GIANNI GARBATI È IL PRESIDENTE DELLA FAMOSA ASSOTZIU TZIRCULU SARDU ICHNUSA A MADRID L'Associazione nasce nel 2004. I sardi scelgono questo paese per costruirsi un futuro. 7000 in tutta l'Isola i Nuraghi insieme alle Domus de Janas, i Pozzi Sacri e i Giganti i Mont’e Prama. Ad una sarda e ad un sardo gli manca il mare ma non solo... Mi piace ricordare i lavori che ho messo in scena per il teatro. Lo scenografo, come definizione, è colui che crea, inventa.

Presidente della Assotziu Tzirculu Sardu Ichnusa. Perché e quando nasce questa Associazione Circolo Sardo ICNUSA?
La nostra Associazione si formò nel 2004 a Madrid con il desiderio di fornire un supporto ai conterranei dell’Isola in cerca di possibilità di lavoro in Spagna.

I sardi in Spagna ed a Madrid che tipologia hanno oggi?
La Spagna, soprattutto dall’entrata dell’Euro, è diventato uno dei paesi più gettonati per vivere, tanti e tanti i giovani sardi, dai diciottenni ai trentenni, dai quarantenni e oltre, con preparazione di alto livello e non, che scelgono questo paese per costruirsi un futuro.

Le vostre tradizioni culturali e sociali sono molto sentite, come l’ Associazione le mantiene forti in un paese straniero?
Appoggiando la Cultura prodotta in Sardegna, e, incoraggiando, premiando tanti e tanti professionisti, scrittori, attori, artisti, musicisti e quant’altro per far conoscere al grande pubblico spagnolo e non, la nostra Storia e la nostra produzione di alto livello.

I giovani e la cultura sarda?
Abbiamo una “rete” cibernetica che fa’ si che siamo costantemente in collegamento tra di noi, e, come dicevo, grazie alle manifestazioni che portiamo a Madrid dalla Sardegna fanno sì che la nostra cultura sia costantemente riproposta e ricordata.

Cosa gli manca di più ad una sarda ed ad un sardo che vive in Spagna?
Se chiedi a un sardo cosa gli manca soprattutto… ti risponderà, il mare! (per poi aggiungere, le spiagge e la nostra cucina…).

La Sardegna è una regione europea?
Grazie alle compagnie aeree low cost i Paesi europei sono diventati sempre di più i “vicini di casa” eliminando le frontiere mentali, e la Sardegna, in mezzo al Mediterraneo, con le bellezze naturali di cui gode, è un “vicino di casa” molto apprezzato. Aggiungo che le differenti culture e le differenti lingue che colorano l’Europa fanno unico e speciale il grande Continente.

Parlando della bella isola non si può non parlare di Nuraghi, della loro influenza storica e culturale della Sardegna, nell’Italia e nel mondo?
Giusto mesi fa abbiamo avuto ospite il presidente della Fondazione Barumini, Salvatore Bellisai, che ha rimarcato le caratteristiche e l’unicità nel mondo dei Nuraghi, circa 7.000 in tutta l’Isola, insieme alle Domus de Janas, i Pozzi Sacri e i Giganti di Mont’e Prama. Come i collegamenti che la civiltà nuragica sviluppò con le regioni del Mediterraneo, del tempo, rimarcando l’importanza di questa antica cultura. Tanta storia che però fà fatica a farsi conoscere all’estero e nella stessa Italia.

Scenografo e costumista. Il tuo curriculum è molto importante ed interessante con tante esperienze. Quale quella più significativa per te?
Nei miei ricordi ho soprattutto piacere di ricordare i lavori messi in scena per il teatro, pur avendo lavorato nei differenti campi dello spettacolo, dal teatro alla televisione, dalla realizzazione scenografica al cinema. Tanti e tanti momenti ognuno con ricordi belli e meno belli, indubbiamente, come spesso accade.

Opera lirica, cinema, teatro, musical e televisione. Quale fra questi settori è più difficile come scenografia?
Per me nessuno di questi segmenti dello spettacolo sono “difficili”, questo perché ogni volta (è importante sapere che c’è differenza lavorare nel teatro, nel cinema e nella televisione) ho dovuto apprendere, capire come muovermi e apprende dagli errori, per poi muovermi come pesce nell’acqua.

Che cosa è oggi la scenografia e come è cambiata. Quanto è realtà e quanto è fantasia?
La magia del teatro fortunatamente rimane sostanzialmente immutata, all’interno della “scatola nera” che è il palcoscenico, la presenza degli artisti “in carne e ossa” fà si che il rito dello spettacolo, di quell’ora e mezza di unione quasi sacra fra gli artisti e il pubblico, mantenga immutata la magia. Nella televisione si usa sempre di più l’elettronica come scenografia, mentre fortunatamente nel cinema, a parte certe grandi produzioni, ancora oggi si ricreano gli ambienti fisicamente, dando allo scenografo l’opportunità di inventare e creare gli ambienti secondo il proprio gusto e, ovviamente, attenendosi al copione. Quando arrivai giovincello a Roma, imparai a dipingere “in piedi” (metri e metri quadrati di teloni, stesi e inchiodati sui pavimenti di legno) utilizzando gli appositi lunghi pennelli, arte che nel tempo si và perdendo, purtroppo.

Che cosa sono i laboratori di scenografia? C’è e se c’è la differenza tra una scenografa ed uno scenografo?
Lo scenografo come definizione è colui che crea, inventa, la scenografia di uno spettacolo, di un programma della tele, di un’opera lirica o degli ambienti interni ed esterni per un film. Mentre lo scenografo realizzatore è colui che esegue le idee, mette in pratica i progetti preparati dallo scenografo ideatore.

Hai vissuto e vivi in un mondo affascinante. Che scenografia faresti per illustrare la tua vita?
Non sono abituato ad espormi in pubblico, da buon artigiano preferisco mettere a disposizione le mie conoscenze, le mie idee, le mie passioni, sempre stando dietro le quinte. Però, se proprio devo fare una scenografia per illustrare la mia vita… farei un patchwork con le immagini dei tanti e tanti lavori che ho ideato e creato nella mia carriera.

Vuoi mandare, in sardo, un messaggio ai tuoi compatrioti sardi?
Salude, un’augùriu chi sos isperos e sos disìgios de realizare sos pròpios bisos in custu chintu siat s’avverino.

L’Associazione ha organizzato la tavola rotonda “Quale Europa Vogliamo”. (sin.) Mauro Basile, Mauro Speranza, Verónica Chillotti, Ángeles Redondo, Pietro Mariani, Gianni Garbati, Charo Valencia, Aldo De Cecco, Andrea Saglimbeni, Alberto Caltabiano, e, al centro in basso, Franco Savoia.