Avvocato e Professoressa in Diritto e Relazioni Internazionali, perché si sceglie questa professione?
Per quanto riguarda l’essere avvocato, lo desideravo fin da bambina. Il mio destino era dirigere le aziende di famiglia, perciò, la passione e la responsabilità incastravano alla perfezione, per fortuna. Invece per quanto riguarda la docenza, con gli anni ho capito che il modo più effettivo di trasmettere qualcosa di utile alla società, era nelle aule universitarie. Quando mi hanno offerto la possibilitá, non ho avuto dubbi. Potevo finalmente combinare il mio lavoro nel settore privato, con la mia passione per il settore pubblico. È il mio contributo sociale. Insegnare ai giovani di oggi, cosí condizionati dall’assordante rumore mediatico, mi da enormi soddisfazioni. Vedere come aprono gli occhi alla realtà, non ha prezzo.
Fai parte della Junta Directiva del “Foro España por la Solidaridad y el Progreso” cioè?
La Spagna sta attraversando un momento molto critico come stato-nazione. Mettere in dubbio l’uguaglianza dei cittadini spagnoli nel territorio nazionale e tentare di rompere l’unitá dello Stato, è una sfida pericolosa e di conseguenze sociali ed economiche imprevedibili. Il Foro, che é un’organizzazione apolitica, recupera lo spirito della Transizione e lavora con la societá civile per mantenere la solidarietá tra cittadini liberi e uguali. Lo scorso novembre l’ho presentato nel Parlamento Europeo a Bruxelles, ed é stato accolto con entusiasmo.
La tua importante e sicuramente molto interessante esperienza alle Nazione Unite cosa ti ha portato per il tuo lavoro?
La mia esperienza all’UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development) é stata determinante nel mio sviluppo professionale. Da questa esperienza é partita la mia ricerca dottorale, nell’ambito delle Scienze Sociali, di nuove risposte al sistema capitalista. Ho viaggiato molto anche in zone di conflitto, ho conosciuto le piú diverse realtá sociali ed imprenditoriali, e ho potuto studiare quali istituzioni politiche ed economiche sono piú efficaci per uno sviluppo giusto delle societá. Questo mi ha fatto superare il blocco mentale che impone l’ideologia nelle politiche pubbliche. Nello stesso modo che fu necessario separare la Chiesa dallo Stato, ora é necessario separare la classe politica dall’economia. L’economia é una questione tecnica, non piú ideologica. Sappiamo cosa funziona e cosa non. I politici che continuano a battere sul fattore ideologico sono irresponsabili, assetati di potere, e cercano il voto basato sull’irrazionalitá
Ti sei dottorata con “lode” ricevendo il “Premio Extraordinario en Derecho y en Ciencias Sociales” con la Tesi “De Roma a Lisboa. Problemas histórico – jurídicos en la construcción de Europa”. Quali erano questi problemi, ci sono ancora?
La mia Tesis Dottorale difende la globalizzazione dei principi e valori dell’Unione Europea. La libertá, l’uguaglianza e la solidarietá, nel rispetto dei diritti umani e del libero mercato. Tutti i tentativi alternativi si sono rivelati un fallimento e solo hanno portato morte, terrore e fame. Nonostante tutte le difficoltá che la UE sta attraversando, continua ad essere il progetto democratico piú avanzato della storia dell’umanitá. I problemi che affrontiamo sono molto seri. Gli endemismi della democrazia (populismi, nazionalismi e radicalismi), rappresentano un’enorme minaccia, contro la quale bisogna lottare. É per questo che il 26 maggio tutti dovremmo andare a votare alle europee. Il mio slogan é: #voteconmoderación, visto che i sondaggi danno addirittura un 30% di partiti euroscettici e radicali in Parlamento. Un’enorme e preoccupante contradizzione.
Alessia, come professoressa di diritto e di politica, quanto i giovani sono propensi ad intraprendere l’attività politica e cosa è oggi la politica?
I giovani devono imparare a ragionare in termini di “COSMOPOLITICA”. Devono capire che sono cittadini di un mondo interconnesso e globalizzato, che ci offre enormi possibilitá e ovviamente affronta anche terribili sfide. Le mie lezioni e conferenze sono orientate a cambiare il loro pessimismo cronico (sono figli della crisi del 2008) in base allo studio di dati contrastati e alla risoluzione di problemi reali nell’ambito dello sviluppo istituzionale politico-economico. Il primo giorno di classe chiedo di alzare la mano a chi si sente pessimista rispetto al futuro. Circa l’80-90% alza la mano.É tremendo. Ripeto la domanda a fine semestre. Alza la mano solo il 10-15%. Questa é la mia vittoria personale ogni corso. Se finiamo in mano di leader pessimisti, non ci sará futuro. I mass media e le reti sociali hanno un’enorme responsabilitá in questo senso. Inoltre, avere grandi maestri nel percorso della vita é determinante. Io sono stata fortunatissima: il politico Txiki Benegas, l’ambasciatore e politico Javier Rupérez, o i cattedratici Pérez-Prendes e Remedios Morán, mi hanno marcata a fuoco. Se uno solo dei miei alunni si sente riconoscente con me come io mi sono sentita con loro, mi sento assolutamente soddisfatta.
