“Marbella Uscirà dalla Crisi Aiutando così Anche la Spagna”

Intervista di Paola Pacifici

Sono le 8,30, arriva in Comune, saluta tutti con un sorriso cari- co di forza; è la forza che vuole trasmettere a tutti, dal portiere ai suoi più stretti collaboratori. Non sembra che la giornata deb- ba cominciare, quanto più tosto che sia già cominciata da diverse ore. In una precedente intervista mi aveva confidato che la cola- zione è il momento più bello per lei “donna”. Tutta la famiglia si riunisce, si parla e poi ognuno comincia la propria giornata, i figli a scuola, il marito al lavoro e lei che deve pensare e lavorare per tutti i suoi cittadini che non solo l’hanno eletta ma, cosa più importante, vogliono da lei soluzioni e rispetto.

Facciamo un bilancio di questo anno di lavoro? Ê stato quasi un anno e mezzo di lavoro in cui quello che abbiamo fatto a Marbella è stato costruire la base per un governo che lavori a favore della città e, cosa ancora più importante, dei suoi cittadini. Marbella è proiettata a livello internazionale e durante questo tempo abbiamo ridato tutta la sicurezza necessaria nel settore urbanistico, in quello giuridico, puntando sulle nuove infrastrutture per restituire la normalità ad una città che è che è cresciuta molto raggiungendo un eleva- to livello economico e sociale. L’unico problema che ha avuto in passato, e che per fortuna è stato risolto, era quello dei suoi governanti e siccome questo è cambiato radicalmente, ora siamo nel migliore dei momenti.

Però avete ancora dei problemi non risolti per mancanza di aiuti? Da sempre al resto delle amministrazioni pubbliche, regionale e nazionale, è costato molto appoggiare una città come la nostra, con tanta proiezione internazionale. Però è anche vero che questi appoggi vanno chiesti e pretesi, come stiamo facendo noi fin dal principio del nostro mandato. Perché alla fine il cittadino di Marbella paga molte tasse sia a livello nazionale che regionale e quindi vogliamo ed esigiamo che queste imposte ritornino sotto forma di investimenti. Come sindaco sto tenacemente reclamando ciò che legittimamente spetta alla nostra città e ai suoi cittadini. In ogni caso debbo dire che comunque abbiamo davanti a noi un anno, il 2009, in cui gli investimenti si vedranno perché il Comune di Marbella continua a puntare che tutto quello che spetta all’amministrazione pubblica abbia il miglior livello possibile. Avremo una residenza pubblica per gli anziani, nuove scuole e asili nido, costruiremo prime case popolari, grandi in- vestimenti per gli impianti sportivi, con piscine coperte e due nuovi centri polisportivi. Inoltre si restituirà ai cittadini quella parte così importante e bella che è il Paseo Maritimo, perché Marbella ha 27 chilometri di costa che vogliamo unire da un estremo all’altro, completando quello già esistente. Puntiamo sull’ampliamento di uno dei quattro porti di Marbella. Oltre a Puerto Banus, abbiamo il porto sporti- vo nel centro della città, un altro a Cabopino e un grande porto per le barche da pesca ed anche sportivo, che vogliamo ampliare raddoppiandone gli attracchi. Stiamo puntando sull’attracco di importanti navi da crociera. Insomma abbiamo grandi progetti, oltre che al consolidamento dell’importanza della città attraverso il nuovo Piano Urbanistico che restituirà la normalità e la sicurezza agli investitori e alle persone che vivono qui.

Parlami un po’ di più del Piano Urbanistico Questo piano sta attualmente completando il suo percorso. Ci troviamo nella parte finale che precede l’approvazione provvisoria. Il nostro obiettivo è, prima di tutto, quello che già abbiamo ottenuto, cioè che il cittadino si senta tranquillo. Si avrà una compensazione per le costruzioni realizzate negli anni passati che ricadrà sui promotori e che andrà sul nuovo sviluppo dei suoli. Non ci saranno sanzioni economiche a carico dei proprietari delle case, ma avremo un Piano Urbanistico che darà stabilità e sicurezza a quelli che vivono qui e una nuova fiducia per chi vuole investire a Marbella. Io sono fermamente convinta, e i dati lo dimostrano, che Marbella non sarà solo la città che meno risente della crisi, ma la città che per prima ne uscirà e che da questa trarrà i maggiori vantaggi. Tutto questo è molto importante, specialmente in questi tempi.

