Il capitano di vascello Angelo Patruno a Cadiz con la Vespucci La "nave più bella del mondo", cosi è chiamata dal mondo la nostra Vespucci

intervista di Paola Pacifici

Comandante Angelo Patruno, qual è la missione del Vespucci di quest’anno? Il compito primario di Nave Vespucci è la formazione e l’addestramento, compito che espleta  ogni anno durante la Campagna d’Istruzione estiva a favore degli Allievi Ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno e di altro personale appartenente agli istituti di formazione della Marina. La tradizione e la cultura marinaresca, che ogni giovane militare in formazione assorbe ed interiorizza durante l’imbarco, diventano nel tempo un bagaglio di esperienza fondamentale oltreché un ricordo indelebile. Quest’anno in particolare, la campagna di istruzione ci ha portati fino in Canada e negli Stati Uniti. In occasione del 150° anniversario della confederazione canadese, a Montreal, durante la sua visita di stato al Paese, abbiamo avuto l’onore di ricevere a bordo il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Il Sindaco di Montreal, a bordo del Vespucci,  ha donato al nostro Presidente le chiavi della città, un gesto che rafforza gli ottimi rapporti e l’amicizia da sempre esistenti tra i due paesi. Negli Stati Uniti, tra gli impegni e gli eventi maggiormente significativi desidero ricordare  a New York l’omaggio reso alle vittime di Ground Zero con una cerimonia di deposizione corona presso il monumento; inoltre, l’incontro con l’Executive Officer di UNICEF Anthony Lake a bordo del Vespucci, che rafforza maggiormente il già forte legame con l’agenzia dell’ONU che dal 2007 ha nominato la nave “Goodwill Ambassador”.

Ci può parlare in generale dell’importanza della Campagna d’Istruzione sul Vespucci? L’importanza  della Campagna d’Istruzione rimane la stessa immaginata da chi, ai vertici della Forza Armata di allora, pensò sapientemente nel 1931 di dotare la Marina Militare di questo straordinario strumento di formazione: la missione assegnata alla nave si  può sintetizzare nel forgiare nell’animo e nel fisico i futuri ufficiali di Marina  attraverso la navigazione a vela, temprando il  carattere, imparando il valore profondo del lavoro di squadra e lo spirito di servizio individuale e collettivo; imparando le dure regole della vita sul mare. Inoltre, il Vespucci è anche un insostituibile ed universalmente riconosciuto strumento di diplomazia. E’ un “piccolo pezzo” di territorio italiano che si sposta per i mari del mondo, rappresentando al meglio nei numerosi  porti visitati le qualità nazionali, la Marina Militare e più in generale le Forze Armate.

