Generale Antonio Pietro Marzo: dovere per la civiltà ROMA - I Carabinieri Forestali oggi e per il futuro

Intervista di Paola Pacifici

Intervista di Paola Pacifici

Castelluccio di Norcia (PG) – Piani dell’Appennino Umbro-Marchigiano
Incontro con il personale del Reparto Carabinieri Parco Nazionale “Monti Sibillini”

Generale di Corpo d’Armata Antonio Pietro Marzo, Comandante delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, quali i compiti e la vostra Missione Istituzionale?

La nostra Mission istituzionale è la tutela e la salvaguardia del capitale naturale, inteso come l’insieme di organismi viventi e non viventi aria, acqua, suolo e risorse geologiche presenti sulla Terra. Tutelare il paesaggio, fermare il degrado ambientale e l’inquinamento del territorio, garantire qualità e sicurezza nel settore agroalimentare, promuovere l’adozione di comportamenti corretti e responsabili è  il nostro compito. Tale Mission del CUFA si declina in un contesto normativo e istituzionale alquanto complesso e comprende una serie di compiti tra i quali: controlli sul ciclo dei rifiuti e contro la diffusione di sostanze tossiche; attività di prevenzione e repressione degli inquinamenti delle acque, del suolo e dell’aria; monitoraggio e controllo del territorio ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico e del contrasto del consumo illegale del suolo; tutela delle foreste, con particolare attenzione ai controlli sulle utilizzazioni illecite e al contrasto del commercio di legno illegale; sorveglianza sui territori delle aree naturali protette e tutela del patrimonio naturalistico nazionale, attraverso azioni dirette di conservazione della biodiversità; vigilanza e controllo sull’attuazione delle convenzioni internazionali in materia ambientale (con particolare riferimento alla Convenzione di Washington – CITES) sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione; prevenzione e repressione dei reati in danno degli animali; prevenzione e contrasto degli illeciti in materia di incendi boschivi; prevenzione e repressione delle frodi in danno alla qualità delle produzioni agroalimentari; concorso nelle attività volte al rispetto della normativa in materia di sicurezza alimentare. Come vede è un’attività complessa a 360° che impegna quotidianamente sul territorio i Carabinieri della Grande Unità con il compito prioritario di garantire prevenzione e sicurezza.

Come avviene la formazione dei Carabinieri Forestali?

Per entrare a far parte della specializzazione in materia di sicurezza e tutela ambientale forestale e agroalimentare è necessario partecipare al concorso di selezione dell’Arma dei Carabinieri. I candidati, che hanno indicato la preferenza per la specializzazione, se idonei vengono dichiarati vincitori secondo l’ordine della graduatoria finale ed ammessi alla frequenza del corso formativo, che si svolge presso i Reparti di istruzione. Per quanto attiene i Carabinieri e i Marescialli vincitori di concorso, che hanno espresso la preferenza per la specialità forestale, dopo aver svolto il corso formativo (non inferiore a 6 mesi per i Carabinieri e di 3 anni per i Marescialli) frequentano un corso di specializzazione in materia di sicurezza e tutela ambientale forestale e agroalimentare rispettivamente di 3 mesi per i Carabinieri e di 6 mesi per i Marescialli. Il corso di specializzazione si svolge presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale e nei Centri di addestramento dipendenti: Castel Volturno, Ceva, Rieti e Sabaudia. Per quanto attiene gli ufficiali del ruolo forestale dell’Arma dei Carabinieri viene indetto annualmente un concorso finalizzato alla nomina in servizio permanente di 10/12 tenenti che dopo l’idoneità frequenteranno un corso formativo di due anni presso la Scuola Ufficiali Carabinieri in Roma. La metodologia di insegnamento è calibrata per formare i ruoli ufficiali e ispettori alle attività di prossimità sul territorio e alla funzioni operative correlate alla Polizia Giudiziaria e alla Pubblica Sicurezza riferite alla specialità di Forestale.

“Ho visto due realtà incontrarsi” come hai detto nel tuo discorso di insediamento, quali sono?

Il Corpo forestale dello Stato e l’Arma dei carabinieri si incontrano da tempo sul territorio grazie alla loro organizzazione capillare e alla loro comune vocazione ambientale. Dal 1 gennaio 2017 con l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato, disposto dal decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177, nasce il Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA), che comprende reparti dedicati all’espletamento, di compiti di elevata specializzazione in materia di tutela dell’ambiente, del territorio e delle acque e nel settore agroalimentare. Due realtà che, sebbene con storie e professionalità diverse, si sono fuse guidate da una grande passione per l’ambiente e un forte spirito istituzionale finalizzato al comune obiettivo di rendere un servizio al paese e alla collettività.

