Teresa, un architetto i cui disegni e progetti parlano di…?
Emozioni. Spero che i miei progetti riescano a trasmettere emozione; senza di essa, sarebbero opere statiche, da osservare ma non da vivere.
Grande successo per il suo progetto speciale per la 19° Biennale di Architettura a Piazza San Marco a Venezia il “GRAN CAFFE’ QUADRI”. ? E da Venezia il suo messaggio qual’è?
Il nostro progetto, situato nella celebre Piazza San Marco nell’ambito della 19ª Biennale di Architettura 2025, ha suscitato grande curiosità e anche qualche controversia. Non solo per la sua posizione iconica, ma soprattutto per la sua intenzione di democratizzare lo spazio. È un progetto tangibile e accessibile, non solo ai visitatori della Biennale, ma anche ai turisti e ai veneziani stessi. Forse proprio per questo è uno dei progetti più aperti e inclusivi dell’anno. Racconta la storia di Venezia attraverso il caffè, esplorando come il commercio di questa bevanda abbia contribuito alla costruzione urbana, sociale e culturale della città.
Perché Venezia? Cos’è Venezia per l’architettura?
Venezia è da sempre una meta quasi mitica per gli architetti, un traguardo importante sia a livello nazionale che internazionale. Partecipare a una Biennale è un grandissimo onore, perché offre visibilità e riconoscimento tra colleghi. Quest’anno, il tema centrale è l’intelligenza artificiale contrapposta all’intelligenza umana — un confronto complesso, quasi come una partita di tennis in cui entrambi i giocatori sono forti, ma non c’è un vincitore chiaro. Non trova anche lei?
Fra i suoi importanti progetti anche nel settore della moda quale quello che è più consono e più vicino al suo mondo artististico…
Quando mi chiedono qual è il mio progetto preferito, rispondo come il grande maestro Gio Ponti: “Il mio progetto preferito è quello che devo ancora realizzare.”In effetti, il progetto che si ama di più è sempre l’ultimo. In questo caso, parliamo proprio del Gran Caffè Quadri, dove abbiamo fuso architettura e design su misura con moda e tessuti. Le tende, ad esempio, riportano ricami tipici dell’alta moda, raffigurando la foglia del caffè arabica come fosse una magnifica gonna da passerella. Ogni tavolo rappresenta i nuovi volti di una Venezia contemporanea, culturalmente diversificata, proprio come una miscela di caffè. Abbiamo integrato anche opere di artisti che hanno ritratto Venezia — da De Chirico a Monet, da Pissarro a Tintoretto — creando un dialogo tra le nuove culture e le tradizioni della città.
Jean Novel l’ha definita “Madame Parking” perchè?
Vedo che mi conosce bene! Quando lavorai al progetto del parcheggio dell’Hotel Puerta de América insieme a Norman Foster, Zaha Hadid, Marc Newson, Ron Arad… io ero la più sconosciuta. Così mi affidarono il parcheggio, mentre i “grandi” stavano ai piani alti. Ma quel parcheggio diventò il luogo più visitato e più redditizio dell’intero hotel. Madonna lo affittò per un evento privato, la BMW lo scelse per il lancio di un nuovo Mini Cooper. Uno spazio oscuro e trascurato si trasformò in un’icona di Madrid. Da lì, Jean Nouvel ha iniziato a chiamarmi affettuosamente “Madame Parking”.
I giovani architetti sono più donne o più uomini..E perchè o uno o l’altro?
Nelle università contemporanee, le donne architette sono più numerose degli uomini. Tuttavia, nei cantieri e nelle opere reali, la presenza maschile è ancora dominante. È ancora raro vedere donne in ruoli operativi sul campo, ma pian piano ci stiamo facendo strada anche lì.
Chi è un “architetto”, cosa deve capire e cosa deve trasmettere?
Oggi fare l’architetto è un compito complesso. La parola chiave è: umiltà. Bisogna mantenere un atteggiamento di apprendimento costante e una postura umile nei confronti del cliente. Progettiamo per loro, non per noi stessi. Molti commettono l’errore di mettere il proprio ego davanti a tutto.
Architetto, la città del mondo più bella a livello architettonico?
Quando mi chiedono qual è la città più bella del mondo, rispondo: “Il Mondo.” Questa città straordinaria è un luogo eclettico, in continua scoperta e trasformazione.
Architetto italiano che vive a Madrid… e l’Italia dov’è?
Sono italiana e ho studiato in Italia, un bagaglio culturale che porto sempre con me. Ma dopo tanti anni in Spagna, ho arricchito i miei strumenti di lavoro con elementi mediterranei: il sole, la gioia, i colori contrastanti, i materiali che collegano l’Italia alla Spagna.
Un suo messaggio per rendere “più bello il mondo” non solo a livello architettonico?
Dobbiamo rispettare il mondo come rispettiamo noi stessi, prendendocene cura con la stessa attenzione con cui ci prendiamo cura del nostro corpo. Se tutti adottassimo questa mentalità ogni giorno, il mondo sarebbe un luogo più armonioso, sorridente e accogliente per tutti.
Le interviste sono pubblicate integralmente come inviate dall’ intervistato









