Intervista di Paola Pacifici
Presidente, quando e perchè nasce il “Salvamamme”?
Nasce da un gruppo di amici, medici, avvocati, giudici, che si occupavano esclusivamente di cultura e che di fronte al ritrovamento di un corpicino nella spazzatura. Naturalmente parlavamo di bambini a termine e non di aborto. Proponemmo, dunque, la riapertura della ruota degli innocenti ma nello stesso tempo decidemmo di dare informazioni sul parto in anonimato segnalando migliaia di cassonetti della spazzatura. Salvammo alcuni bambini, ma tante famiglie ci chiedevano al telefono di non insegnare loro come lasciare i figli legalmente ma imploravano di aiutarli a tenerli con loro anche se vivevano situazioni di grave difficoltà. Così è nato il Salvamamme.
Come agisce l’associazione?
L’Associazione non dona “a pioggia” e si muove su richiesta dei servizi sociali, ospedali, enti, parrocchie, centinaia di enti, che attestano il reale bisogno di chi chiede. Naturalmente di fronte ad un caso di disperazione la risposta è immediata, poi c’è la verifica. Migliaia di bambini sono cresciuti sani e forti con l’aiuto concreto di Salvamamme che ha provveduto ad alimenti, vestiario, igiene oggetti necessari, i primi bambini hanno già 25 anni.
Salvamamme è a carattere nazionale?
Salvamamme è molto prudente, in alcune regioni ha persone di grande fiducia capaci di seguire senza secondi fini persone molto sole e in situazione di bisogno. Purtroppo in molti luoghi abbiamo aperto e chiuso perché non abbiamo serietà da parte dei nuovi volontari, che non condividono la stessa filosofia.
Com’è oggi la situazione di necessità delle mamme, di cosa hanno maggiormente bisogno?
La situazione è molto cambiata, gli anni scorsi avevamo donne sole e abbandonate ora intere famiglie con lavori che non sono sufficienti ad arrivare alla fine del mese o che non lavorano; quindi non si tratta più di mamme bambini ma intere famiglie che chiedono soprattutto un’integrazione alimentare e tutto ciò che occorre ad accogliere il nuovo nato o per affrontare l’anno scolastico dignitosamente.
Le donne “mamme”sono sole, si sentono sole e cosa le manca di più, a parte le prime necessità?
Le difficoltà economiche in specie quelle che portano i bambini in particolare bimbi malati o con disabilità provano la coppia. E’ dura portare avanti la quotidianetà di una famigliola monoreddito. A volte si è disperate, affamate di una parola di conforto oltre che dei beni necessari.
Chi sono i vostri “benefattori”?
Abbiamo alcune famiglie benestanti che ci danno una mano, alcune aziende, ma è sempre troppo poco rispetto alle necessità di Salvamamme che pensa a migliaia di famiglie non abbienti, siamo frugali pronte a tanti sacrifici ma non potrà andare sempre così perchè siamo abbastanza stremati.
Le vostre ” mamme” in media che età hanno e che di livello sociale?
Abbiamo mamme bambine e mamme quasi nonne, alcune a 42/43 anni hanno deciso di cogliere l’ultimo treno per diventare madri. Negli anni è cresciuto il livello di scolarizzazione abbiamo molte diplomate e laureate. Specialmente le donne Ucraine profughe spesso laureate ma costrette a lavori sottopagati. I lavori che hanno le mamme del Salvamamme sono fragili si perdono alla prima occasione e la povertà vera è dietro l’angolo.
Le loro difficoltà vengono maggiormente dall’abbandono delle loro famiglie?
Anni orsono abbiamo incontrato universitarie scacciate da casa perchè incinte ota il problema dell’onore e della morale è superato, piuttosto parlerei di famiglie che vanno avanti generazione dopo generazione nella povertà e nel fallimento, Abbiamo dei comuni dove puoi incontrare donne provenienti dall’immigrazione dal sud verso il centro e il nord degli anni 60. I loro figli pure italiani sono bassamente scolarizzati, il livello dei lavori è infimo, le malattie poco curate fanno grandi danni, e già si vedono i nipoti camminare su una strada che non porterà niente di buono, molti finiscono per commettere reati. Si può essere affettivamente accudenti non averne cura nei momenti principali dell’infanzia e adolescenza.
Tu sei una mamma e quindi la tua sensibilità, comprensione e vicinanza è ancora più significativa?
E’ certo che sono una persona sensibile altrimenti sarei fuggita da questa situazione complessa, difficile e faticosa da troppe responsabilità. Non so se essere stata madre mi ha dato qualche carta in più so solo che essendo morta la mia unica figlia, troverei meno motivazioni per continuare a vivere senza le mie mamme e i miei bambini. Mi chiedo poco, vado avanti passo dopo passo cercando di fare il meglio. Sulla mia tomba vorrei che ci fosse scritto “Grazia, una che ha provato a fare qualcosa”.
Presidente, Sant’Agostino diceva “Se hai bisogno di una mano, ricordati che io ne ho due …..”E’ così vero?
Salvamamme è una locomotiva, la vedo così, dove ogni volontario getta una palata di carbone. Che dire, da sola non sarei capace di fare assolutamente nulla, arrivano dei volontari che rimangono 20 anni, altri pochi mesi, aziende con i loro 50 impiegati che desiderano fare volontariato aziendale. E la locomotiva va avanti a volte a fatica a volte speditamente, il mio motto è provare a non dire mai di no. Quel no potrebbe essere l’ultimo che un uomo o una donna potrebbero tollerare prima di farla finita.Salvamamme è qualcosa di tremendamente serio, ringrazio Dio per il magnifico gruppo di persone che non mi lascia sola, che mi conforta. Quel gruppo che mai mette le distanze quando parla con una donna messa all’angolo dalla vita. Le mani dei volontari devono essere giuste, delicate, carezzevoli ma come dicono alcune suore mie amiche “chi ha mani fredde e dure si allontana da solo e presto”. Intanto Salvamamme è un coro dove non ci sono assoli e l’armonia regna tra volontari, tanti ragazzi speciali, ragazzini che hanno commesso piccoli reati, grandi e piccole personalità. Ringrazio Dio per questo.