Come è strutturato il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari? Quanti uomini e donne ne fanno parte?

Il CUFA rappresenta una struttura che agisce in maniera unitaria con personale specializzato nei vari campi della tutela forestale, ambientale e agroalimentare. Si avvale di circa 6.000 militari di cui 1.200 donne e 1.300 operai a tempo indeterminato. Opera attraverso 4 Comandi che costituiscono i pilastri operativi: Comando Carabinieri per la Tutela Forestale; Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi; Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e per la Transizione Ecologica; Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare. L’attività del CUFA si declina in un contesto normativo e istituzionale alquanto complesso e comprende un’articolata serie di compiti svolti dai quattro comandi in modo proporzionale al livello di tutela dei territori e della rilevanza del capitale naturale custodito. Dal controllo diffuso ai fini della prevenzione e della repressione dei reati in campo ambientale, forestale e agroalimentare, si passa ad azioni specifiche di tutela della biodiversità sia in attuazione di convenzioni internazionali, sia con azioni di sorveglianza e di gestione diretta dei territori protetti nonché con attività a tutela degli animali. Può contare su strutture investigative di contrasto dei fenomeni di inquinamento e di gestione illecita del ciclo dei rifiuti, nonché dedicate alla repressione delle frodi in danno alla normativa comunitaria e alla qualità delle produzioni agroalimentari. Attraverso tali articolate attività, assicurate grazie a competenze professionali specialistiche e interdisciplinari costituenti un unicum inscindibile, si contribuisce alla sicurezza ambientale e territoriale nelle varie accezioni. Gli attori principali in questo sistema sono le articolazioni più prossime al territorio (Stazioni CC Forestali e Parco, i Nuclei CC Biodiversità e CITES) che sono dotate di professionalità ed esperienze in grado sia di comprendere l’impatto delle azioni antropiche sul territorio per prevenire e reprimere i reati, sia di interpretare i bisogni della collettività attraverso un’azione di prossimità e di educazione verso comportamenti rispettosi dell’ambiente.

Il Comando Unità Forestali Ambientali Agroalimentari Carabinieri che ruolo svolge nella lotta al fenomeno degli incendi boschivi?

Per contrastare gli incendi boschivi, gli uomini e le donne della specialità forestale dell’Arma, da sempre, si impegnano con grande passione nel loro lavoro di tutela del paesaggio, apportando, in questo ambito, un contributo di notevole competenza professionale che consente loro di interpretare correttamente le matrici motivazionali di questo fenomeno antico e di fare chiarezza circa le cause che scatenano le fiamme nei nostri boschi. Solo se si vive il territorio e se ne percepiscono le criticità, si riescono ad identificare gli autori di questo odioso crimine contro l’ambiente e la bellezza dei nostri paesaggi montani e rurali. Per sostenere adeguatamente questo importante lavoro di presidio e controllo del territorio, come efficace strumento per prevenire l’insorgenza delle incendi boschivi, nei periodi di massima pericolosità, il CUFA ha attivato, a partire dall’estate del 2018, servizi di pattugliamento rafforzato nelle aree del Paese maggiormente esposte al verificarsi del fenomeno in parola. I risultati sono stati molto gratificanti ed in alcuni casi si è arrivati a flemmatizzare significativamente il numero degli eventi incendio in diverse aree, definite Hot Spot,  presenti sia nel Mezzogiorno d’Italia che nel centro nord del Paese.

La tecnologia agevola il vostro lavoro, in che modo?

