Rossella Alimenti: Capo Redattore TG3 Lazio: tutte le notizie ROMA - La Rai è da sempre la sua vita

Intervista di Paola Pacifici

Dante Alimenti con San Giovanni Paolo II

Rossella il giornalismo televisivo e’ la tua vita e con tante esperienze

Sono approdata al giornalismo dopo la morte in servizio di mio padre dante a giugno 1988. Sono stata assunta in Rai a settembre dell’1988. La prima redazione dove ho incominciato a lavorare e’ stata “uno mattina”, una vera palestra di giornalismo televisivo. Poi sono rimasta al TG1 per 22 anni, ricoprendo vari ruoli, sicuramente le più grandi soddisfazioni le ho avute ricoprendo il ruolo di coordinatore giornalistico per le dirette del papa, del presidente della repubblica in Italia e all’estero. Tra i ricordi piu’ intensi, il viaggio del papa Benedetto xvi in Polonia. Non dimentichero’ mai la folla di giovani radunatasi nel parco Blonie, a Cracovia, era il 27 maggio del 2006. Insieme allo storico producer Rai Gianfranco di Ruzza, fummo accompagnati al limite del parco per arrivare alla nostra postazione televisiva avremmo dovuto fendere le migliaia di giovani che stavano confluendo nel parco in attesa dell’arrivo del papa a prima vista impresa impossibile. Con Gianfranco decidemmo di chiedere un passaggio auto a quelle che entravano nel compound ovviamente autorizzate. Si fermo’ un pulmino bianco con i vetri oscurati, entrammo senza esitazione e ci trovammo a bordo di un mezzo dei reparti speciali della polizia polacca, armati di tutto punto. Un rapido sguardo con Gianfranco, per nulla intimoriti, scendemmo dopo un breve tratto di strada, ci fecero salire perche’ al collo avevamo le autorizzazioni della sala stampa vaticana. Al successivo controllo passammo senza difficolta’, per un breve momento anche noi abbiamo fatto parte dei reparti speciali della polizia polacca. Altro momento emozionante la visita del papa al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio. Durante il momento di preghiera, letta in diverse lingue, il rabbino capo di Polonia intono’ il Kaddish, il canto ebraico dei morti. In quel preciso istante nel cielo apparve un arcobaleno e i filari di pioppo iniziarono ad ondeggiare producendo un suono simile a lamenti umani. Una grande emozione colpì tutti i presenti. Prima di ripartire partecipammo ad una cerimonia intima. Il figlio di un collega venne battezzato dal cardinale Stanislao Dzwisz nell’Arcivescovado di Cracovia. Ci ritrovammo alla mattina presto davanti al portone d’ingresso del palazzo dove si era affacciato molte volte San Giovanni Paolo II per salutare i giovani radunati nella piazza. Eravamo stanchi ma felici di partecipare ad un momento così importante per la vita di un cristiano.

Figlia dell’importante giornalista, vaticanista, Dante Alimenti. Il primo che porto’ in televisione le notizie del Vaticano e dei suoi papi. Grande maestro, quindi.

Mio padre Dante, è stato tra i fondatori del TG1, ha lavorato al fianco di tanti colleghi che hanno fatto grande la televisione pubblica. A tanti ha insegnato il mestiere. Mio padre ha iniziato seguendo i presidenti del consiglio e quelli della repubblica. Fu particolarmente legato ad Aldo Moro. Ancora ricordo il trauma che mi creò la notizia del sequestro. In famiglia mio padre raccontava sempre la dedizione del maresciallo Leonardi verso l’onorevole Moro. E ancora ricordo il sopralluogo nella basilica di San Pietro con Franco Zeffirelli, mio padre e i tecnici per organizzare la diretta che sarebbe stata trasmessa dalla Rai la notte del 24 dicembre del 1974 in occasione dell’apertura della porta santa per l’anno santo straordinario. La regia venne installata nelle sacre grotte vaticane dove riposano le salme dei papi. Occasione più unica che rara vedere i mezzi tecnologici “invadere” un luogo così sacro. Mio padre rimase profondamente legato a San Giovanni Paolo II. Prima del conclave, che porto’ all’elezione di Karol Wojtyla, mio padre intervisto’ tutti i cardinali. Quando venne eletto Giovanni Paolo II e si vestì nella cosiddetta sala delle lacrime alla sinistra dell’altare della cappella Sistina per poi affacciarsi e parlare  al popolo radunato in piazza San Pietro, e vide mio padre il neo eletto esclamò “Alimenti anche qui..” Storica la foto di San Giovanni Paolo II che abbraccia mio padre. Era cosi’ mio padre, il lavoro prima di tutto, professionista, serieta’ e soprattutto dedizione. Una missione laica. Ora sono segretario di redazione della TRG Lazio, esperienza molto importante, con tante sfaccettature lavorative, sia radiofoniche che televisive. Mio padre, Dante, e’ stato tra i fondatori del Telegiornale 1, ha lavorato al fianco di tanti colleghi che hanno fatto grande la televisione pubblica. Mio padre dante ha iniziato, seguendo i presidenti del consiglio e della repubblica. rimase molto legato ad Aldo Moro. Quando ci fu il sequestro, ancora ricordo il trauma che mi provoco’ la notizia. Mio padre in famiglia raccontava la dedizione del maresciallo Leonardi verso l’onorevole Moro. E ancora ricordo il sopralluogo nella Basilica di San Pietro con Franco Zeffirelli, mio padre e il personale tecnico per organizzare la diretta che sarebbe stata trasmessa dalla Rai la notte del 24 dicembre del 1974 in occasione dell’apertura della porta santa per l’anno santo straordinario. La regia fu installata nelle sacre grotte vaticane dove sono  le tombe dei papi. Occasione piu’ unica che rara, vedere i mezzi tecnologici “invadere” un luogo cosi’ sacro.

