intervista di Paola Pacifici
Arrivi in Spagna quando e perché? Trasferito in Spagna, sempre a Barcellona, per motivi di lavoro di mio padre nel lontano 1967.
La tua esperienza lavorativa italiana quanto ti è stata utile? Poca esperienza lavorativa in Italia, solo 6 mesi finita l’università e poi 2 anni, tra il 2006 eil 2008. Importante invece l’esperienza maturata in molti paesi: le mie esperienze lavorative mi hanno fatto viaggiare per tutta l’Europa ( Dal Portogallo alla Russia , ho lavorato praticamente in tutti i paesi), il Sud America ( Colombia, Brasile, Argentina), gli USA, Asia (Cina, Singapore, Malesia) ed i paesi arabi ( Marocco, Algeria, Emirati, Turchia). In alcuni paesi ho abitato anche per alcuni mesi (Portogallo, Germania, Francia, Belgio, Ungheria) , fatto che mi ha permesso conoscere in modo piu profondo la realtà di quei paesi. Questo ti permette di: essere a conoscenza di come si risolvono le stesse situazioni in modi diversi ed il risultato ottenuto. Nuovi modi di fare o soluzioni a problemi che non conoscevi /immaginavi. Essere molto più aperto a nuove situazioni e non rimanere chiuso nelle proprie idee, rispettando e accentando la diversità. Trattare con persone con caratteri, culture e approcci diversi : bisogna sapere, capire, ascoltare e cercare di raggiungere accordi che beneficino tutte le parti.
Le aziende italiane e spagnole come si differenziano nella conduzione finanziaria dell’impresa? Oramai non ci sono differenze significative in come vengono gestite le imprese nei diversi paesi, le differenze dipendono più dalla dimensione delle imprese che dal paese dove risiedono. Un elemento comunque da segnalare è che le banche spagnole sono più innovative ed agili rispetto a quelle italiane.
Chi è, cosa fa e cosa consiglia un “director financiero” ? Il direttore finanziario come gestore delle risorse economiche dell’impresa è responsabile di mantenere i rapporti con le istituzioni finanziarie, gli azionisti, clienti, fornitori, salvaguardare il valore degli investimenti, ottimizzare la redditività aziendale, assicurare l’informazione richiesta alle società dagli organi legali competenti e fornire l’informazione di gestione interna necessaria per ottimizzare le decisioni strategiche aziendali. La volatilità e l’incertezza ha spinto anche il Direttore finanziario ad ampliare il proprio raggio di azione e a discutere non solo di dati di bilancio, ma anche (e soprattutto) di previsioni, redditività, gestione del rischio, analisi del business e decisioni strategiche , diventando una figura imprescindibile all’interno dell’organico aziendale.
Com’è cambiata la gestione di una impresa? Sono cambiati soprattutto i tempi : si va ad un ‘altra velocità, i cambiamenti si susseguono continuamente, l’informazione deve essere disponibile immediatamente per prendere decisioni. Se non ti adegui rimani fuori dal mercato: bisogna essere molto agili ed avere una grande capacita di previsione ed analisi. Un altro cambiamento importante e che oramai si gioca sullo scacchiere mondiale, una decisione presa in USA o Cina cambia le regole del gioco molto velocemente anche nei tuoi mercati locali.
Nei momenti di crisi quali sono i primi costi che si debbono tagliare? Le imprese devono sempre essere preparate per affrontare una crisi ed avere identificate quali sono le attività che possono cessare per abbattere i costi: le decisioni vanno prese in base ad una accurata analisi costi /benefici. Comunque, nei tempi attuali anche senza crisi le imprese devono lavorare costantemente per abbattere i costi o aumentare la produttività se vogliono continuare ad essere competitive.
I maggiori problemi che incontrano le aziende da dove vengono? Sicuramente il principale problema delle aziende è trovare le persone adeguate per gestire in modo efficace ed efficiente., con una visione strategica lungimirante che assicuri la continuità delle medesime. Un team preparato e coeso è capace di superare tutte le difficoltà e raggiungere gli obiettivi prestabiliti.