La sinergia tra innovazione e natura è la nostra sfida, la tecnologia come alleato della sostenibilità in una fase di crisi climatica che si avvia ad una rivoluzione digitale. Il CUFA si pone l’obiettivo di innalzare le capacità tecniche dei Reparti forestali dell’Arma attraverso un supporto tecnologico nelle attività info-investigative e nelle operazioni di controllo del territorio. Grazie al Programma Copernicus dell’Unione Europea, sono state rese disponibili gratuitamente le immagini dei satelliti  Sentinel 2, con intervalli di rivisitazione del territorio molto brevi, (soli 6 giorni) e dotati di un’alta risoluzione spaziale (fino ad un dettaglio di pixel a 10 metri), che costituiscono un’enorme opportunità sia per il monitoraggio dell’andamento del fenomeno degli incendi boschivi che a supporto delle attività info-investigative indirizzate alla repressione del reato di incendio boschivo. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di innalzare le capacità tecniche dei Reparti forestali dell’Arma nelle operazioni di repertazione tecnica sui soprassuoli boschivi percorsi dal fuoco, finalizzate ad individuare il punto di insorgenza delle fiamme e valutare il grado di danno subito dagli ecosistemi forestali distrutti. Per supportare questo progetto il CUFA si avvale  della collaborazione e del supporto tecnico-scientifico del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Istituto di metodologie per l’analisi ambientale e della Scuola di Ingegneria aerospaziale della Università La Sapienza di Roma , nonché degli assetti satellitari SAR ed Ottici messi a disposizione dallo Stato Maggiore della Difesa -Ufficio Generale Spazio, integrati dai dati satellitari ad altissima risoluzione di satelliti della classe mini, comunemente  definiti  Cubesat. In ambito didattico L’Arma dei Carabinieri sta curando l’evoluzione del simulatore di incendi boschivi denominato Forest Fire Aerea Simulator in uso presso la Scuola Forestale Carabinieri – Centro Addestramento Castel Volturno, che  oltre alle attività di repertazione sull’incendio boschivo per individuare il punto di innesco delle fiamme, sarà strutturato per attività di analisi inerenti il dissesto idrogeologico e l’inquinamento idrico e del suolo.

I social sono di aiuto  per la vostra attività per i giovani che  oggi e nel futuro tutelano e tuteleranno il nostro ambiente. Quanto, quindi, è importante la cultura, l’insegnamento e l’esempio?

Il Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri attua delle campagne di comunicazione istituzionale con la finalità di promuovere e sensibilizzare i cittadini rispetto alle tematiche ambientali. Attraverso l’utilizzo dei social è infatti possibile comunicare con segmenti e fasce di pubblico che altrimenti sarebbe difficile raggiungere, indirizzando i contenuti a seconda del target. La prevenzione rappresenta il più efficace rimedio per la risoluzione di ogni problematica. In particolare nel settore ambientale essa è importante perché una volta realizzato un illecito ambientale (taglio di un bosco, inquinamento di una falda, cambio di destinazione d’uso di un’area,  realizzazione di costruzioni abusive, di movimenti terra e consumo di suolo in genere non autorizzati…) vengono prodotti dei danni per lo più irreversibili e se pure, a volte, si riesce a ripristinare una situazione di “normalità”, di ricostituzione dei fragili equilibri compromessi, questo processo richiede i tempi della natura, che si dispiegano nell’arco di decenni, se non di secoli. Accanto all’opera svolta di polizia di prossimità, l’attività di divulgazione e di educazione ambientale è sicuramente uno degli strumenti più importanti per attuare una prevenzione consapevole, in quanto fa crescere la sensibilità ambientale e promuove la cultura del rispetto della natura. Ogni anno i Carabinieri forestali incontrano oltre un milione di persone nel corso di eventi nelle scuole di ogni ordine e grado, nei Centri visita e nelle Riserve Naturali Statali gestite direttamente. Grazie ad un accordo di programma con il Ministero della Transizione Ecologica, il CUFA ha intrapreso un significativo Progetto Nazionale di educazione ambientale e tutela della biodiversità che prevede la produzione e messa a dimora di 50.000 piante nel territorio italiano: “Un albero per il futuro”. Tale progetto prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50mila piantine nel triennio 2020-2022: a tutt’oggi sono quasi 700 gli Istituti scolastici che hanno aderito e intrapreso questo percorso verso la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale. Il progetto è finalizzato alla creazione di un grande bosco diffuso, che potrà essere localizzato con l’aiuto di un sito web dedicato. Questo spazio virtuale mostrerà i risultati dell’attività favorendo la coesione degli studenti impegnati in un progetto comune. Uno speciale algoritmo mostrerà inoltre lo stoccaggio di anidride carbonica delle piante messe a dimora. Le specie forestali messe a dimora sono state prodotte nei centri nazionali carabinieri della biodiversità forestale di Pieve Santo Stefano e Peri, rispettivamente in Toscana e Veneto, nel rispetto della biodiversità scegliendo specie autoctone ideali per i luoghi in cui verranno piantate. Presso questi centri vengono conservati i semi delle specie più rappresentative della flora italiana. La conservazione dei semi riveste infatti una straordinaria importanza nelle strategie di tutela della biodiversità delle foreste in quanto ne preserva le risorse genetiche. I semi opportunamente preparati vengono conservati nella “Banca del Germoplasma” in celle frigorifere che ne garantiscono la vitalità a riparo da avversità e cambiamenti climatici. Queste risorse consentirebbero di ricoprire di foreste centinaia di migliaia di ettari di territorio.

