OSTIA – Daniele e Rita Libertini: il loro “Manualetto di genealogia” Ci domandiamo Chi siamo?

Intervista di Paola Pacifici

Presidente Associazione Nazionale Carabinieri di Ostia, scrive assieme a sua figlia Rita questo “particolare libro”…. “IL MANUALETTO DI GENEALOGIA “. Perché?

Il tutto nasce da una comune passione, la “storia”. Abbiamo utilizzato il termine “Manualetto” per distinguerlo da un vero e proprio manuale, difatti questo piccolo volume consta di poco più di 100 pagine, scritte nel modo più chiaro possibile dal momento che ci rivolgiamo ad una platea non convenzionale. Pensato e scritto durante il lock-down, direi che alla fine ci siamo anche divertiti a mettere determinati concetti nero su bianco.

Che cos’è la “geneologia”?

Abbiamo tutti studiato, a scuola, semplicemente la materia “storia” ma, finalmente, si è iniziato a considerare la storia come un enorme contenitore dove sono comprese tante altre scatole, tra cui la “genealogia”, l’“araldica”, la “stemmatica” ecc., quindi possiamo affermare che la genealogia non è altro che una branca, un ramo della storia, che ci aiuta a comprenderla meglio.

Per scoprire il retaggio italiano, chi sei, da dove vieni a chi ci si rivolge?

In effetti questo è un piccolo manuale impostato proprio per permettere a tutti la possibilità di avere degli strumenti per iniziare a fare un percorso di studio allo scopo di scoprire le proprie origini.

Qual è, se c’è un significato filosofico?

Più che di significato filosofico direi di porre l’accento sul significato storico. In un mondo globalizzato dove viene tutto azzerato nel tempo in nome del dio denaro, in molti sentono la necessità di capire “chi sono e da dove vengono”, con tutti i suoi perché. In questo la genealogia ci aiuta a risalire alle nostre origini e riallacciare i rapporti con le nostre radici.

Ci sono sempre affinità e attinenze con i nostri predecessori e quali le più comuni? Quanto e come possono influire ed in che modo?

È sempre stato utile conoscere i nostri predecessori proprio per capire dinamiche al momento sconosciute. La scoperta poi di antenati anche dimenticati, con le varie azioni avvenute nella loro vita, potrebbe in definitiva farci capire il perché noi oggi siamo così, viviamo e ci comportiamo in tal modo, magari preferendo questo invece di quello.

Quali sono i motori di ricerca?

I motori di ricerca a disposizione sono veramente tanti e molteplici sotto tantissimi aspetti. Nel nostro volume specifichiamo bene come fare e dove collegarci per iniziare una ricerca storico-genealogica. Innanzitutto bisogna avere le idee chiare: cosa sto cercando? Dove voglio arrivare? A cosa voglio arrivare con la ricerca? In base alle risposte che ci diamo allora possiamo iniziare la ricerca. Per esempio, se voglio conoscere i miei bisnonni cosa devo fare? Il consiglio è di iniziare con la consultazione dell’Archivio di Stato della propria città, andando a esaminare gli archivi di stato civile (nascite, matrimoni, morti) per riuscire a tornare sempre più indietro nel tempo. Ricordo, per dovere di cronaca, che tali archivi li abbiamo soltanto a partire dalla dominazione napoleonica di inizi ottocento, anni in cui fu attuata una profonda e radicale trasformazione della pubblica amministrazione. Proseguire con gli archivi delle Diocesi di appartenenza dove possiamo trovare registrati gli atti anche prima dell’ottocento. Ed andare poi negli archivi notarili e trovare il mancante. Bisogna avere tanta pazienza!

Quanto la cultura, la storia, i periodi di progresso possono far cambiare ” le origini” di un antenato passato e futuro?

Come abbiamo già accennato la conoscenza della storia, e quindi anche della genealogia, può sicuramente aiutare a comprenderci meglio, anche a livello comportamentale, proiettandoci nel futuro prossimo con una maggiore ed una migliore consapevolezza di noi stessi.

Fino a che epoca si può raggiungere?

Questa è la cosa bella, non ci sono limiti… bisognerà fermarsi nel momento in cui non si troverà più alcuna documentazione scritta e certificata idonea alla ricerca.

Presidente, lei da dove viene?

Dalle ricerche effettuate anche con mio fratello Domenico, in particolare presso l’Archivio di Stato di Chieti, è risultato che un nostro antenato, proveniente da Brescia, si stabilì in una cittadina della provincia dove, nel 1568, contrasse matrimonio. Che tale Libertini provenisse da Brescia è specificato nel contratto di matrimonio, desunto dall’archivio notarile. Curioso è cercare capire il perché un bresciano, in quell’epoca, si trovasse in Abruzzo, a così tanta distanza dalla terra natia. L’unica spiegazione logica ci viene dalla storia. Consideriamo il fatto che in quel periodo storico Brescia, come buona parte della Lombardia, era sotto il dominio della Repubblica di Venezia e, di lì a poco, dopo grandi flussi migratori interni alla penisola per portare ulteriore forza lavoro verso il Sud, ci sarebbe stata la battaglia che ha orientato, in maniera forte e decisa, le nostre vite: la battaglia di Lepanto. Il 7 ottobre del 1571 si ebbe la più grande battaglia navale della storia moderna. Oltre 400 galere e 200mila uomini si affrontarono in una battaglia più “terrestre” che navale, in cui l’artiglieria europea ebbe la meglio sulla marina dell’Impero Ottomano. Per cui, a fronte di quanto succitato, con molta probabilità il nostro antenato si era spostato, o dovuto spostare, verso sud proprio per il lavoro a cui era dedito e che sarebbe servito alla Repubblica.

(sin) Gianni Maritati, giornalista responsabile di RAI Cultura, l’autore Daniele Libertini e la figlia Rita