MARCO RUSCONI, CONSIGLIERE ECONOMICO COMMERCIALE

Intervista di Paola Pacifici

Intervista di Giulio Rosi

Parliamo dell’ultima manifestazione “Passione Italia”, organizzata dalla Camera di Commercio Italiana in Spagna per le celebrazioni del 2 Giugno?

È stata organizzata dalla Camera di Commercio nel quadro più ampio delle iniziative per la Festa della
Repubblica gestita dall’Ambasciata. Non do un giudizio da estraneo, ma da uno che ha lavorato per la sua parte in quanto l’ambasciata è stata il centro del pool che ha portato avanti questa iniziative. Nella Scuola Italiana si è tenuto un evento più commerciale, e di diffusione per un pubblico spagnolo, mentre in Consolato un evento per un pubblico italiano. Una serata in Ambasciata per celebrare la nostra Festa della Repubblica rivolta alle autorità economiche e politiche spagnole. C’è stata la Fiera della Gastronomia in Plaza Santa Cruz con stand di prodotti italiani eno-grastronomici e turistici di Calabria e Sardegna. Si è trattato di una promozione organica nintegrata, uno dei tasselli che in occasione della nostra Festa Nazionale ha globalmente valorizzato.

Quali sono oggi i compiti del Consigliere Economico Commerciale dell’Ambasciata?

Attendere alle relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi con lo spirito di rafforzarle per ottenere
i migliori risultati per entrambi i paesi nel quadro della contingenza temporale.

Con la profonda crisi dei due Paesi, quali settori richiedono maggiore attenzione?

I due paesi sono in difficoltà, ma in realtà si trovano in una situazione che possiamo definire da debito
sovrano e che si inscrive in una crisi monetaria, della valuta dell’euro. Se avessimo una moneta forte le crisi dei due Paesi avrebbero avuto una natura diversa. Ci sarebbero state, ma seguendo tempi, meccanismi e vie di uscita differenti, più facile. Non vi è neanche il quadro di riferimento stabile come
la instabilità dei due Paesi. Senz’altro c’è un grandissimo interesse dell’Italia verso la Spagna in questo momento, siamo partner della stessa moneta, partner comunitari, Paesi di grandi economie. Nell’area dell’ euro siamo la quarta, con un forte collegamento, una vocazione europeistica in quanto riteniamo
che siamo tutti legati. È impensabile che uno possa “tagliare la corda della cordata” a cui è legato, io sono alpinista e mi piace usare questa similitudine. Molta attenzione al quadro economico e finanziario del Paese. Nei giorni scorsi, a Roma, su invito del presidente Monti c’è stato un incontro con gli altri
tre leader europei, Merkel, Hollande e Rajoy. Gli esponenti delle quattro economie europee dell’area dell’euro. Questo significa che per noi la Spagna è importante. Qualunque decisione verrà presa, qualunque tentativo di dissipare le nubi che gravano sull’euro, almeno per quanto di competenza dei paesi
europei, il tema deve essere affrontato con il massimo coinvolgimento possibile delle economie che contano. Certo, a 24 sarebbe l’ideale, ma se devi essere più operativo ti riunisci con quelli che hanno maggior peso e la Spagna c’è. Il senso di quanto ti dico è che da parte italiana si valuta la Spagna come un
paese di primo piano che non si esclude nei processi, non dico decisionali, ma almeno in quelli che identificano i percorsi per uscire dalla crisi.

Che tipo di aziende italiane sono più interessate al mercato spagnolo?

Tutte. In Spagna abbiamo di tutto, le grandissime, e tu sai bene quali sono, che si riflettono nel consiglio di amministrazione della Camera di Commercio Italiana in Spagna. Endesa; Mediaset; Generali; il gruppo Fiat-Iveco, che nei giorno scorsi ha portato 500mila milioni di euro in investimenti confermando ampiamente l’interesse dell’Italia per la Spagna; Banca Intesa San Paolo; Eni Iberia; Ipiac; Saras Energia;
Ubi Banca; Unidad Editorial; Unionfenosagas; Autogril Iberia. Ci sono anche una vasta fascia di medie imprese orientate sul commerciale ed infine la fascia piccola difficile da censire essendo vasta e mimetizzata. Per esempio ho partecipato ad un evento sugli investimenti nella provincia di Soria ed il sindaco mi ha comunicato che anche lì ci sono aziende italiane.

