intervista di Paola Pacifici
Presidente della Camera di Commercio Italiana per il Portogallo, quante sono le aziende italiane in Portogallo ed a Lisbona? Fare una mappatura della realtà imprenditoriale italiana, in Portogallo, non é semplice e non esistono numeri definitivi, non esistendo alcun obbligo di comunicazione. Dovremmo innanzitutto dividere il “mondo imprenditoriale italiano” in Portogallo tra “succursali” di aziende italiane (quindi forme locali di rappresentanza), “società di diritto locale” con quote di capitale provenienti da società italiane; “società di diritto locale” con quote di capitale proveniente da cittadini italiani. La nostra mappatura, che non pretende essere esauriente, conta circa 150 realtà italiane a operare nel paese.
Che tipologia hanno ora le aziende e come sono cambiate negli ultimi anni? La nostra sensazione é che ci sia una tendenza – anche grazie ad una maggiore “vicinanza” e ad una maggiore facilità ad operare nel mercato dovuta a processi di semplificazione burocratica – alla costituzione di società controllate piuttosto che di succursali. Di queste ultime tipologie ne riscontriamo comunque la presenza, ma dovuta, spesso, all’aggiudicazione di appalti pubblici.
Il Portogallo che mercato offre? Molto dipende dai settori in analisi. Molti di questi, ad ogni buon modo, sono più evoluti e concorrenziali di quanto, a priori, l’operatore economico italiano tende a pensare, in particolare per quanto riguarda i servizi, le infrastrutture ed il mondo delle nuove tecnologie e del digitale. Un cenno a parte merita, visto il momento storico che attraversiamo, il mercato immobiliare, che – specie nelle grandi città – é divenuto estremamente competitivo.
Qual è attualmente la situazione economica del Paese? L’economia portoghese ha fatto registrare, dal 2014 in poi, una performance positiva, uscendo dal programma di assistenza finanziaria voluta dalla “troika” ed arrivando al 1º trimestre del 2017 (15º trimestre consecutivo di crescita) con la miglior variazione omologa (+2,8%) del PIL degli ultimi 10 anni. Gli ultimi governi, inoltre, sono riusciti a mettere il paese sotto i riflettori degli investitori internazionali. Se già ad inizio di questa decada, il Portogallo ed in particolare le città di Lisbona e Porto, erano molto performanti in ambito turistico, ora, grazie ad un sistema di agevolazioni fiscali di diversa natura, il Portogallo vive un momento di espansione e, soprattutto, di “notorietà” rispetto al passato.
Quanto la “MARCA ITALIA” è apprezzata dai portoghesi? Il “made in Italy” é ampiamente apprezzato dai portoghesi. Al “classico” trio “food, moda, design”, possiamo aggiungere un elemento meno noto ma di fondamentale importanza per l’esportazioni dall’Italia verso il Paese, quello della meccanica e delle attrezzature.
Presidente, sei anche socio fondatore e proprietario di “Elitiberica”? Elitiberica è un’impresa di servizi fondata nel 2004 che si occupa di elettricità e telecomunicazioni sviluppando il suo lavoro sia in Portogallo che all’estero. Oltre al Portogallo dove lavora praticamente su tutto il territorio nel campo delle installazioni elettriche e informatiche, Elitiberica ha lavorato in Spagna per diversi anni e adesso sta operando sul territorio Francese dove effettua lavori di fibra ottica.
Laureato in ingegneria elettronica, quindi grande esperienza? Sono laureato in Ingegneria Elettronica presso il Politecnico di Milano e ovviamente questa laurea mi ha permesso di aiutare la nostra impresa nello sviluppo del suo core-business.
CPISI. Impresa informatica …. Quanto e come, ancora cambierà, la nostra vita? Ho iniziato la mia attività in Portogallo nel 1995 lavorando presso un’azienda d’informatica la CPISI (Companhia Portuguesa de Informatica – Sistemas Informaticos) per poi abbracciare progetti di telecomunicazione negli anni successivi. Nel 2004 ho fondato con mio fratello Stefano Elitiberica.
Gli italiani, i milanesi ed i lisbonesi, quali sono le differenze? Sono nato a Darfo Boario Terme (BS) quindi bresciano di nascita ma ho vissuto in molte parti d’Italia durante la giovinezza fino a quando la famiglia si è “fermata” a Varese dove ho frequentato Liceo per poi spostarmi a Milano per l’università. Ho iniziato la mia carriera lavorativa in Portogallo quindi in termini lavorativi non saprei dire quali sono le differenze con il nord d’Italia ma parlando con gli amici verifico che le maggiori differenze sono dovute principalmente ad un ritmo che in Italia è molto più “veloce” anche se questo non vuol dire che in Portogallo si lavori di meno anzi. Qui le cose sono prese con più calma e meno “stress”.
Cosa hai portato in Portogallo, Presidente, dall’Italia? Quando sono arrivato in Portogallo nel 1995 il paese non era così all’avanguardia come adesso e la mancanza di laureati era evidente in ogni settore lavorativo quindi nel mio piccolo ho contribuito allo sviluppo tecnologico del paese così come hanno fatto diverse aziende italiane che hanno investito ai tempi in questo splendido paese. Adesso posso dire che tecnologicamente il Portogallo è superiore all’Italia sotto molti aspetti.