Felice Infante maratoneta del mondo Da Foggia porta la maglietta dell'Italia .. e vince

Intervista di Paola Pacifici

Felice InfanteFelice, perché la maratona. La maratona non è una corsa, che cos’è, quando nasce questa tua passione e perché? 

A scuola studiando la storia, mi colpì la battaglia tra Persiani e Ateniesi, dove gli Ateniesi vinsero. Per comunicare al popolo di Atene la vittoria,inviarono un soldato di nome Filippide, nell’anno 490 A/C,dove percorse il tragitto da Maratona ad Atene di corsa per km 42, per comunicare la vittoria. Da allora tutto ebbe inizio (vedi il fuoco di Olimpia e le Olimpiadi). E’stata anche per me un qualcosa di bello che mi ha fatto scattare questa passione per la maratona.

Siete una famiglia di sportivi  e di campioni, che cosa è per voi lo sport?

Io e mio figlio Vincenzo siamo maratoneti. Invece mia nipote Moira di 13 anni, è campionessa giovanile di sci. Lo sport da noi viene intepretato, come amicizia, stare bene in salute, e avere anche competitività.

In una foto hai al collo un medaglione che raffigurano le sei più grandi maratone del mondo: New York, Londra, Chicago, Berlino, Boston  e Tokyo?

L’Abbott-World-Majors-marathon, è un organo Internazionale che mi ha inserito nell’albo d’oro dei maratoneti, perchè ho disputato le sei maratone più grandi al mondo: New York-Berlino-Chicago-Londra-Boston-Tokio. E’ impresa difficile, tanto è che al mondo solo in 1000 atleti sono riusciti, su 7 milioni di maratoneti.In Italia solo 100 atleti,su 50.000.

Più di 1600 gare, quale quella che è stata la più emozionante e quale quella più difficile?

Amo questo sport,e ogni singola gara disputata, c’è sempre un emozione profonda che si impossessa di me.

La tua ultima impresa è stata la maratona di Palma de Mallorca, naturalmente vinta… ? 

A Palma de Malorca è stata la mia 106esima maratona che ho corso nei cinque Continenti. E’ anche stata la quinta gara corsa in terra di Spagna. Barcellona-Madrid-Valencia-Sevilla-Palma de Mallorca.Correre ancora all’età di 69 anni. Nella mia carriera, ho corso 180.000 km nelle strade di tutto il pianeta, oggi per me, ogni maratona e come se la vincessi sempre io.

Che cos’è il Premio Argos Hippium 2010?

Fare quello che ho fatto in tanti anni, vuol dire essere riconosciuto in tantissime occasioni. Il premio Argos Hippium, è stato uno dei più bei riconoscimenti.

I maratoneti più bravi nel mondo, dopo di te naturalmente jajja?

I più grandi maratoneti al mondo sono i Keniani (con nomi impronunciabili) che da oltre 30 anni,non fanno vincere a nessuno, tranne in qualche occasione a Ethiopi, Somali, Marocchini. Gli Italiani, negli ultimi decenni, poca cosa.

Quale sono i momenti più importanti, a livello agonistico, la partenza, la corsa o lo sprint finale?

I momenti più importanti è sempre la partenza, perchè sei accomunato da tanti atleti di ogni Nazionalità che sai avere la tua stessa passione, e lo stesso spirito di sacrificio….E poi, l’inno!

Lo sport ed i giovani, quanto è importante praticare una disciplina sportiva nella loro vita? 

Gratuitamente, mi dedico allenando giovani, anziani, gente con problemi vari, ragazzi che devono fare concorsi, e tanto altro. Ebbene tutti queste persone, trovano uno scopo di vita, nel praticare sport.

Portare per il mondo l’Italia con il tuo nome e vincere, quanto ti fa sentire orgoglioso?

Portare la maglia dell’Italia. La bandiera. Sentire l’inno, è un sogno che ormai vivo da 50 anni.

Della tua bella Foggia, quando vai all’estero, cosa ti porti sempre con te? 

Della mia città, mi porto all’Estero le parole di incoraggiamento che i miei cittadini mi danno. Al mio ritorno, è un continuo di persone che vogliono sapere i più piccoli particolari.

Aggiungo che la corsa farà parte di me fino all’ultimo giorno della mia vita. Ho iniziato come atleta d’elite, ho continuato a promuoverla in ogni luogo (scuole, campi sportivi, palestre, associazioni ecc.). Questo avviene anche fuori dal mio territorio.Voglio continuare a farlo, perchè vedo tanta gente più felice. Poi grazie alla mia popolarità, riesco a fare molta benificienza. Ho fatto parte della delegazione Italiana che abbiamo consegnato all’Ambasciatore dell’Unicef, al palazzo di vetro dell’Onu, la somma di 60.000 dollari per progetti scolastici della Nuova Guinea Bissau. Poi, in occasione della maratona di Gerusalemme, in Palestina, siamo andati a visitare l’Hospital Caritas Baby, diretto da suore Italiane, dove fanno miracoli assistendo bambini, provenienti da tutta la Palestina. Anche in questa occasione, abbiamo donato qualcosa. Ho fatto ogni cosa senza mai avere utilità a scopo di lucro per mio conto, perchè quello che mi ritorna di contro è vedere la felicità delle persone, che non è paragonabile a nessun prezzo!

Rio de Janeiro Tokyo Maraton