E quali aziende spagnole guardano con interesse a nquello italiano?

È una risposta che non posso misurare, ma ti faccio degli esempi per i cento giorni che sono qua a Madrid. L’Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani, ci ha contattato perché sono andati nella zona della Rioja per un viaggio di studio e di conoscenza per il loro settore che per noi ha nell’estero un valore
fondamentale. Appoggiamo questi giovani imprenditori. Il settore agroalimentare è una delle punte della nostro export sia in volume sia in trand. All’interno di questo settore il vino è il padrone.

Si registra un interesse per la Spagna da parte dei giovani imprenditori? Ritieni soddisfacenti a livello internazionale i rapporti fra scuola, università ed impresa?

Il nostro è un mercato molto ricco, competitivo ed aperto. Nel mondo del capitalismo è perfetto perché non ci sono tante barriere all’entrata, né protezioni alla francese, una banca straniera può entrare in Italia così come una società che gestisce aeroporti, possono comprare autostrade, in Italia può venire chiunque, però i margini sono bassi perché c’è molta concorrenza con un pubblico di consumatori che è a mio avviso particolarmente evoluto, per cui cambia facilmente. Il francese compra sempre la stessa cosa mentre
l’italiano è molto più selettivo quindi bisogna puntare alla qualità e l’offerta è importante. Le aziende che investono in Italia ce ne sono in continuazione, ad esempio le compagnie aeree spagnole private Volotea e Vueling aumentano la loro presenza nel nostro Paese. Vueling mette uno dei principali hub a Roma, è una notizie di pochi giorni fa. Volotea che è la nuova compagnia aerea catalana creata dai fondatori della low-cost di Iberia cioè Vueling mette il suo hub a Treviso e Venezia. Mercadona che guarda con grande
interesse all’Italia non sappiamo a che punto sono ma so che stanno valutando l’acquisizione di catene di supermercati in zone ricche del nord est. Sono notizie degli ultimi due mesi e non sono le uniche.

Ritieni soddisfacenti, a livello internazionale, i rapporti fra scuola, università e impresa?

La scuola e l’università in effetti non sono il mio ambito di occupazione, quindi non mi voglio pronunciare. Sicuramente a livello di imprese direi di si. Ovviamente queste hanno i mercati che vogliono, siamo nel mercato unico. Dopo di che, tra organismi che hanno una vocazione associativa, come Confindustria e CEIM, certo. Abbiamo organizzato una colazione in ambasciata con il Presidente del Gruppo Fiat Industrial, Sergio Marchionne, che è venuto a Madrid anche come presidente della CEA, l’Associazione Europea Costruttori Automobili, avendo in quegli stessi giorni anche la sua assemblea annuale. Come presidente del Gruppo Fiat Industrial ha annunciato insieme all’amministratore delegato di Iveco, Jame Revilla, l’importante investimento. All’incontro era presente anche il Presidente della Cámara de Comercio de Madrid, Arturo Fernandez. La nostra Confindustria ha una grande tradizione
industriale ed è vista con rispetto dagli spagnoli. I due Paesi possono avere ancora più significativi margini di miglioramento nella collaborazione fra industria, formazione ed università, ambiti che debbono essere dialoganti per una formazione finalizzata ad una migliore e più facile introduzione nel mondo del lavoro. Sono obiettivi di una strategia della Comunità Europea 2020.

Le leggi spagnole, europee ed italiane, a livello economico e commerciale, sono compatibili o presentano discrepanze?

Direi che la domanda va letta così: nel mondo economico, nel mondo della concorrenza ormai siamo tutti conformati in quanto dipendiamo dalle normative e regolamenti europei. Siamo nella cornice europea ed entrambi sulla competizione, sull’apertura e sul mercato unico ci credono, lo asseriscono e lo fanno. Per
esempio Telefonica è dentro a Telecom Italia cosi come Enel con Endesa. Altri paesi non hanno questo livello di apertura che sarebbe in linea con le normative europee.