BANGKOK – Il nostro presente ed il nostro futuro "BimBi italiani" la Presidente Elena Del Fabbro

Intervista di Paola Pacifici

La Presidente Elisabetta Grigoletto in uno scatto post incontro del consiglio direttivo dell’Associazione Cultural BimBi Italiani Ente del Terzo Settore (ETS)

Presidente Del Fabbro, attualmente lei è ad interim in sostituzione della Presidente Elisabetta Grigoletto. Come e perché nasce l’Associazione “BimBi Italiani” in Thailandia?
Buongiorno a tutti e grazie mille per questa intervista! Iniziamo subito con una cosa importante: BimBi Italiani non è solo in Thailandia! È un’associazione culturale registrata come Ente del Terzo Settore con sede globale in Italia. La sua missione? Promuovere la lingua, la cultura e la tradizione italiana tra bambini, ragazzi e famiglie in tutto il mondo, creando un ponte tra l’Italia e l’estero. In Thailandia abbiamo la prima sede “sul campo”, nata proprio da un’esigenza personale. Io sono una mamma, ho sempre vissuto all’estero per via della mia carriera umanitaria con le Nazioni Unite, l’UNICEF, l’UNHCR, Save the Children, IRC… sempre in contesti di guerra e emergenza, sempre lontana dagli italiani. Poi, quando ho deciso di costruire una famiglia con mio marito americano Andy, ci siamo trasferiti in Thailandia con la nostra bambina Giulia Sophie, che all’epoca aveva tre mesi. Per la prima volta ho sentito forte il bisogno di tramandare a mia figlia la mia lingua, la mia cultura. Ho cercato associazioni o istituti che potessero aiutarmi, ma… niente. Così, una sera, chiacchierando con la mia amica Ilaria, è nata l’idea di Bimbi Italiani. Un’organizzazione proprio pensata per rappresentare i nostri figli italiani all’estero, ma anche i bambini di altre nazionalità che vogliono avvicinarsi alla nostra cultura. Il primo evento lo abbiamo fatto nella casa di una famiglia. Poi è nato il gruppo Facebook, e da lì la comunità è cresciuta sempre di più. Sono partite le attività a Bangkok: eventi, incontri, corsi, tutto per promuovere lingua e cultura italiana. Durante il Covid, nel 2019, anche noi ci siamo spostati online. Ed è stato proprio allora che abbiamo capito che questa esigenza non era solo locale: c’era un bisogno globale di creare un punto d’incontro per famiglie italiane con bambini all’estero e tra l’Italia e l’estero. Da lì è nata la rete globale e abbiamo registrato BimBi Italiani con sede madre in Italia. Oggi siamo un’organizzazione leader nella promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, con oltre 300 famiglie Italiane che partecipano alle nostre iniziative in Thailandia, più di 1500 famiglie italiane sparse tra Oceania, Americhe, Europa e Africa… e perfino 1800 famiglie non italiane in Italia che ci seguono perché appassionate della nostra cultura!

I vostri soci sono “solo” i bambini o anche mamme e papà?
Oh no, non sono solo i bambini! BimBi Italiani è una comunità viva e variegata. Certo, i protagonisti sono bambini e ragazzi, ma i nostri soci includono anche mamme, papà, famiglie intere, ma anche partner, professionisti del settore, esperti di multilinguismo, insegnanti di italiano, logopedisti, pedagogisti, scuole internazionali, associazioni culturali, camere di commercio e persino scuole dell’infanzia!
Perché? Perché tutti credono nell’importanza di promuovere la cultura e la lingua italiana, di costruire comunità, di creare reti. Ad oggi abbiamo oltre 80 famiglie associate in modo uffi ciale, ma intorno a noi c’è anche un grandissimo network stimato di circa 1500 italiani nel mondo e 1800 persone non italiane che ci seguono, ci contattano e partecipano a ciò che facciamo. Ognuno si unisce a noi per un motivo diverso: bambini e ragazzi che vogliono partecipare ai progetti come “Amici di Penna”, famiglie che cercano supporto o un senso di appartenenza, istituzioni che vogliono sostenere la promozione della lingua e cultura italiana. È un mosaico bellissimo di storie, passioni e connessioni.

