autentica tra Paesi diversi, uniti da una storia condivisa e da uno sguardo comune verso il futuro. Solo così si evita che un corpo inerte venga trascinato a fatica, e si costruisce invece un organismo vivo, capace di avanzare con una sola volontà.

Le interviste sono pubblicate integralmente come inviate dall’ intervistato