Marco Moretto: ingegnere idraulico è con la nazionale di hockey sul prato Si occupa dello studio, della progettazione e della gestione delle risorse idriche, dalle dighe ai canali fino ai sistemi di protezione costiera

Intervista di Paola Pacifici

Marco, ingegnere idraulico, cioè e perchè sceglie questo lavoro?

Sono un ingegnere idraulico e mi occupo dello studio, della progettazione e della gestione delle risorse idriche, dalle dighe ai canali fino ai sistemi di protezione costiera. Fin da piccolo sono stato affascinato dalle infrastrutture che ci permettono di convivere con la forza dell’acqua e della natura, ed è per questo che ho scelto questa professione. Attualmente lavoro presso IMDC ad Anversa, dove faccio parte del gruppo Coast & Estuaries e mi occupo di tutto ciò che riguarda l’ambiente costiero. Questo ruolo è particolarmente rilevante oggi, dato che le aree costiere, densamente popolate e di grande rilevanza economica, sono sempre più a rischio a causa degli effetti del cambiamento climatico e dell’innalzamento del livello del mare. Il mio obiettivo è contribuire alla sicurezza delle persone e alla protezione dell’ambiente, sviluppando soluzioni sostenibili ed efficaci per affrontare queste sfide.

Che cos’è l’ingegneria costiera?

L’ingegneria costiera è una branca dell’ingegneria civile che si occupa della progettazione, costruzione e manutenzione di strutture lungo le coste, come dighe, frangiflutti, porti e barriere. Il mio lavoro consiste nel proteggere le zone costiere dall’erosione, dalle mareggiate e dall’innalzamento del livello del mare, con l’obiettivo di garantire uno sviluppo sostenibile delle aree marittime. Sono specializzato nella progettazione di opere di difesa per proteggere le zone costiere dalle inondazioni. Inoltre, grazie all’utilizzo di modelli numerici, sono in grado di valutare i processi di erosione e, in alcuni casi, le conseguenti inondazioni che possono verificarsi negli ambienti costieri.

Attualmente Engineer Advisor ad Anversa in Belgio?

Sì, attualmente lavoro come Engineer Advisor ad Anversa, in Belgio, ruolo che ricopro da oltre cinque anni. In questo periodo ho assunto anche la responsabilità di Project Manager per progetti internazionali. Il più recente è un progetto per la Banca Mondiale in Togo, dove stiamo valutando la resilienza delle soluzioni attuali e future costruite lungo la costa, per far fronte agli effetti dei cambiamenti climatici nel tempo. Nell’ambito di questo progetto fornisco consulenze tecniche specializzate su progetti idraulici e costieri, collaborando con team internazionali per sviluppare soluzioni innovative e resilienti.

E “la morfodinamica” cos’è?

La morfodinamica è lo studio dei processi che modellano il fondale marino e le coste. Essa consiste nell’analisi delle dinamiche dei sedimenti e dei flussi idrici per comprendere le complesse interazioni tra onde, correnti e trasporto solido. Questo studio permette di valutare il modo in cui queste forze rimodellano continuamente gli ambienti costieri nel tempo, influenzando l’erosione, la deposizione e la morfologia complessiva delle linee di costa.

L’ingegneria idraulica in Italia è “europea”?

In realtà, non posso dire con certezza se l’ingegneria idraulica in Italia sia pienamente integrata con gli standard europei, considerato che ho studiato in Belgio e nei Paesi Bassi e che attualmente lavoro in Belgio su progetti internazionali. Al momento non abbiamo progetti attivi in Italia e accedere a quel mercato risulta piuttosto complesso. Questo probabilmente dipende dall’elevato livello di competizione e dalla forte presenza di competenze già consolidate all’interno del Paese. L’Italia, con i suoi circa 7.600 chilometri di costa, dispone sicuramente di una solida capacità tecnica nel settore dell’ingegneria idraulica e costiera, che viene in gran parte gestita a livello nazionale. Anche in Italia, tuttavia, alcuni progetti importanti sono stati realizzati grazie all’intervento di operatori olandesi, come il MOSE a Venezia.

Ma ingegenere, lei è anche un importante giocatore di “hokey su prato” nella squadra nazionale italiana? Per diventare ed essere un “bravo giocatore  bisogna …….?

Bisogna avere dedizione, disciplina, spirito di squadra, capacità atletiche e una grande passione. Mi alleno con costanza e imparo ogni giorno a collaborare con i miei compagni: è un percorso impegnativo ma gratificante (se si vince!).

E’ uno sport con grandi difficoltà,  quale è la “filosofia” di questo gioco e che differenza, a parte il prato, con altro hokey..

La filosofia dell’hockey su prato si fonda su valori come il rispetto, la velocità e la strategia. È uno sport di squadra in cui ogni giocatore ha un ruolo fondamentale. A differenza dell’hockey su ghiaccio, si gioca su superfici erbose o sintetiche, con regole differenti e uno stile di gioco più fluido e meno fisico. Inoltre, essendo uno sport olimpico, rappresenta una motivazione in più per ogni atleta: allenarsi con l’obiettivo di partecipare alle Olimpiadi, il traguardo più ambito nello sport, rende ogni sforzo ancora più significativo.

Il Paese che è un campione, più forte in questo sport e perchè?

L’India è storicamente una delle nazioni più forti nell’hockey su prato, insieme ai Paesi Bassi, all’Australia alla Germania e al Belgio. Attualmente, però, è l’Olanda a dominare la scena internazionale: è la squadra campione olimpica in carica e continua a dimostrare un altissimo livello di gioco.

Quanto lo “sport è vita” e per la vita?

Lo sport è parte integrante della mia vita. Insegna valori fondamentali come la perseveranza, il rispetto e il lavoro di squadra. Contribuisce al benessere fisico e mentale, aiuta a gestire lo stress e promuove uno stile di vita sano. Inoltre, mantenersi attivi e avere un obiettivo da inseguire aiuta a restare concentrati e motivati.

Un suo messaggio ai giovani e per i giovani?

Prestate ascolto alle persone che hanno più esperienza di voi: si può imparare moltissimo semplicemente ascoltando le persone giuste che si incontrano lungo il proprio percorso. Non abbiate paura di sbagliare: gli errori non sono un problema, a meno che da essi non si impari nulla. Siate curiosi, formatevi con costanza e credete sempre nei vostri sogni. E non sottovalutatevi mai: con impegno e determinazione si possono raggiungere traguardi straordinari, sia nello sport che nella vita professionale.