A proposito di crisi, come si presenta la politica nazionale? In politica nazionale, la Spagna è stata una potenza con un riconoscimento a livello internazionale negli anni 2000-2004, quando il governo del precedente presi- dente José Maria Aznar prese il Paese in una situazione molto complicata dall’anno 1996, simile a quella che viviamo oggi, con un elevato indice di disoccupazione e una bassa crescita economica. Aznar cambiato radicalmente la situazione e la Spagna è diventata un esempio per il resto dell’Europa. Purtroppo adesso vediamo come la situazione internazionale di crisi colpisce la Spagna in modo più pesante che gli altri paesi europei. Credo che la Francia, la Germania e l’Italia abbiano un atteggiamento più decisivo, più energico di quanto non avvenga in Spagna. Purtroppo qui abbiamo un “GO- BIERNO INOPERANTE”. Per me è una sofferenza doverlo ammettere perchè anche se sono di un altro partito, rispetto a quello del signor Zapatero, prima di tutto sono spagnola ed è spiacevole per me dover dire chiaramente che il Presidente della Spagna è una “persona incapaz” che, di fronte alla crisi che si aggrava sempre più, ha dimostrato di non avere soluzioni da mettere sul tavolo, per risolvere la disoccupazione e la crescita economica. Tutto questo si risolverà quando ci sarà un cambio di governo. La prima cosa che farà il partito popolare sarà quella di uscire al più presto da una situazione in cui il partito socialista non è stato capace di adottare le misure necessarie.

E riguardo alla politica dell’Andalusia? Qui purtroppo abbiamo un governo che in base ai risultati ha fatto sì che una regione come l’Andalusia, che dovrebbe esse- re una delle regioni più ricche, è invece la più povera, quella che ha il più alto indice di disoccupazione e che ha più problemi. Il fatto che abbiamo un presidente socialista da quasi 20 anni ha impedito che si adottassero altri tipi di iniziative e che si avesse una politica più aperta, cosiché non abbiamo potuto affrontare la situazione attuale con le riforme necessarie. In conclusione, quello che si vede dove governa il partito popolare, con sindaci e sindachesse che sanno essere all’altezza della situazione, abbiamo delle città che funzionano e le attività economiche progrediscono. Il fatto è che, a partire da questo momento, e fino alle prossime elezioni ragionali, dobbiamo lavorare per dare una svolta politica alla situazione che viviamo in Andalusia.

Cosa manca all’Andalusia per essere una regione europea? Mancano un’altra politica ed altri politici. Un’altra politica perchè l’idea che deve avere un governo è prima di tutto quella di pensare ai cittadini, fare una po- litica che crei lavoro e ricchezza. È la migliore politica sociale che ci sia. Quando in una comunità autonoma o in una nazione si crea lavoro, questo fa si che aumentino i consumi e che si generi una maggiore attività economica e che quindi vada meglio per tutti. In Andalusia dobbiamo dare una svolta radicale all’attuale politica. Quando un politico sta da 20 anni in un posto di respon- sabilità alla fine gli finiscono le idee. Pertanto sono necessarie nuove idee, che cambino il panorama politico, che trasformino la nostra comunità autonoma in un luogo attraente per le imprese che vogliono investire. Per questo occorrono riforme, affinché le aziende nazionali ed internazionali vengano ad investire creando posti di lavoro. Occorre una politica volta a migliorare le infrastrutture, che abbia una amministrazione non così burocratica.

Qual è la tua Spagna del futuro? La Spagna deve essere una nazione moderna, che all’interno delle sue prospettive economiche, turistiche e nei settori dove siamo primi, deve avere l’aiuto di una amministrazione pubblica capace di essere moderna, migliorare le infrastrutture e le comunicazioni con il resto del mondo. Siamo il secondo paese al mondo per numero di turisti. Evitare conflitti fra regioni autonome e fra cittadini che vanno a danno di tutti.

Quanto sono importanti gli stranieri per Marbella? Moltissimo, perché è una città cosmopolita molto importante anche per la Spagna. È la città dove moltissimi stabiliscono la seconda residenza. Gli stranieri sono importanti anche per decidere politicamente e appoggiare iniziative nell’interesse di tutti.

Molti sono gli italiani che vivono e lavorano a Marbella. Un saluto da parte della loro “alcaldesa” Gli italiani sono nostri “hermanos”, per lingua, per modo di vivere, quindi siamo felici che abbiano deciso di risiedere qui, così come molti spagnoli lo fanno in Italia. Siamo due paesi molto vicini e spero che avremo un Felice 2009, e quelli che vengono in vacanza possano trascorrano delle belle giornate. Sappiano tutti che si trovano a “casa loro”. Mi abbraccia, sono le 9,30. La sua giornata continuerà risolvendo problemi.