Quello di quest’anno è un Vespucci rinnovato tecnologicamente. Quali sono i vantaggi sia per l’addestramento che per la navigazione? La sosta lavori dell’Unità è durata circa due anni e mezzo ed è stata definita come sosta di “ammodernamento mezza vita – prolungamento vita operativa” (A.M.V. – P.V.O.). L’obiettivo fondamentale era quello di ammodernare una “Signora” di 86 anni per prolungarne la vita operativa, dotandola di tecnologie di ultima generazione ma mantenendo l’aspetto esteriore tipico di un veliero dell’800, dove le tradizioni ed i valori che animano i marinai della nostra Marina Militare rimangono gli stessi, tramandati  nel solco di insegnamenti che hanno attraversato immutati  la storia dell’Unità  dal 1931 ad oggi. Ha rappresentato per la nave, il suo equipaggio ma più in generale per la Forza Armata una sfida senza eguali. E’ stato sostituito l`apparato di propulsione e generazione dell’energia elettrica, la linea d`asse, l’elica ed il sistema di governo del timone. E’ stato effettuato il restyling degli alloggi dell`equipaggio, il rinnovamento completo delle cucine, dell’infermeria, con l`obiettivo di aumentare e migliorare le capacità ricettive e di comfort dell`unità. Inoltre, sono state fatte alcune lavorazioni in linea con il progetto Green Fleet della Marina Militare, ovvero l’applicazione di moderne tecnologie che permettessero al Vespucci un considerevole risparmio energetico ed un elevato rispetto per l’ambiente. A tale scopo, sono state sostituite le lampade per l’illuminazione interna ed esterna della Nave con moderne lampade a LED ed è stato inoltre applicato un innovativo trattamento antivegetativo dell’opera viva della carena con pitture siliconiche prive di prodotti biocidi, con conseguenti migliorie sulle velocità ottenute e sul completo abbattimento dei valori di inquinamento generati dalle tecnologie obsolete.  Sulla “nave più bella del Mondo”, gli allievi imparano essenzialmente le basi dell’ andar per mare. È quotidianamente richiesto loro di confrontarsi con le moderne strumentazioni di bordo, ma di vivere anche una dimensione della navigazione tradizionale, legata al passato, legata all’epoca d’oro dei grandi velieri.  Le attrezzature marinaresche e l’utilizzo del sestante per ricavare la posizione della nave con gli astri – come facevano gli antichi navigatori – sono elementi tradizionali ma essenziali nella formazione degli allievi di oggi, che imparano in prima persona come vivevano i marinai di ieri.  Una sfida dal sapore moderno, che non tralascia in alcun modo il gusto per le tradizioni da cui trae quotidianamente la spinta per rendere questi giovani marinai dei futuri professionisti del mare, con un bagaglio professionale completo; militari consapevoli delle proprie potenzialità, della complessità dell’ambiente in cui saranno chiamati ad operare ma pronti per affrontare tutte le sfide del futuro.

Qual è la maggiore aspirazione per i giovani allievi che salgono a bordo del Vespucci? Per gli allievi, la maggiore aspirazione è mettere in pratica tutto quello che hanno visto e studiato in teoria nelle aule dell’Accademia Navale. A bordo di Nave Vespucci gli allievi della prima classe ricevono il “battesimo del mare”, cioè la prima esperienza di navigazione, fondamentale per ogni marinaio. Questo periodo di imbarco sulla “nave più bella del mondo” li accompagnerà come un ricordo costante per tutta la loro vita professionale. Li accomunerà a tutte le precedenti generazioni di Ufficiali di Marina che hanno vissuto e si sono formati a bordo della “regina dei mari”. Inoltre, la campagna addestrativa ha come obiettivo ulteriore quello di  predisporre l’allievo, durante le soste nei numerosi porti toccati all’estero durante la Campagna d’istruzione, al dialogo e all’apertura verso culture e costumi diversi sviluppando così flessibilità e capacità di adattamento. Un aspetto altrettanto importante è il travaso di nozioni  ma anche di tradizioni.  E’ l’esperienza maturata nel tempo sulle navi della Marina che i militari con più anni di servizio alle spalle trasferiscono  quotidianamente alle giovani leve. Un “on the job training” essenziale e che rappresenta a bordo del Vespucci l’elemento probabilmente più importante per consentire la crescita e la formazione di coloro che rappresentano i futuri vertici della Forza Armata.

Perché il Vespucci è stata definita la “ Nave più bella del mondo”? L’episodio risale ad un incontro avvenuto nel Mare Mediterraneo nel 1962. Protagonista la Portaerei Statunitense USS Independence che, incrociando un magnifico Vascello a vela lungo la propria rotta, chiese con il codice MORSE, utilizzando i classici segnalamenti a lampi di luce : «Chi siete?»; il Vascello a quel punto rispose: «Nave Scuola Amerigo Vespucci della Marina Militare Italiana».  Il Comandante della Portaerei ordinò di rispondere: «Siete la più bella nave del Mondo». Un episodio che non può che confermare lo stupore da sempre generato in chi, soprattutto per la prima volta, si imbatte e resta affascinato dalla bellezza senza tempo di questo orgoglio tutto italiano.