Sono stata una buona allieva? Cosa ti ha insegnato e quale consiglio porti sempre con te?

Una domanda difficile alla quale rispondere. Credo di si, l’etica del giornalismo che mi ha insegnato mio padre e’ stata difficile da seguire. Mantenere la schiena diritta significa esporsi in prima persona. E non sempre e’ pagante questo atteggiamento. Ma io posso solo dire di essere fiera di avere avuto un maestro come mio padre. L’importanza degli insegnamenti si riconoscono e apprezzano con gli anni.

Che cosa fa un caporedattore?

Un caporedattore e’ un responsabile di redazione, organizza e coordina il lavoro dei colleghi che compongono la redazione. Nei telegiornali nazionali il corpo redazionale e’ composto da diverse redazioni tematiche, mentre nei telegiornali regionali non esistono redazioni tematiche. Il caporedattore centrale ha la responsabilita’ della messa in onda di 3 telegiornali, 2 rubriche nel morning time e  2 notiziari radiofonici.  In questo compito e’ coaudiuvato dai colleghi di line, in pratica si dividono i compiti della filiera di controllo sulle notizie e sul coordinamento della messa in onda. Il mio attuale incarico e’ quello di segretario di redazione della TRG Lazio, e consiste nell’organizzare la vita redazione della TRG Lazio. Dagli orari, alle uscite delle troupe, alle dirette, alle esigenze varie dei colleghi. Le redazioni giornalistiche regionali della Rai sono la struttura portante dell’informazione pubblica. L’informazione parte con “Buongiorno Italia”, prosegue con  “Buongiorno Regione”, i notiziari radiofonici alle 7.18, e alle 12.10, poi il telegiornale alle 14, ancora un radiogiornale alle 18.20, il telegiornale  alle 19.35 e le ultime notizie dopo le 24. Uno sforzo produttivo molto importante, che vede impegnati 753 giornalisti in 24 redazioni oltre al personale amministrativo, tecnico, montatori e altre figure. In tutto l’organico e’ composto da piu’ o meno 1.500 lavoratori.

Come e’ cambiato il giornalismo ed il “ modo” di fare televisione d’informazione?

Il giornalismo e’ diventato una professione molto complessa e competitiva e richiede aggiornamenti professionali sempre piu’ precisi e specializzati. I social hanno portato ad un cambiamento rapido del modo di fare giornalismo. I giovani che si avvicinano a questa professione sono molto determinati, ma in alcuni casi , il “sacro fuoco” del giornalismo passa in secondo ordine difronte alla sfida multimediale  che incombe sulle vite di tutti. La filosofia che guida la TGR e’ semplice, raccontare i fatti ed e’ forse la sfida piu’ difficile che i giornalisti devono affrontare.

Quanto i social ed in che modo influiscono sull’informazione?

I social, a mio modesto avviso, non hanno aiutato il mondo dell’informazione, anzi hanno creato molta confusione e tanta approssimazione. Tutti si sentono autorizzati a diffondere informazioni anche se non verificate. e questo provoca sicuramente tanta incertezza. non tutti hanno gli strumenti culturali per difendersi ad esempio dalle fake news. E il danno che provoca una falsa notizia e’ notevole basta osservare l’informazione sul covid e vaccini.

Quanto e’ importante la “televisione” e la “cultura “ nella nostra vita e sosprattutto in quella dei giovani. la televisione oggi e “ giovane”?

La televisione in senso stretto non e’ giovane, ma in verita’ adeguarsi ai mutamenti e’ una impresa molto difficile. Quello che deve cambiare e’ la mentalita’ dei fornitori di news rispetto ai fruitori. I giovani si costruiscono i propri palinsesti, cioe’ scelgono di vedere i programmi, non sempre quelli trasmessi dalla televisione tradizionale. I canali su internet sono una prateria informativa sempre in continua evoluzione, e non sempre veritiera. Per molti giovani la televisione e’ uno strumento obsoleto. E’ impensabile fidelizzare alla vecchia maniera i giovani sui canali tradizionali. e lo sforzo che devono fare le televisioni e’ “catturare” l’attenzione del pubblico giovanile con nuovi spazi pensati per loro. Fare informazione con le immagini e’ sempre piu’ complicato, tutti sono in possesso di device elettronici capaci di filmare situazioni quotidiane. Ma il lavoro giornalistico e’ altra cosa.

Il giornalismo televisivo e’ uno dei piu’ difficli, in poche parole “dire tutto”

Secondo me non e’ piu’ difficile il giornalismo televisivo, ha solo bisogno di maggiori attenzioni ed ha pochi margini di errori. Una immagine puo’ ferire piu’ di mille parole. Quando si costruisce un servizio televisivo bisogna tener conto che le immagini entrano prepotentemente nelle nostre case, senza nessuna mediazione. Davanti alla televisione c’e’ un pubblico eterogeneo quindi l’attenzione deve essere massima.

Come sara’ la televisione dei tuoi nipoti?

La televisione dei  miei nipoti sara’ una televsione fluida, non convenzionale e soprattutto sempre piu’ vicino ai cittadini, ma proprio per questo dovra’ essere sempre piu’ attenta, seria, verificabile e capace di formare opinioni non precostituite libere da ideologie. Ma in tutta sincerita’ appartenere alla categoria giornalistica lo ritengo un grande onore  e privilegio e sono fiera di aver contribuito, nel mio piccolo, a raccontare un pezzo di storia italiana.

Dante Alimenti insieme a Zeffirelli in Piazza San Pietro nei preparativi del Giubileo del 1974