Attualmente il mercato spagnolo come sta? La Spagna sta uscendo da una delle più forti crisi subite. Le imprese spagnole hanno aumentato le esportazione di prodotti ad altri paesi, non c’è una dipendenza eccessiva del settore edilizia come accaduto nel decennio scorso. Sicuramente esiste ancora il problema della disoccupazione legato a problematiche formative e geografiche.
Quanto e come le regole e le leggi della Comunità Europea influiscono sul mercato spagnolo? Ogni volta di piu le normative vengono stabilite a livello europeo o addirittura mondiale e vengono poi applicate dagli stati membri. E anche vero che tutti i paesi cercare di ritardare o adeguare le norme ai propri interessi ma i mercati spingono sempre di più verso la globalizzazione che richiede sicuramente una maggior uniformità legislativa
Parliamo anche del Marco marito e padre italiano? Sposato con una spagnola? Figli? Sposato con spagnola e 2 figli che per adesso hanno la doppia nazionalità.
Domando sempre ai matrimoni misti. Quanta Italia e Spagna c’è in casa tua? Da sempre in casa si parla in italiano e spagnolo, spesso in itagnolo per usare le parole che meglio esprimono una idea. Io con i figli parlo in italiano, la moglie in spagnolo e poi a Barcellona abbiamo anche il catalano e quindi sono nati trilingui. Adesso con la necessita di sapere l’inglese siamo già quota 4. Anche se la Spagna e preponderante, cerchiamo di avere sempre una finestra aperta sull’Italia: satellite per seguire le reti televisive italiane, libri e musica di autori italiani e come no cibo italiano!!! E poi il fatto che i figli frequentino la scuola italiana facilita mantenere il rapporto con altri connazionali residenti a Barcellona.
La frase che più spesso ripeti ai tuoi figli? Non c’è una frase unica, ma si alcuni concetti di base come, la responsabilità , la voglia di fare e di imparare, il rispetto alle opinioni degli altri.
Le vacanze in Italia? Dove? Le vacanze le facciamo prevalentemente in Spagna. Si va in Italia una volta all’anno per andare a trovare i parenti e visitare il nostro splendido paese.
Cosa vorresti portare in Spagna dell’Italia? Cosa ti manca di più della tua Genova? Oramai non ci sono più distanze: puoi abitare a Barcellona fisicamente ma essere virtualmente in Italia. La colonia italiana a Barcellona è molto importante con più di 80.000 iscritti in Consolato e quindi tutto e più facile. Ristoranti, negozi , artisti che ci visitano,…non senti più tanto la mancanza dell’Italia come poteva accadere 20 anni fa. E poi i mezzi di trasporto attuali facilitano una scappatella in Italia in qualsiasi momento.
Parliamo del tuo impegno nel Comites di Barcellona? Ho sempre considerato l’impegno con la collettività italiana come una attività importante, che spesso ti ruba molto tempo ma che ti da anche molte soddisfazioni. Ho collaborato con la Scuola italiana per più di 10 anni nella Casa scolastica, collaboro periodicamente con la Casa degli Italiani e da 3 anni sono membro eletto del Comites. Purtroppo in questo periodo il Comites è stato inattivo dovuto alle difficoltà per raggiungere un accordo tra i membri delle due liste che si sono presentate. Il Comites dovrebbe essere un organo molto importante per le comunità italiane all’estero ma la verità è che alla fine non ha una presenza significativa all’interno della collettività (non si arriva al 2% di partecipazione elettorale) probabilmente a causa degli interessi politici e personali di molti dei suoi membri che li allontanano dalle problematiche reali dei nostri connazionali. Le attività di appoggio ai connazionali alla fine vengono svolte dalle associazioni locali come la Casa degli Italiani o i patronati, sempre presenti e ben strutturati.