Nel tuo importante curriculum c’è anche un “Master en Gobierno, Liderazgo y Gestión Pública”. Come ed in che cosa sono cambiate oggi le regole e le leggi a proposito?
In un mondo globalizzato i problemi che affrontiamo (riscaldamento globale, minaccia nucleare, crisi finanziarie, gestione del big data e dell’intelligenza artificiale…) non si possono piú risolvere a livello locale. La nostra coscienza come cittadini del mondo si deve elevare e capire che le frontiere sono solo vecchie cicatrici della storia, sulla pelle del pianeta, che vanno poco a poco rimosse con le nuove tecnologie e con politiche pubbliche a livello globale. Tutte le organizzazioni sovranazionali devono assumere questa responsabilitá e lavorare con determinazione per trovare soluzioni globali. Siamo dinnanzi ad una vera rivoluzione tecnologica senza precedenti che ci offre enormi vantaggi ma apre la porta anche a profonde sfide. Siamo la prima generazione che puó conoscere e gestire tutte le risorse in un modo piú giusto e razionale, grazie alle tecnologie dell’informazione.
La Spagna con l’Europa ed il resto del mondo, come si relaziona a livello economico e finanziario?
L’asse economico mondiale, storicamente centrato nella area occidentale o atlantica (tra USA ed Europa), si è spostato verso il Pacifico. Questa è una realtà che dobbiamo accettare. Non siamo più il centro economico, anche se tutt’ora siamo la zona socialmente più sviluppata, del mondo. Spagna e Italia devono fare tutto il possibile per rinforzare un’Europa che invecchia e che non può permettersi di sgretolarsi sotto le pressioni di Russia e Cina. Credo che intensificare i nostri rapporti con un’Africa giovane e piena di potenzialità potrebbe essere la risposta per entrambi i continenti. Sono consapevole di quanto sia questo difficile, ma non vedo molte altre uscite a livello demografico e geo-economico.
Parliamo della Alessia non avvocato Membro del Consiglio di Amministrazione del gruppo industriale di famiglia GRUPPO PUTIN-IPIAC. Un avvocato “figlia e sorella” come si concilia?
Ogni fratello ha un ruolo ben determinato all’interno della struttura, ma non rigido. Siamo un’organizzazione orizzontale, anche se il rispetto per il più anziano ed esperto nella gerarchia, pesa. Il papà è stato molto severo nella nostra educazione imprenditoriale. Da giovani ne abbiamo un po’ sofferto. Ora, anche se abbiamo libertà assoluta per prendere le nostre decisioni, lo facciamo sempre per consenso. Siamo una mini-democrazia che cerca il bene comune, e funziona. L’avvocato di famiglia deve risolvere i problemi. Con gli anni e l’esperienza, cerco direttamente di evitarli. La cautela è il mio principio.
Campionessa Italiana di sci, come si diventa un “campione”?
Nel mio caso c’era un mix di ribellione adolescente, tanta voglia di adrenalina, e anche un po’ d’incoscienza. Nello skicross, la mia disciplina, era il cocktail perfetto. Sono stati anni di crescita personale, non sempre facili, tanto divertimento con i compagni d’avventura e allenamento. Sono stata inoltre fortunata grazie al supporto di grandi sponsor come Salomon o Wildroses, che hanno creduto in me, anche se non ero l’atleta “tipo”, visto che combinavo il lavoro in azienda con la pratica agonistica.
Indubbiamente sei una giovane donna italiana che vive in Spagna, avvocato di successo che fa sentire orgogliosa l’Italia ed il Paese dove vive…. Ma Alessia chi è anche?
Grazie per i complimenti ma questa domanda dovreste farla a chi mi conosce, non a me. Mi accontento di essere una buona figlia, sorella, discepola e una leale amica dei miei amici. Io mi sento molto orgogliosa di tutti loro, e ringrazio ogni giorno il loro supporto incondizionato. L’Italia e la Spagna sono le mie due patrie e mi ritengo molto fortunata di viverle entrambe intensamente, negli ambiti della cultura, della musica, della moda, del cinema, dell’arte e delle loro istituzioni.