Qual è il  ruolo dei Carabinieri a protezione della flora e fauna a rischio di estinzione?

L’Italia rappresenta  ancora  uno dei più  importanti  mercati di  prodotti derivati da specie animali e vegetali  e di animali vivi da collezione e compagnia con un giro di affari, a livello  mondiale, che supera i 20 miliardi di dollari all’anno, che si aggiungono all’illegal logging o taglio raso illegale  delle foreste primarie  del Sud del Mondo, fenomeno che viene stimato in oltre 100 miliardi. Confezioni, borse, scarpe, cinture e tanti altri articoli realizzati con le pelli o lana di animali, parquet e prodotti in legno, caviale,  souvenir, alimenti,  prodotti cosmetici  e medicine,  animali da collezione tartarughe, serpenti, falchi, anfibi,ecc. Sono solo alcuni esempi di utilizzazione di risorse naturali a fini commerciali, su cui settori importanti dell’impresa investono annualmente nel mondo. La Convenzione di Washington rappresenta oggi uno dei più importanti strumenti internazionali atti a  rendere  sostenibile  tale  commercio  pur  garantendo  la  conservazione  della  biodiversità  del pianeta.  Compito  prioritario  di  ogni  Stato  è  quello  di  monitorare  e  regolamentare  il  commercio nazionale ed internazionale di esemplari e prodotti derivati da specie animali e vegetali  al fine di salvarli  dall’estinzione,  nell’ambito  di  una  situazione  congiunturale  già  sfavorevole  per  gli  effetti negativi  derivanti  dalle  molteplici  attività  di  sfruttamento  umano  e,  negli  ultimi  anni,  anche  dai cambiamenti  climatici.  Una  puntuale  applicazione  di  questi  dettati  e  prescrizioni  consente  di assicurare  il  mantenimento  di  importanti  attività  industriali,  imprenditoriali  e  commerciali, soprattutto  nel nostro Paese  coniugando,  pertanto, la conservazione delle risorse naturali con  la necessità di uno sviluppo economico ecosostenibile. Dal  2017  l’Arma,  attraverso  il  Raggruppamento  CITES coordina l’azione di 46 tra Nuclei CITES (35) e Distaccamenti (11). I  nuclei  CITES  svolgono  sul territorio  i  controlli  agli  allevamenti,  vivai  ed  esercizi  commerciali,  i  prelievi  genetici  e  gli accertamenti su parti e prodotti derivati, le attività  investigative e di polizia giudiziaria, emettono certificati CITES  –  circa  70.000 all’anno. Svolgono  inoltre i controlli  negli  zoo  e  negli  acquari,  sulla detenzione degli animali pericolosi e sul benessere animale. Il  Raggruppamento  CC  CITES  è  altresì  deputato  ai  controlli  sul  fenomeno  più devastante per  la  conservazione  della  biodiversità  del  pianeta,  il  cosiddetto  illegal logging  o taglio raso  delle foreste che alimenta la esportazione di legname illegale dal sud del Mondo.

Generale Marzo, un messaggio per  noi che viviamo e lavoriamo  in un Paese così bello, che va non solo amato ma soprattutto salvaguardato e difeso.

Riprendo l’appello di Papa Francesco nella sua Enciclica Fratelli Tutti: “prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi”. L’esortazione  indica qual è il ruolo che deve ricoprire l’uomo nella sua relazione con la natura. L’uomo dunque, per ridefinire il proprio ruolo deve ritrovare la sua intima connessione con la natura in una prospettiva etica che tenga conto di un elemento pragmatico fondamentale: dalla natura dipende la sopravvivenza del mondo. La soluzione risiede dunque nella conservazione, nella cura dell’ambiente che ci circonda. L’atteggiamento proattivo di ognuno garantirà la custodia per il benessere anche delle generazioni future. Tenendo conto delle esigenze particolari del nostro territorio e del bisogno dei cittadini di oggi e delle generazioni future di vivere in un sistema che garantisca salute e sicurezza, l’Arma dei Carabinieri, ponendosi quale sicuro riferimento e garante delle bellezze naturali del nostro Paese, vuole interpretare da protagonista questo ruolo di difesa e di tutela dell’Ambiente.