Lei Comandante da velista può dirci come è andata la traversata oceanica a vela? La traversata atlantica è stata per noi una grande sfida. Nell’immaginario di ogni velista l’attraversamento di questo Oceano continua a stimolare lo spirito di avventura e l’aspetto più romantico del viaggiare in mare sospinti solo dal vento. Durante la navigazione verso ovest siamo andati alla ricerca degli alisei: il ‘sentiero atlantico’ da sempre utilizzato dai navigatori, e che ha permesso nel corso della storia, le grandi traversate oceaniche verso il nuovo mondo. Quei venti favorevoli e costanti che permisero  a Cristoforo Colombo in viaggio verso le Indie, di scoprire l’America. Dopo New York, che ha rappresentato il giro di boa della campagna di istruzione, stiamo dirigendo la prua verso est, attraversando nuovamente  l’Oceano Atlantico ma questa volta verso casa. 25 lunghi giorni di navigazione a vela sfruttando i venti occidentali delle medie latitudini in direzione delle isole Azzorre, prossima sosta dell’unità prima dell’ingresso in Mediterraneo. Durante questa navigazione così lunga, saranno inoltre il tempo e il mare a dettare le regole: la convivenza  a bordo ed i numerosi giorni di mare continuativi, rendono necessari forti e sinceri rapporti interpersonali, la coesione e l’aggregazione. La traversata consentirà di rinsaldare i legami tra i membri dell’equipaggio e tra gli allievi della prima classe che rafforzeranno ancor di più l’appartenenza al  neonato corso, che proprio a bordo del Vespucci verrà battezzato con un nome proprio.

Il Vespucci ha toccato la Spagna, a Cadice, città molto vicina a Palos de la Frontera da dove partì Cristoforo Colombo con le tre Caravelle. Il  Vespucci  continua ancora oggi a far conoscere nel mondo la nostra italianità e la nostra cultura? Certamente. La Nave Scuola Amerigo Vespucci è un vero e proprio fiore all’occhiello della Marina Militare e dell’Italia. In ogni porto sono migliaia le persone che vengono a vistarla rimanendone affascinate. Molti di loro sono italiani residenti all’estero che, una volta saliti a bordo, si sentono improvvisamente a casa, e hanno voglia di raccontare la loro storia, il perché decisero di lasciare il nostro paese, o molto più semplicemente sono felici di parlare italiano. Al termine della visita dell’unità, salutano con affetto i membri dell’equipaggio, ci dicono di sentirsi fieri dell’attività che questa signora di 86 anni continua a svolgere nel Mondo. Ci ringraziano per l’orgoglio nazionale che suscitiamo in loro, per la cerimonia dell’ammaina bandiera solenne al quale assistono, e non di rado scorre qualche lacrima nel veder sventolare in alto il nostro tricolore. La Nave Scuola Amerigo Vespucci è l’emblema della Marina Militare. In essa è racchiusa l’eccellenza del Made in Italy, sinonimo di gusto, qualità e passione, ma anche di una forte dimensione culturale tutta italiana, fondata sui valori e sulla solidarietà. Siamo consapevoli ed onorati di essere chiamati a svolgere un così delicato e importante compito in qualità di “ambasciatori italiani nel mondo”.