Le attività sono per… promuovere, divulgare la loro Italia?
Assolutamente sì! Il cuore di BimBi Italiani è proprio questo: promuovere, far conoscere, valorizzare la cultura, la lingua e le tradizioni italiane tra bambini e ragazzi italiani che vivono all’estero. È un modo per creare un legame concreto tra Italia e il resto del mondo. Ma non solo! Le nostre attività parlano anche a chi italiano non è, ma che ama l’Italia o è curioso di scoprire di più. Quindi la nostra missione ha due anime: da una parte aiutare chi è italiano a mantenere un legame con le proprie radici, dall’altra diffondere la bellezza del Made in Italy – dalla cucina all’artigianato, dai metodi educativi ai laboratori creativi – a tutti quelli che sono all’estero. Insomma, rendiamo l’italianità accessibile e viva per bambini, ragazzi e famiglie, ovunque si trovino.

Quanti bambini italiani vivono in Thailandia?
Non abbiamo un numero ufficiale preciso, ma la comunità italiana in Thailandia è vivace e in crescita! A Bangkok di famiglie con bambini e ragazzi che ci seguono ce ne sono ben 300 ma di
sicuro ce ne sono molte di più dislocate anche in altre zone del paese. Tra questi ci sono bambini che frequentano scuole internazionali, altri che vivono in famiglie miste con uno dei due genitori thai… e tutti portano un pezzettino di Italia con sé. È proprio per loro che esistiamo!

Differenze in educazione e cultura tra bambini italiani e thailandesi, quali sono?
Sono due mondi molto diversi, ma anche straordinariamente complementari. I bambini italiani che vivono in Thailandia – a meno che non abbiano un genitore thailandese – frequentano solitamente scuole internazionali. Queste seguono curriculum inglesi, americani, australiani, oppure l’IB (International Baccalaureate), sempre più diffuso. In queste scuole cresce l’interesse per i metodi educativi italiani, come il Montessori o il Reggio Emilia, che stanno guadagnando sempre più spazio. Nelle scuole thai, invece, si lavora molto con la lingua thailandese e metodi più legati alla tradizione locale. Per questo uno dei progetti a cui teniamo di più è Imparando L’Italiano che consiste nella creazione di un curriculum specifico per insegnare l’italiano ai bambini multilingue italiani che vivono all’estero. Non sono stranieri che imparano una lingua nuova, ma neppure madrelingua come quelli cresciuti in Italia. Hanno bisogni unici, e noi vogliamo rispondere proprio a quelli. In Thailandia siamo gli unici a offrire corsi settimanali laboratoriali di italiano per bambini. Abbiamo due sedi dove si tengono le lezioni fuori dall’orario scolastico. E per la prima volta, abbiamo anche integrato il nostro curriculum nella Bangkok Patana International School, all’interno del loro programma extracurricolare per le lingue madri. Ora vogliamo rafforzare questo modello collaborando in Italia con scuole, università e istituzioni culturali, per consolidare il corso Imparando l’Italiano e strutturarlo in modo da rispondere alle esigenze dei bambini e ragazzi italiani nel mondo. Si tratta di un corso di lingua italiana pensato per contesti internazionali, flessibile, accessibile e utilizzabile su scala globale. Il corso rappresenta anche uno strumento utile per accompagnare i ragazzi in un eventuale percorso di reinserimento scolastico e culturale in Italia. Imparando l’Italiano è il nostro fi ore all’occhiello!