Quando ha svolto il suo viaggio da allievo ufficiale a bordo del veliero, ha mai pensato che sarebbe diventato il Comandante del Vespucci? e ha mai pensato a quale sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto in questo incarico? Sono imbarcato per la prima volta sull’ Amerigo Vespucci dalle Isole Bermuda, su un molo centrale di Port Hamilton. Era il 1986 e avevo 19 anni. Appena imbarcati io ed i miei compagni di corso schierati in assemblea sul cassero abbiamo ricevuto il benvenuto da parte dell’allora Comandante della Nave. Ricordo chiaramente di aver pensato, mentre ascoltavo le sue parole di benvenuto che un giorno avrei voluto essere al suo posto, provare l’orgoglio di essere il  Comandante della nave più bella del mondo. Ma il destino a volte ci sorprende ed io  dopo 31 anni sono tornato nello stesso identico posto di ormeggio, ad Hamilton, da Comandante della nave. Un turbinio di emozioni uniti a ricordi e alla consapevolezza che la passione e la determinazione premiano sempre. Mi sento una prova vivente del famosissimo motto del Vespucci, attribuito al genio di Leonardo da Vinci: “Non chi comincia ma quel che persevera” e lo consiglio come ricetta ai giovani che si approcciano a questa magnifica scelta di vita. E’ per questo che la prima cosa che ho fatto dopo aver assunto il Comando e che continuo a fare, è godere di ogni momento che mi sta regalando questa fantastica esperienza che rappresenta anche il  coronamento del mio più grande sogno professionale.

Quali sono i principi che ha seguito durante questo anno al comando del Vespucci? Ho cercato di ispirare la mia linea di comando puntando sulla forza del gruppo, dell’equipaggio come moltiplicatore di potenza: l’equipaggio ha bisogno del suo comandante ed il comandante ha bisogno del suo equipaggio, nessuno dei due può esistere se non esiste l’altro. La Marina ha da sempre osservato come una stella polare questo principio, consapevole che il microcosmo che si crea a bordo di una nave, irripetibile in qualsiasi altro ambiente lavorativo, rappresenta il vero valore aggiunto. Sapere di poter contare su chi ti è a fianco, fortifica e dà coraggio; rende cose impossibili possibili, ti consente di “gettare il cuore oltre l’ostacolo”. Inoltre, una Campagna d’istruzione lunga come quella del 2017, che ci ha visti partire da La Spezia a fine aprile e che lì ci vedrà tornare agli inizi di novembre, amplifica i rapporti interpersonali che si saldano e fanno diventare i membri dell’equipaggio, pur nel rispetto dei ruoli,  una “famiglia”.

E cosa Le lascia dal punto di vista umano e professionale questo periodo al comando del Vespucci? Il periodo trascorso al Comando di questa magnifica Unità mi lascia dei ricordi indelebili. E sono tutti legati alle persone, al mio equipaggio. Una nave è tale perché è abitata dal suo equipaggio, che ne dà forma e vita. Ho cercato di conoscere singolarmente ognuno di loro, esaltarne i lati positivi, incoraggiarli, apprezzare il loro lavoro. Sono persone straordinarie, che amano questa nave così come la amo io. Le dedicano attenzioni, tempo, lavoro, fatica. E’ con fatica ma con tanto orgoglio che ogni anno salutano le famiglie e partono in giro per i mari del mondo. E ci permettono di ricevere innumerevoli complimenti e riconoscimenti quando siamo all’estero e facciamo sventolare il tricolore nei porti visitati. Questo che sto per lasciare è il mio terzo e probabilmente ultimo comando di una nave nell’arco della mia carriera professionale. Per me non poteva esserci conclusione più entusiasmante di questa. Leggo spesso fuori dal mio alloggio la targa che riporta i nomi dei Comandanti che si sono succeduti dal 1931 ad oggi  a bordo del Vespucci e che dal 4 ottobre del 2016 riporta anche il mio. Tra loro tanti personaggi illustri ma in particolare uno dei miei miti di ragazzo, quando in giovane età mi appassionai a questo affascinante sport che è la vela: Agostino Straulino, il “padrone del vento”. Ed è a lui che penso quando il Vespucci è in mare, quando cerco di navigare a vela il più possibile e  approfittare della più leggera bava di vento senza sprecarne neanche un refolo, mettendo a riva come faceva lui tutta “la tela” possibile per guadagnare anche un solo decimo di nodo di velocità; sono infatti convinto che “Tino”, come affettuosamente gli amici chiamavano l’Ammiraglio, mi osservi con occhio critico anche da lassù e non lo voglio deludere.