Due Paesi, due mondi… ma una cosa in comune. Quale?
La voglia di mantenere e scoprire la cultura italiana! Le famiglie italiane che vivono in Thailandia condividono il desiderio di tramandare l’identità italiana ai loro figli. Ed è proprio questo che ci unisce. Ma non solo: anche molti non italiani sono affascinati dalla pedagogia italiana. Penso al metodo Montessori, al Reggio Emilia… ma anche ai laboratori di Bruno Munari e a tante realtà educative sperimentali che in Italia sono nate e che meritano di essere conosciute e valorizzate a livello internazionale. C’è un mondo meraviglioso dietro l’educazione e la cultura italiana, ed è un mondo che appassiona! E non parliamo solo di scuola: c’è una vera e propria passione per tutto ciò che è Made in Italy — dalla lingua alla cucina, dall’arte al design. Questa passione è un ponte che collega culture diverse e ci ricorda quanto l’Italia, con la sua creatività e il suo patrimonio, possa ancora ispirare il mondo.

Lei e le altre fondatrici vivete all’estero. Cosa vi manca dell’Italia?
Le socie fondatrici siamo io (Elena Del Fabbro), Laura Perin (che vive qui in Thailandia con me) e Elisabetta Grigoletto (che invece è in Italia e rappresenta l’organizzazione lì). Io e Laura siamo entrambe mamme, entrambe italiane all’estero. Cosa ci manca dell’Italia? Le piccole cose quotidiane. Sedersi in piazza con un gelato. Andare all’edicola. Camminare tra i monumenti storici, vivere le città come musei a cielo aperto. Il tempo lento, le tradizioni semplici. Con BimBi Italiani vogliamo proprio fare in modo che certe esperienze e memorie non vadano perse. Un esempio concreto è il progetto Nonnolandia, nato con l’idea di far raccontare ai nonni storie italiane ai propri nipoti. I nonni sono stati il cuore del progetto fi n dall’inizio: erano loro a portare avanti il filo della narrazione, condividendo ricordi, tradizioni e frammenti di vita vissuta. Ora vogliamo far crescere Nonnolandia, raccogliendo e documentando queste storie preziose per costruire una vera e propria memoria collettiva da trasmettere alle nuove generazioni. Due generazioni che, purtroppo, spesso non riescono a passare molto tempo insieme. Ma noi cerchiamo di farle incontrare… anche a distanza, grazie alla potenza del racconto e della tecnologia.

Cosa c’è dell’Italia a casa vostra?
Anche se viviamo in una casa italo-americana ed all’estero, l’Italia si sente: nella tavola apparecchiata, nelle cene in famiglia, nei racconti della giornata. Guardiamo film in italiano, celebriamo Carnevale e Natale, organizziamo attività italiane con altre famiglie. Grazie a Bimbi Italiani, la nostra casa – e quelle di tante altre famiglie espatriate – è un piccolo angolo d’Italia nel mondo.

Perché gli italiani all’estero amano ancora di più il proprio Paese?
Perché l’Italia ce la portiamo dentro. Molti italiani emigrano per necessità, ma nel cuore hanno sempre il desiderio di vivere e riscoprire il proprio Paese. Il Made in Italy diventa un simbolo di orgoglio, un modo per restare connessi alle proprie radici. E questa fierezza, a volte, è ancora più forte vista da lontano. E poi, quando si diventa genitori, questo sentimento si amplifica. Nasce il desiderio profondo di far riscoprire ai propri figli le bellezze dell’Italia, di fargli conoscere una cultura e un patrimonio culturale che sono davvero unici al mondo. È un modo per costruire un ponte tra generazioni e tra mondi, coltivando un senso di appartenenza che va oltre i confini geografici.

Una bambina, un bambino italiani non devono mai dimenticare di essere…?
Di essere italiani, nel cuore e nell’anima. Anche se crescono in un mondo multiculturale, con mille stimoli e lingue, la loro identità italiana è una radice da custodire. Noi di BimBi Italiani vogliamo fare proprio questo: aiutare i bambini a portare con sé quel piccolo grande spirito italiano ovunque andranno. Perché crediamo davvero che un ponte tra Italia ed estero sia possibile. Noi ci crediamo. E speriamo anche voi!